Giovani frati in cammino

...vieni a seguirci su Facebook!

Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

mercoledì 31 dicembre 2014

Solennità di Maria madre di Dio - Lc 2,16-21


È un dono grande quello che ci è dato nella giornata di oggi: iniziare il nuovo anno, sotto lo sguardo materno di Maria, madre di Dio e madre nostra.
Siamo sotto il suo sguardo, che da una parte ci fa sentire protetti  e dall’altra ci indica con quale prospettiva guardare  al nuovo anno che si apre davanti a noi.
Protetti e custoditi da Maria, come in tante rappresentazioni della devozione popolare, non solo perché sentiamo quella concretezza quasi fisica di un manto che protegge, di un abbraccio che consola o di uno sguardo che comprende, ma soprattutto perché sappiamo che ne siamo custoditi.
Ci custodisce nel suo cuore, come tutte le madri, non importa se i figli sono vicini o lontani, nelle difficoltà della vita o nella gioia, piccoli e indifesi, ragazzi che crescono o adulti che vivono la loro vita.
Siamo sempre custoditi nel suo cuore.
Se riusciremo comprendere questa presenza così prossima e a custodirla, nel nostro cuore,  si farà chiara anche la prospettiva sulla quale posare i passi di questo nuovo anno nella via della sequela del Signore.

sabato 27 dicembre 2014

Santa Famiglia - Lc 2,22-40


“Maria sente nello stesso tempo che il Cristo è il suo piccolo, e che è Dio. Lo guarda e pensa: questo Dio è mio figlio, questa carne divina è la mia carne, è fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia: mi rassomiglia. È Dio e mi rassomiglia!
È un Dio piccolo, che si può prendere fra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo, che sorride e respira, un Dio che si può toccare, e vive”. (J.P. Sartre)

Davvero oggi possiamo andare in pace, perché il nostro Signore ha rovesciato il cielo sulla terra; ora, finalmente, facciamo tutti parte delle sua famiglia, della famiglia regale...
Ora possiamo cerchiare le labbra di stupore stringendo fra le braccia tutta la potenza del cielo nascosta dentro il pianto di un bambino fragile: i nostri occhi lo vedono, e la notte del nostro cuore ora ha una luce, forse fioca, ma certa.
Ora possiamo con serenità nuova offrire a Lui questo anno che se ne sta andando e guardare al domani con una speranza certa: il Signore è con noi!

mercoledì 24 dicembre 2014

Santo Natale 2014

«Il Signore venne in lei
per farsi servo.
Il Verbo venne in lei
per tacere nel suo seno.
Il fulmine venne in lei
per non fare rumore alcuno.
Il Pastore venne in lei
ed ecco l’Agnello nato, 
che sommessamente piange.
Poiché il seno di Maria
ha capovolto i ruoli:
Colui che creò tutte le cose
ne è entrato in possesso, ma povero.
L’Altissimo venne in lei (Maria),
ma vi entrò umile.
Lo splendore venne in lei,
ma vestito con panni umili.
Colui che elargisce tutte le cose
conobbe la fame.
Colui che abbevera tutti
conobbe la sete.
Nudo e spogliato uscì da lei,
Egli che riveste (di bellezza) tutte le cose»

Sant'Efrem, diacono
 (Inno sulla Natività 11,6-8)


Ascolta qui: Es ist ein’ Ros’ entsprungen, tradizionale canto natalizio tedesco (XVI secolo).


I giovani frati della comunità Sant'Antonio Dottore
augurano a tutti voi un Santo e sereno Natale!

Natale del Signore - Gv 1,1-18


Il Natale, tema familiare a tutti, si può contemplare partendo da angolature ed esperienza diverse con la certezza che il mistero non si esaurisce, anzi offre ad ognuno ricchezze impensabili, tesori sempre nuovi da scoprire.  Natale è incarnazione, significa Dio in carne umana. La salvezza passa attraverso la carne di Cristo, la sua nascita, passione, morte e risurrezione: è la carne di Dio, la carne di Maria.
Non è un’apparenza di carne ma carne concreta, componente essenziale dell’uomo. La salvezza, attraverso la carne di Cristo, passa attraverso la nostra carne redenta e da redimere: carne forte, bella e fragile. È la carne destinata alla risurrezione, senza distinzioni di colori. Dio ha quindi assunto la nostra vita incarnandosi, da uomo che manifesta la sua presenza tra gli uomini. E’ entrato nella nostra storia per condividere ogni cosa con l’umanità. Ed è entrato come luce, una luce che avvolge le oscurità e le tenebre che sono per noi il peccato, la disperazione, la tristezza. La luce vera, quella che illumina ogni uomo splende nelle nostre tenebre: è necessario alzare lo sguardo per lasciarsi travolgere da questa luce e orientare la nostra esistenza. La luce è Cristo che ci permetterà di guarda con chiarezza ciò che ci circonda, ci permetterà di superare gli ostacoli, le fatiche e camminare avendo sempre questa luce che ci guida verso l’orizzonte di Dio…
«Sappiamo che la vita, la salvezza dalla disperazione e la garanzia per l’intero universo si racchiudono nelle    parole: il verbo si è fatto carne» (F. Dostoevski).

sabato 20 dicembre 2014

IV Domenica di Avvento - Lc 1,26-38


Le parole che l’angelo rivolge a Maria durante l’annunciazione fanno emergere la grandiosità dell’evento che sta accadendo e di chi è coinvolto in esso: la piena di grazia, il Figlio dell’Altissimo, Figlio di Dio. Ma come si pone Maria davanti a tutto questo? Non si esalta per essere stata esaltata, ma si riconosce come la serva umile del Signore. Come si porrà Gesù rispetto al suo essere Figlio di Dio? Egli dice: “Il Figlio dell’uomo è venuto non per farsi servire ma per servire” (Mc 10,45). È mirabile questa rivelazione: l’umanità, l’umiltà e il servizio sono il velo che nasconde la divinità, la grandezza e la grazia!

