martedì 20 marzo 2012

SAN GIUSEPPE DA COPERTINO (1603-1663)


San Giuseppe da Copertino, al secolo Giuseppe Maria Desa, nacque il 17 giugno 1603 a Copertino (Lecce) in una stalla del paese. Quando era ancora un ragazzino il padre morì e fu sua madre Franceschina a crescere da sola i sei figli (Giuseppe era il più giovane) in un tempo di grande miseria e carestia per tutto il Salento. Ricordandola, Giuseppe un giorno dirà che la madre era stata una donna forte e vigorosa e che il noviziato glielo aveva fatto fare per prima proprio lei!
All'età di circa sette anni fu mandato nella scuola del paese, ma dovette presto lasciarla poiché un brutto male lo costrinse a letto per diversi anni. In quel periodo di sofferenza la madre, per sostenerlo e infondergli forza, gli lesse una delle biografie di San Francesco d’Assisi: ciò fece maturare in lui il desiderio di camminare alla sequela del poverello, diventando frate. I racconti sulla guarigione miracolosa del giovane Giuseppe sono i più disparati; riportiamo il seguente: un giorno la madre lo condusse presso il santuario di Santa Maria delle Grazie, per implorare dalla Madre di Dio la guarigione del figlio, e appena ebbe ricevuta l’unzione con l’olio della lampada votiva Giuseppe guarì all’istante, tanto da poter tornare con le proprie gambe al paese nativo.
Nel 1618, all'età di sedici anni, Giuseppe chiese di entrare tra i frati Minori Osservanti, ma da essi venne rimandato subito a casa giudicandolo “inadatto a tutto”. Volle allora provare tra i frati Minori Cappuccini, ma anch’essi, dopo un periodo di prova, lo rimandarono dalla madre con questa sentenza: “inadatto a qualsiasi mansione”. Solo grazie all’interessamento dello zio materno, Giuseppe riuscì, dopo molte resistenze, a farsi accettare dai frati Minori Conventuali presso il santuario mariano della Grottella: a ventidue anni finalmente potè vestire l’abito francescano!
In quel periodo, i frati non chiamati al sacerdozio svolgevano nei conventi i servizi più pesanti e faticosi. Anche per fr. Giuseppe le giornate erano caratterizzate dal duro lavoro manuale: la sua mansione particolare era di occuparsi dell’asina del convento.
Dopo qualche anno di vita in convento fr. Giuseppe espresse il desiderio di diventare sacerdote. Sebbene sapesse appena leggere e scrivere intraprese gli studi con volontà e dedizione. Accadde che il giorno dell'esame per il diaconato, di fronte al vescovo, a fr. Giuseppe fu chiesto di commentare una frase scelta casualmente nel Vangelo “benedetto il grembo che ti ha portato”: era l'unica frase che era stato in grado di studiare!
Pochi anni più tardi si presentò l’ultimo e più difficile esame, quello per l'ordinazione sacerdotale. I suoi compagni conoscevano il programma alla perfezione... ma non  Giuseppe. Il vescovo, dopo aver esaminato i primi candidati, che risposero brillantemente, e convinto che anche gli altri fossero altrettanto preparati, li ammise tutti in massa! Era il 4 marzo 1628. Per la seconda volta fr. Giuseppe superò l’ostacolo degli esami in modo stupefacente e fu così ordinato sacerdote per volere di Dio.
I superiori lo lasciarono nel santuario della Grottella per dieci anni e quello fu per lui un periodo veramente ricco dal punto di vista spirituale. La gente sapeva come Giuseppe aveva superato le difficoltà della vita affidandosi a Dio solo e per questo lo amava.
Fr. Giuseppe possedeva il dono della scienza infusa, nonostante si definisse “il frate più ignorante dell’Ordine Francescano”, amava i poveri e, come Sant’Antonio di Padova, alzava la voce contro chi cercava di opprimerli e sfruttarli. Amabile, sapeva essere sapiente nel dare consigli ed era molto ricercato dentro e fuori dell'Ordine.
Dopo due anni di terribile aridità spirituale, a fr. Giuseppe si accentuarono i fenomeni delle estasi con levitazioni: quando si pronunciavano i nomi di Gesù o di Maria, o nel contemplare un quadro della Madonna, o mentre pregava davanti al Tabernacolo dava improvvisamente un grido e si elevava da terra! Una volta, volando, andò a posarsi in ginocchio in cima a un olivo, rimanendovi per tutta la mezz’ora dell’estasi...
A causa di questi fenomeni mistici fr. Giuseppe costituì un problema per i suoi superiori: per distogliere da lui l’attenzione del popolo, che sempre più numeroso accorreva a vedere il santo francescano,  lo mandarono in vari conventi dell’Italia centraleDi lui s’interessò anche l’Inquisizione di Napoli, che lo convocò per capire di cosa si trattasse: proprio nel monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, davanti ai giudici, Giuseppe ebbe un’estasi e così il Santo Uffizio, alla presenza di papa Urbano VIII, lo assolse dall’accusa di abuso della credulità popolare e lo confinò in un luogo isolato, lontano da Copertino e sotto sorveglianza del tribunale.
Fu sballottato da un convento all’altro: Roma, Assisi, Pietrarubbia, Fossombrone ed infine ad Osimo (An), dove rimase per sette anni fino continuando ad avere estasi, a sollevarsi da terra e a operare prodigi miracolosi.
Ad Osimo morì il 18 settembre 1663 all'età di sessanta anni; fu beatificato il 24 febbraio 1753 da papa Benedetto XIV e proclamato santo il 16 luglio 1767 da papa Clemente XIII.
È patrono degli studenti.
Riposa nella chiesa a lui dedicata a Osimo. La