In fondo, la nostra umanità debole e segnata dal peccato non è che un velo che copre il nostro essere figli amati (questo è ciò che il Padre dice di noi!). Quindi, anche per noi, lo “svelamento” inizia con il sì di Maria: “avvenga per me secondo la Tua Parola”, la quale dice: “Tu sei mio figlio amato!”.

sabato 13 dicembre 2014

III Domenica di Avvento - Gv 1,6-8.19-28




Anche in questa domenica la liturgia ci presenta la figura di Giovanni. Alle domande che i farisei gli fanno, egli risponde loro rivolgendosi a Colui che sta aspettando. "In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete": se questo suo invito riguardava la presenza fisica del Messia atteso, per noi questo può essere un invito nel cercarlo nei risvolti della nostra vita.

giovedì 11 dicembre 2014

Solennità dell'Immacolata Concezione - Lc 1,26-38


La solennità dell’Immacolata è la festa dell’amore gratuito di Dio per Maria, che ha trovato in lei una risposta altrettanto gratuita.
È bello notare come l’angelo Gabriele nel rivolgersi a Maria la invita per prima cosa a rallegrarsi (Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te), solo dopo quest’invito l’angelo Gabriele le annuncia quello che è il desideri del Padre nei suoi confronti e cioè che lei diventi la madre del Signore Gesù.
Questo è lo stile di Dio…prima di ogni missione il Padre invita alla gioia.
Per ognuno di noi Dio ha una missione… questa festa che oggi celebriamo ci invita oggi però a mettere l’accento sulla gioia che deve stare sullo sfondo a qualsiasi chiamata di Dio.

Preghiamolo di farci sperimentare questa gioia dono dello Spirito Santo.

sabato 6 dicembre 2014

II Domenica di Avvento - Mc 1,1-8


La salvezza per l’umanità ha un nome, Gesù, Cristo, Figlio di Dio. E dinanzi a questa verità l’evangelista Marco ci svela da subito qual è l’atteggiamento da tenere: riconoscere che non ci salviamo da soli, che abbiamo bisogno di una salvezza donata e che siamo destinatari di un perdono che precede e supera ogni nostro peccato. Che abbiamo bisogno di Gesù! Riconoscerci peccatori e metterci in fila con tutti gli altri per essere lavati con l’acqua divina dello Spirito diventa allora un gesto liberante, che ci riabilita all’amore e al perdono da elargire agli altri. Perché lo Spirito non solo lava ma anche ricrea l’uomo.

sabato 29 novembre 2014

I Domenica di Avvento - Mc 13,33-37


Tempo di avvento, tempo di attesa. È strano pensare che questo brano di vangelo si collochi proprio in questo tempo, preparazione della venuta del Signore Gesù nella piccolezza di un bambino in fasce. E infatti quando la Parola ci richiama alla veglia, è alla seconda venuta  che si sta riferendo, quella gloriosa degli ultimi tempi. Forse, perché non vi è veramente una diversità nei sentimenti con cui ci dobbiamo disporre all’accoglienza: è necessario che ciascuno continui a svolgere il proprio compito, quello a cui si sente ‘chiamato’, ma tenga pure vivo il desiderio di vedere il ritorno del padrone, del padrone amato. Tenendo lo sguardo fisso sull’orizzonte con il sapore dell’attesa, con l’urgenza di non perdere nemmeno un momento del tempo in cui lo vedrà apparire con chiarezza ma ancora distante, in cui potrà sentire che gli si fa vicino, l’onda sottile del suo amore che lo travolge e la gioia che gli riempie il cuore. Quale immagine più simile se non quella della madre che si vede portare il neonato che ha appena dato alla luce?

Vegliate, amate.

sabato 22 novembre 2014

Solennità di Cristo Re dell'universo Mt 25,31-46


Il Signore Gesù, che  regna “dal legno” come ci ricorda la Scrittura, non  solo ci da un identikit di sé! Egli, come buon regnante, ci da alcuni suoi statuti e appellativi come: “Figlio dell’uomo; Pastore; Re; Signore. Egli da anche a noi l’identikit del perfetto beato, cioè quelli elencati nel Vangelo e quelli  che la  tradizione della Sua Sposa, la Chiesa, ci ha donato e ci dona anche oggi. Ce li ha donati anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica, con l’elenco delle opere di misericordia corporale e spirituale, intimamente connesse. Cristo, che guarderà nell’ultimo giorno i  beati alla Sua destra, che guarda ogni cristiano dalla croce, dove china il capo verso la Sua destra, guarda anche noi, ogni  giorno, le  sue pecore più fedeli anche nel poco, ma che lo possono essere con grande amore.

sabato 15 novembre 2014

XXXIII del T.O. Mt 25,14-30



Il vangelo di questa domenica ci suggerisce come dobbiamo apprezzare e comportarci nel tempo nell'attesa della venuta del nostro Signore, come avviciniamo gli ultimi tempi attraverso la parabola dei talenti. Non c'è differenza tra coloro che ricevono di più e coloro che ricevono di meno. Tutti ricevono secondo la loro capacità. Ciò che importa è che il dono sia posto al servizio del Regno e che faccia crescere i beni del Regno che sono l'amore, la fraternità, la condivisione. La chiave principale della parabola non consiste nel produrre talenti, ma indica il modo in cui bisogna vivere la nostra relazione con Dio. E questo ci chiede la nostra fedeltà di compiere la volontà di Dio nella nostra vita. Essere fedeli vuol dire osservando i comandamenti del Maestro. Il Regno è rischio. Chi non vuole correre rischi, perde il Regno! Preghiamo il Signore perché ci doni il coraggio di mettere in gioco i nostri talenti per il Regno di Dio.

sabato 8 novembre 2014

Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense Gv 2,13-22


Come mai questo Gesù tanto buono, adesso si fa vedere sotto questo aspetto così sconcertante, perché si arrabbia così tanto? Personalmente mi parla di un Gesù che non è mieloso, se da una parte è mite ed umile di cuore, dall’altra non significa debolezza di carattere, sa anche essere forte, deciso, in questo caso sembra che ci sia qualcosa di molto importante. Ci troviamo nel tempio di Gerusalemme è li che si compirà l’ora di Gesù, ma adesso scaccia i venditori dal tempio, più precisamente li butta fuori dalla zona più sacra – il Santo dei santi – di questo edificio, essi l’hanno trasformato in una piazza di mercato dove Dio non ha dimora. Gesù viene per riconciliarci con Dio Padre, in lui si realizza la promessa che Dio fa con il suo popolo, con ciascuno di noi. Abbiamo la scelta, quindi possiamo scegliere, come i detrattori di Gesù che si rifiutavano di accogliere la buona notizia, o come i discepoli che decisero di mettersi alla sequela del maestro scoprendo un po’ alla volta loro stessi e il Messia.


venerdì 31 ottobre 2014

Tutti i Santi - Commemorazione di tutti i fedeli defunti Mt 5,1-12



Quanti saranno i santi nel cielo del nostro Dio? «Una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» [Ap 7,9]. Ecco quanti sono i santi che festeggiamo oggi! E sulla terra quanti saranno?...
Sappiamo che non vi è limite alcuno al «grande amore [che] ci ha dato il Padre», un amore tale da poter «essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!» [1Gv 3,1].
Sappiamo anche che la via per la santità è «stretta» [cf. Mt 7,13-14] – ce lo dice Gesù –, ma è una via aperta. Aperta da Lui stesso per chiunque ha «mani innocenti e cuore puro, [e] non si rivolge agli idoli» [Sal 23,4]; ossia per chiunque s'“impossessi” di una sfumatura che contraddistingue Gesù.
Queste sfumature sono otto in tutto e sono presentate nel Vangelo di oggi: andiamo a leggerle e vi vedremo il nostro buon Gesù...
E infine rallegriamoci ed esultiamo [cf. Mt 5,12], perché ciascuna sfumatura divina ha il potere di dar vita a una moltitudine di santi!

sabato 25 ottobre 2014

«Canta e danza al tuo Signore!» A must see...


Condividiamo anche sul nostro Blog questo video dei due giovani seminaristi americani che ballano durante un'attività nel loro Collegio Americano a Roma.

XXX Domenica del T.O. Mt 22,34-40


Nel Vangelo di questa domenica Gesù risponde alla domanda del dottore della legge: “Qual è il comandamento più grande?” E cita i due precetti dell’amore (verso Dio e verso il prossimo). Egli ci aiuta a comprendere in profondità i comandamenti e toglie le pieghe dell’egoismo e della superficialità; ci aiuta a giungere da un atteggiamento servile e idolatrico alla figliolanza e alla responsabilità libera. Siamo messi di fronte alla domanda: precetto o scelta di vita?
Gesù propone un cammino verso l’unità del cuore dell’anima e della mente. Ogni gesto d’amore ci unifica e semplifica.

L’uomo è caratterizzato da amori differenti: quello che trattiene per sé e quello che si offre all’altro. Entrambi fanno parte della nostra esperienza. Siamo invitati a orientarci nella giusta direzione. Ogni movimento di accoglienza o di apertura va vagliato nel nome dell’amore di Dio. Quello che Gesù offre sulla croce per tutti. Dio è colui che ha operato la grazia nella storia della Salvezza; ha segnato anche la mia storia, ha fatto alleanza con me, è rimasto fedele. Ecco allora come l’amore che mi fa tendere a Dio o che mi fa correre verso i fratelli trova la sorgente in Dio stesso.

sabato 18 ottobre 2014

XXIX Domenica del T.O. Mt 22,15-21


Il focus di questo episodio del Vangelo è sicuramente il tributo a Cesare, sottolineando ciò che va dato agli uomini e a Dio (ciò che va dato o “restituito”? Restituire: verbo molto caro al nostro san Francesco!). Ci piace evidenziare invece per questa domenica la motivazione sotterranea che vi si cela nel cuore degli interroganti di Gesù, ovvero metterlo alla prova, e con lui, il Padre. Ben lontani dal bellissimo episodio biblico del vello di Gedeone (Gdc 6,36-40), farisei ed erodiani si mettono d’accordo per mettere alla prova il Maestro, non per consultarlo ma per metterlo in difficoltà  e poi accusarlo. Possa la nostra relazione e il nostro colloquiare con Lui nel nostro cuore, attraverso gli eventi, darci la caparra essenziale, quella della gioia; la prova certa, quella del suo Amore.

giovedì 16 ottobre 2014

Professioni Solenni di fra Enrico e fra Gabriele - 11 ottobre 2014





Da questo spazio auguriamo ogni benedizione da parte del Signore ai nostri confratelli fra Enrico e fra Gabriele che sabato 11 ottobre 2014, nella Basilica di Sant'Antonio in Padova, hanno pronunciato il loro "sì" definitivo a Colui che li ha chiamati e amati.

Padre nostro


Ascolta qui: Palestrina - 'Domine quando veneris'. Hilliard Ensemble
O santissimo Padre nostro:
creatore, redentore, consolatore e salvatore nostro.
Che sei nei cieli
negli angeli e nei santi,
illuminandoli alla conoscenza, perché tu, Signore, sei luce;
infiammandoli all'amore, perché tu, Signore, sei amore;
ponendo la tua dimora in loro e riempiendoli di beatitudine,
perché tu, Signore, sei il sommo bene, eterno,
dal quale proviene ogni bene e senza il quale non esiste alcun bene.
Sia santificato il tuo nome
si faccia luminosa in noi la conoscenza di te,
affinché possiamo conoscere l'ampiezza dei tuoi benefici,
l'estensione delle tue promesse,
la sublimità della tua maestà
e la profondità dei tuoi giudizi.
Venga il tuo regno
perché tu regni in noi per mezzo della grazia
e ci faccia giungere nel tuo regno,
ove la visione di te è senza veli,
l'amore di te è perfetto,
la comunione di te è beata,
il godimento di te senza fine.
Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra
affinché ti amiamo con tutto il cuore sempre pensando a te;
con tutta l'anima, sempre desiderando te;
con tutta la mente, orientando a te tutte le nostre intenzioni
e in ogni cosa cercando il tuo onore;
e con tutte le nostre forze,
spendendo tutte le energie e sensibilità dell'anima e del corpo
a servizio del tuo amore e non per altro;
e affinché possiamo amare i nostri prossimi come noi stessi,
trascinando tutti con ogni nostro potere al tuo amore,
godendo dei beni altrui come dei nostri
e nei mali soffrendo insieme con loro
e non recando nessuna offesa a nessuno.
Il nostro pane quotidiano dà a noi oggi
il tuo Figlio diletto,
il Signore nostro Gesù Cristo,
dà a noi oggi:
in memoria, comprensione e reverenza dell'amore
che egli ebbe per noi e di tutto quello
che per noi disse, fece e patì.
E rimetti a noi i nostri debiti
per la tua ineffabile misericordia,
per la potenza della passione del tuo Figlio diletto
e per i meriti e l'intercessione della beatissima Vergine
e di tutti i tuoi eletti.
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori
e quello che non sappiamo pienamente perdonare,
Tu, Signore, fa' che pienamente perdoniamo,
sì che, per amor tuo, amiamo veramente i nemici
e devotamente intercediamo presso di te,
non rendendo a nessuno male per male
e impegnandoci in te ad essere di giovamento a tutti.
E non ci indurre in tentazione
nascosta o manifesta, improvvisa o insistente.
Ma liberaci dal male
passato, presente e futuro. Amen.

Commento al Padre nostro di san Francesco d’Assisi

venerdì 10 ottobre 2014

XXVIII Domenica del T.O. Mt 22,1-14



Una festa o è una festa o non lo è! E' un po' questo il significato del vangelo di questa domenica. Con l'avvento di Gesù le porte del Regno dei Cieli si sono aperte. Lui schiude agli invitati questo mistero che non si può esaurire quaggiù, ma al quale si può accedere fin da ora. Ed è proprio qui che sta il requisito essenziale: accedervi ora! Non tutti, infatti, desiderano partecipare a questa festa di nozze, arrivando persino alla violenza verso i servi del re che annunziano le nozze del figlio. Poiché, però, una festa è tale solo se c'è comunione e condivisione, altri vengono invitati affinché la gioia si propaghi. Non può in nessun modo avere fine la convivialità e la gioia in vesti nuziali, cioè rivestiti dello stesso abito di Cristo, il sofferente, morto e risorto che agisce con amore e per amore. "Abbiamo in noi - perciò - gli stessi sentimenti di Cristo" (Fil 2,5) che provengono da una perseverante e assidua frequentazione di Lui. Il regno è gioia perenne, è festa senza fine con Cristo.

domenica 5 ottobre 2014

XXVII Domenica del T.O. Mt 21,33-43



Il vangelo di questa domenica ci invita a custodire amorevolmente il regno di Dio che è dentro di noi come il dono più prezioso e il più amato che possediamo affinché non ci venga “tolto”  a causa delle nostre negligenze  e superficialità …
Preghiamo al fine di ottenere dal Signore la capacità di far fruttificare la nostra vita attraverso comportamenti autenticamente evangelici cosicché «il Dio della pace sia con noi e con tutti!».


sabato 4 ottobre 2014

Solennità di San Francesco d'Assisi Mt 11,25-30



Il brano scelto per questa festa contiene uno dei paradossi più belli del Vangelo. Lontano dal disprezzare la sapienza di questo mondo, Gesù ci indica che Dio si compiace nel rivelarsi ai piccoli, agli umili cioè a chi non cerca il “che cosa fare” per apparire agli occhi del mondo, ma cerca piuttosto il “chi è” di fronte a Dio. Questo Francesco l’ha capito molto bene; meglio essere uno stolto o un “idiota” per il mondo e possedere il bene più grande: un Dio che non cessa di donarsi. Chiediamo a Francesco di imparare a riconoscerci bisognosi di Lui per accogliere il ristoro vero.

venerdì 26 settembre 2014

XXVI Domenica del T.O. Mt 21,28-32



Come mai pubblicani e prostitute, pubblici peccatori, passano avanti nel Regno di Dio? Forse perché il Regno di Dio inizia con la conversione, e solo chi si rende conto della sua condizione di povertà può cominciare questo cammino… a patto che, per la via, incontri un Giovanni, una voce che apre la strada alla Parola che illumina l’esistenza, in particolare le esperienze di limite e fallimento, dando una nuova speranza: Dio è Padre buono che accoglie chi si rivolge a Lui! In questo modo, un “non ho voglia di lavorare nella vigna”, può trasformarsi nel “sì” della vita.

mercoledì 24 settembre 2014

Lo studio


«Riconduci a Cristo le tue letture e i tuoi studi di cui Gli parlerai e di cui Gli chiederai l'intelligenza.
Durante lo studio, fermati frequentemente. Per un istante raccogliti e nasconditi nelle Piaghe di Gesù. Poi riprendi lo studio. Di quando in quando inginocchiati e lancia al Cielo una breve e ardente preghiera. Oppure esci dalla cella, vattene in chiesa, nel Chiostro, nel capitolo, là dove lo Spirito Santo ti porterà: con una preghiera vocale o semplicemente con gemiti e ardenti sospiri del cuore implora il soccorso divino, presenta all'Altissimo i tuoi voti e i tuoi desideri, invoca i Santi in tuo aiuto.
Questi slanci si possono produrre senza il soccorso di salmi né d'alcuna preghiera vocale. Qualche volta, all'opposto, sorgono da un versetto di salmo, da un passo della Sacra Scrittura, o da qualche libro spirituale, ed altre volte, per la grazia di Dio, sono il frutto dei nostri proprii pensieri e dei nostri desideri.
Questo fervore d'anima è ordinariamente rapido. Quando sarà passato, richiamati al pensiero quello che stavi studiando: allora ne avrai un'intelligenza più chiara. Poi ritorna allo studio o alla lettura, e di nuovo alla preghiera, combinando i due esercizi. Con quest'alternativa avrai e il cuore più fervoroso nella preghiera e la mente più illuminata nello studio.
Questo fervore della divozione dopo lo studio si può provare in qualsiasi ora, secondo che si degna di concederlo Quegli la cui libera volontà dispone soavemente ogni cosa. Nondimeno, di solito, esso s'impadronisce più completamente dell'anima dopo il Mattutino. Bisogna perciò vegliar poco alla sera e riservare, per lo studio e per la preghiera delle ore mattutine, tutta la forza dell'anima».

Vincenzo Ferreri, Trattato della vita spirituale     

venerdì 19 settembre 2014

XXV Domenica del T.O. Mt 20,1-16a


I nostri pensieri non sono i pensieri del Signore: i Suoi “sovrastano” incomparabilmente i nostri [cf. Is 55,8.9]. Il Signore tuttavia è vicino a quanti Lo invocano con sincerità [cf. Sal 144,18]. Se poi si giunge alla grazia di vivere con Cristo, il lavoro porta frutto, e tra vivere qui in terra ed essere in Lui col Padre e lo Spirito (cioè in paradiso) non si sa più cosa scegliere [cf. Fil 1,21-22]. Ma chi decide di seguire Gesù, badi bene di non stupirsi del Suo immenso amore: quanto ne ha per lui, infatti, altrettanto se non di più ne ha per gli altri... per tutti... e in particolare per gli ultimi!

venerdì 12 settembre 2014

Esaltazione della Santa Croce Gv 3,13-17



Cosa mai potremmo mettere sul piatto per “contro-bilanciare” il sacrificio di Gesù sulla croce? Niente. Viene allora in aiuto quel testo della liturgia che dice: “noi Ti offriamo le cose che Tu stesso ci hai dato, tra la nostra povertà e la Tua grandezza”. Solo accogliendo dentro di noi Gesù, e quindi facendo molto spazio, nella quotidianità della nostra vita e con un impegno durevole, possiamo essere in Lui. Dio ha dato tutto quello che poteva per salvare il mondo, perché nessuno si perdesse, perché potessimo essere in Lui.

mercoledì 10 settembre 2014

Sforziamoci alla carità


«Sforziamoci di avere un'infinita delicatezza nella nostra carità; non limitiamoci ai grandi servizi, ma coltiviamo quella tenera delicatezza capace di curare i dettagli e che sa riversare con gesti da nulla tanto balsamo nei cuori.
''Dategli da mangiare" dice Gesù. Allo stesso modo entriamo, anche con coloro che vivono accanto a noi, nei piccoli dettagli della loro salute, della loro consolazione, delle loro preghiere, dei loro bisogni: consoliamo, rechiamo sollievo con le attenzioni più minute; per coloro che Dio ci mette accanto sforziamoci di avere quelle tenere, delicate, piccole attenzioni che avrebbero fra di loro due fratelli pieni di delicatezza, e delle madri piene di tenerezza per i loro figli, al fine di consolare, per quanto ci è possibile, tutti coloro che ci attorniano ed essere per loro fonte e balsamo di consolazione, come lo fu sempre nostro Signore per tutti quelli che lo avvicinavano: per la santa Vergine e san Giuseppe, ma anche per gli apostoli, la Maddalena e tutti gli altri... Quanta consolazione, quanta dolcezza seppe portare a tutti coloro che gli si avvicinavano».
 da La bonté de Dieu di Charles de Foucauld

sabato 6 settembre 2014

XXIII Domenica del T.O. Mt 18,15-20



Con questa Parola il Signore ci invita a fare un prezioso salto di qualità. Come attraverso il sapiente lavoro di un agricoltore in questo mese settembrino, il Signore usa “l’utensile” della Sua Parola per seminare il Suo amore nei solchi del nostro cuore. Seguendo questi solchi, come canali d’irrigazione delle anime, ci fa passare dal “guadagnare” il fratello, al “chiedere” qualcosa insieme a lui. E ciò lo si fa solo rivolgendosi con voce unanime al Padre Nostro che è nei cieli, come ci dice il Vangelo. Quel cuore unico (concorde) rende il Signore presente in mezzo a noi e fa salire al cielo, come incenso, la nostra preghiera. Perdono e accordo divengono quindi dighe aperte del Suo amore, necessarie per il vivere bene nella comunità: parrocchiale, fraterna, familiare. L’ascolto di una correzione invece è simile a una fornace: il suo lavoro è bruciare, ma ha il potere di modellare l’anima a Cristo.

mercoledì 3 settembre 2014

Uomo di preghiera


"Se vuoi sopportare con pazienza le avversità e le miserie di questa vita, sii uomo di preghiera. Se vuoi conseguire virtù e forze per vincere le tentazioni del nemico, sii uomo di preghiera. Se vuoi mortificare la tua volontà con tutte le sue passioni e i suoi desideri, sii uomo di preghiera. Se vuoi conoscere le astuzie di Satana e difenderti dai suoi inganni, sii uomo di preghiera. Se vuoi vivere lietamente e procedere dolcemente per la strada della penitenza e dell'affanno, sii uomo di preghiera. Se vuoi allontanare dalla tua anima le mosche importune di vani pensieri e sollecitudini, sii uomo di preghiera. Se vuoi sostentare la tua anima con la pienezza della devozione e tenerla sempre piena di buoni pensieri e desideri, sii uomo di preghiera. Se vuoi rafforzare e rinsaldare il tuo cuore sulla strada di Dio, sii uomo di preghiera. Infine, se vuoi sradicare dalla tua anima tutti i vizi e piantare al loro posto la virtù, sii uomo di preghiera, poiché nella preghiera si riceve l'unzione e la grazia dello Spirito Santo, che insegna ogni cosa. Inoltre, se vuoi salire alle altezze della contemplazione e godere dei dolci abbracci, dello sposo, impegnati nella preghiera, perché questa è la strada per cui l'anima sale alla contemplazione e al piacere delle cose celesti. Vedi dunque quanto grandi siano le virtù e il potere della preghiera? A comprovare tutto ciò (a parte la testimonianza delle Sacre Scritture) basta per ora la prova dell'aver visto e sentito ogni giorno molte persone semplici, che hanno raggiunto tutte le cose che abbiamo detto e altre ancora più grandi, mediante l'esercizio della preghiera".

Bonaventura da Bagnoregio, La vita di Cristo

sabato 30 agosto 2014

XXII Domenica del T.O. Mt 16,21-27



Nel cammino della vita e della gioia il Signore ci accompagna e ci precede. Egli ci mostra la via, quella che Lui ha percorso, che porta alla vita eterna, ma che passa per la croce. Vogliamo seguirlo? Questa e solo questa è la strada. Quella del dono di sé, del vivere per il Signore e per gli altri invece che per se stessi. E la ricompensa è grande. Ne vale la pena!

sabato 23 agosto 2014

XXI Domenica del T.O. Mt 16,13-20



«Ma voi, chi dite che io sia?» Con questa domanda Gesù vuole conquistare il nostro cuore affinché possa esprimere dal profondo una consapevolezza di intima e personale relazione con Lui. “Chi è Gesù per te?” “Per te”… e non “per la gente”… Pietro lo dichiara «il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Da tale riconoscimento riacquista slancio in suo cammino di sequela, quello del discepolo che si fa in tutto simile al Maestro, al Cristo umiliato e sofferente.

giovedì 21 agosto 2014

Dolce luce


"Chi sei tu, dolce luce, che mi riempie e rischiara l'oscurità del mio cure? Tu mi guidi come una mano materna e mi lasci libero, così non saprei più fare un passo. Tu sei lo spazio che circonda il mio essere e lo racchiude in sé, da te lasciato cadrebbe nell' abisso del nulla, dal quale tu lo elevi all'essere. Tu, più vicino a me di me stessa e più intimo del mio intimo e tuttavia inafferrabile ed incomprensibile che fai esplodere ogni nome: Spirito Santo - Amore eterno! Non sei la dolce manna che dal cuore del Figlio fluisce nel mio, cibo degli angeli e dei santi? Egli, che si levò dalla morte alla vita, ha risvegliato anche me ad una vita nuova dal sonno della morte e mi dà una nuova vita di giorno in giorno, e un giorno la sua pienezza mi sommergerà, vita dalla tua vita - tu stesso: Spirito Santo - Vita eterna! Sei tu il raggio che guizza giù dal trono del giudice eterno ed irrompe nella notte dell'anima che mai si è conosciuta? Misericordioso ed inesorabile penetra nelle pieghe nascoste. Si spaventa alla vista di se stessa lascia spazio al santo timore, inizio di ogni sapienza, che viene dall'alto e ci àncora con forza nell'alto: alla tua opera, come ci fa nuovi, Spirito Santo - Raggio Impenetrabile! Sei tu la pienezza dello Spirito e della forza con cui l'agnello sciolse il sigillo dell'eterno decreto divino? Da te sospinti i messaggeri del giudice cavalcano per il mondo e separano con spada tagliente il regno della luce dal regno della notte. Allora il cielo diventa nuovo e nuova la terra e tutto va al suo giusto posto con il tuo alito. Spirito Santo - Forza vittoriosa. Tu sei l'artefice che costruisce il duomo eterno che s'innalza dalla terra al cielo. Da te animate s'innalzano le colonne e restano saldamente fisse. Segnate con il nome eterno di Dio si alzano verso la luce sostenendo la cupola, che chiude il santo duomo coronandolo, la tua opera che trasforma il mondo. Spirito Santo - Mano creatrice di Dio. Sei tu colui che creò il chiaro specchio, vicinissimo al trono supremo, come un mare di cristallo, in cui la divinità amando si guarda? Ti chini sulla più bella opera della tua creazione e raggiante ti illumina il tuo proprio splendore, e la pura bellezza di tutti gli esseri, unita nel grazioso aspetto della Vergine, tua immacolata sposa: Spirito Santo - Creatore dell'universo. Sei tu il dolce canto dell'amore e del santo timore che eternamente risuona attorno al trono della Trinità e sposa in sé il puro suono di tutti gli esseri? L'armonia che congiunge le membra al capo, in cui ciascuno, felice, trova il segreto senso del suo essere e giubilante irradia, liberamente sciolto nel tuo fluire. Spirito Santo - Giubilo eterno!

Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)


mercoledì 20 agosto 2014

Purifica me

«Signore, amico degli uomini, a Te ricorro al mio risveglio, cominciando il compito assegnatomi nella tua misericordia: assistimi in ogni tempo ed in ogni cosa; preservami da ogni seduzione mondana, da ogni influenza del demonio; salvami e introducimi nel tuo Regno eterno.
Tu sei infatti il mio Creatore, la fonte ed il dispensatore di ogni bene: in te riposa tutta la mia speranza, ed io ti rendo gloria ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Mio Dio, purifica me, peccatore, che non ho mai fatto il bene davanti a Te; liberami dal male e fa che si compia in me la tua volontà: affinché senza timore di condanna, apra le mie labbra indegne e celebri il tuo Santo Nome: Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Abbi pietà di noi, Signore, abbi pietà di noi, privi di ogni giustificazione, noi peccatori ti rivolgiamo, o nostro Sovrano, questa supplica: abbi pietà di noi.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
Signore, abbi pietà di noi: in te infatti, abbiamo riposto la nostra fiducia; non ti adirare oltremodo con noi, né ricordare i nostri peccati; ma misericordioso come sei, volgi su di noi il tuo sguardo benigno e liberaci dai nostri nemici.
Tu infatti sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo; tutti siamo opera delle tue mani ed abbiamo invocato il tuo nome.
Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen». 

San Macario 

sabato 16 agosto 2014

XX Domenica del T.O. Mt 15,21-28



Oggi il vangelo ci presenta la storia di una donna disperata per la malattia di sua figlia. La sua preghiera fiduciosa e insistente permette a Gesù di vedere in lei il totale abbandono alla Sua potenza salvifica. Mettiamoci anche noi in questa disposizione d'animo, in una preghiera che non ha paura, ma che spera di trovare ciò che il cuore desidera nella volontà del Padre. Anche nelle situazioni più critiche poniamo tutta la nostra fiducia nell'aiuto di Gesù e vedremo. Non ne saremo delusi.

giovedì 14 agosto 2014

Assunzione della Beata Vergine Maria Lc 1,39-56



Oggi contempliamo l’incontro di due donne, un incontro fatto di gesti, di sussulti, di lodi e benedizioni. Forse non ci pensiamo mai troppo, ma quando incontriamo un'altra persona, in noi nasce una doppia reazione: una esteriore e una interiore, la prima affidata ai gesti  e la seconda  affidata alle emozioni. Contemplare questi ambiti relazionali significa entrare nel sacrario della relazione, ascoltare la qualità del nostro legame con l’altra persona; significa chiederci: “Il sentimento generato dall’incontro con l’altro in che modo implica la mia vita di fede?” Maria condivide la gioia di diventare mamma e la esprime come un incontro profondo con Dio. Ella annunzia la fedeltà e la protezione che Dio ha donato alla sua vita attraverso il dono di quel bambino.

venerdì 8 agosto 2014

XIX Domenica del T.O. Mt 14,22-33



In questo vangelo il Signore ci pone delle domande sulla fede. La nostra è una fede matura? Sappiamo camminare senza sprofondare? Dopo aver compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani, Gesù sembra abbassare i toni e, dopo aver esortato i discepoli a precederlo nel cammino, si allontana da loro, lasciandoli soli. La distanza mette in crisi, la mancanza di una guida suscita paure e turbamenti. Le azioni straordinarie che possiamo compiere sono suscitate e sostenute solo da una fede salda. Se essa vacilla, crollano anche le nostre imprese. Resta però la mano di Gesù a sostenerci in ogni avversità della vita. L’invito è allora a crescere nella fede, nell'affidamento al Maestro, colui che suscita in noi ogni desiderio di amore e di vita.

mercoledì 6 agosto 2014

Di fronte a Dio


«La relazione con Dio è quella che chiamiamo preghiera: in realtà si tratta di un’azione. Devi perciò riconoscere che solo in virtù di un atto spirituale il tuo spirito viene nutrito e riceve di­rettamente da Dio le energie per crescere. Ciò di cui devi essere convinto è che ogni contatto con Dio è preghiera, ma non ogni preghiera è contatto con Dio! Molti infatti pregano senza esservi preparati e senza alcun desiderio di co­municare con Dio. Ma questa non è preghiera, perché la preghiera è un’opera realizzata in col­laborazione tra l’uomo e Dio.
Se la «camera» è quindi il «luogo» messo a parte da Cristo per l’opera della preghiera inte­riore, ne consegue che per tutto il tempo che vi trascorri devi necessariamente perseverare nel­l’opera della preghiera; questo significa che devi sempre restare in contatto spirituale con Dio.
Dio può concedere a qualcuno l’opportunità di restare a lungo nella propria camera, come è il caso del monaco, che è giustamente ritenuto un cristiano che è entrato nella camera e che ha chiuso definitivamente la porta dietro di sé: questi non vuole avere più alcun rapporto con la mondanità e con le sue vane preoccupazioni. A un altro può darsi che Dio conceda la possibilità di restare nella propria camera solo alcune ore al giorno; ma alla maggior parte della gente non è possibile restarvi se non per un’ora al giorno, e a volte addirittura per un tempo ancora più breve. In ogni caso questa differenza di tempo disponi­bile per dimorare e pregare nella propria camera è compensata in altri modi dallo Spirito santo, quando uno è fedele e sincero nel proprio cam­mino spirituale. Infatti, nella misura in cui tu aneli veramente alla preghiera, lo Spirito ti con­cede, anche in poco tempo, delle grosse oppor­tunità di rallegrar ti e di sentirti ricolmo della presenza di Dio.
Non devi quindi rattristarti per la scarsità del tempo disponibile per appartarti nella camera; devi piuttosto assicurarti di essere pronto e pie­no di desiderio di comunicare con Dio: allora ti accorgerai che i minuti possono essere come giorni. In genere, comunque, il lamento per la scarsità del tempo disponibile per la preghiera è solo una falsa scusa per giustificare l’«io» nella sua negligenza, trascuratezza e indifferenza nel­lo stare di fronte a Dio».

 da Consigli per la preghiera di Matta el Meskin

sabato 26 luglio 2014

XVII Domenica del T.O. Mt 13,44-52



Nel Vangelo che la liturgia ci propone in questa domenica, Gesù ci parla del Regno dei cieli. Questa novità è l’annuncio della fedeltà di Dio che mai cessa di agire in favore dell’uomo. Tale grande dono si trova in luoghi ordinari come "i campi" della nostra vita e rivela qualcosa di prezioso e ancora nascosto nelle pieghe della nostra esistenza, bisognoso di venire alla luce. Questa è la responsabilità del discepolo, cioè di colui che ha deciso di seguire il Signore nella sua vita: tirare fuori dal proprio tesoro cose nuove e cose antiche che aspettano solo un piccolo invito per aprirsi e crescere grandemente.

giovedì 24 luglio 2014

Contemplazione




«Felice certo colei a cui è dato di godere di questo sacro banchetto, per aderire con tutte le fibre del suo cuore a colui del quale tutte le beate armate dei cieli ammirano incessantemente la bellezza, il cui amore appassionata, la cui contemplazione ristora, la cui benignità sazia; la cui soavità riempie, la cui memoria brilla soavemente, al cui odore i morti rivivranno, la cui visione gloriosa renderà beati tutti i cittadini della celeste Gerusalemme; poiché egli è lo splendore dell'eterna gloria, il candore della luce eterna e lo specchio senza macchia.
Questo specchio, guardalo ogni giorno, o regina, sposa di Gesù Cristo, e di continuo scruta attentamente in lui il tuo volto, cosicché interiormente ed esternamente tutta ti adorni, avvolta e cinta di vari colori, adornata pure con i fiori e le vesti di tutte le virtù, come conviene, figlia e sposa carissima del sommo Re. In questo specchio poi rifulge la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità, come potrai contemplare in tutto lo specchio, con la grazia di Dio.
[…] In mezzo allo specchio poi considera l'umiltà, almeno la beata povertà, gli innumerevoli disagi e le pene che ha sostenuto per la redenzione del genere umano. Alla fine di questo stesso specchio contempla la carità ineffabile, per la quale ha voluto patire sull'albero della croce e morirvi con un genere di morte più turpe di ogni altro.
Così lo stesso specchio, posto sul legno della croce, ammoniva egli stesso i passanti di ciò che là bisognava considerare, dicendo: O voi tutti che passate per via, considerate e vedete se c'è un dolore pari al mio; rispondiamo, dice, d'un solo spirito, a colui che grida e si lamenta d'una sola voce: Nella mia memoria mi ricorderò e la mia anima in me si struggerà.
Possa tu dunque, o regina del celeste Re, accenderti sempre più fortemente di questo ardore di carità Contemplando inoltre le indicibili sue delizie, ricchezze e onori perpetui e sospirando per l'eccessivo desiderio e amore del cuore, proclami: Trascinami dietro a te, corriamo seguendo l'odore dei tuoi unguenti, sposo celeste! Correrò e non verrò meno, finché tu non m'introduca nella cella del vino, finché la tua sinistra non sia sotto il mio capo e la tua destra non mi abbracci felicemente, e tu mi baci con il più felice bacio della tua bocca. Posta in questa contemplazione, abbi memoria della tua madre poverella, sapendo che io ho inciso inseparabilmente la tua felice memoria nelle tavole del mio cuore, avendoti tra tutti come la più cara».
Santa Chiara, Quarta lettera alla beata Agnese di Praga

sabato 19 luglio 2014

XVI Domenica del T.O. Mt 13,24-43



Il Vangelo di questa domenica chiede una fiducia incondizionata nell'efficacia dell’annuncio della Parola, nonostante la presenza del male insieme al bene paia spesso compromettere tale messaggio. Non spetta all'uomo il giudizio in merito ma a Dio, e il pensiero che la Sua pazienza sia più grande di ogni piccolezza umana è di grande conforto. L’impegno che ora deve starci a cuore è soprattutto quello di esprimere il nostro essere dalla parte del Regno e ciò sarà possibile solo nella misura in cui sapremo darne testimonianza. Testimonianza eloquente e coraggiosa di una realtà nascosta e silenziosa ma carica di forza vitale!

sabato 12 luglio 2014

XV Domenica del T.O. Mt 13,1-23



Gesù ci dona i suoi insegnamenti in diversi modi, uno di questi è la parabola, attraverso la quale ci conduce ad una riflessione profonda. In questa domenica Il Signore ci invita a interrogarci sul nostro atteggiamento nei confronti della sua parola. La condizione per essere discepoli che portino frutto è quella di essere pronti ad accogliere nel nostro cuore la parola di Dio, a custodirla e a metterla in pratica. Aiutaci Signore a coltivare quest'atteggiamento lungo tutta la nostra vita.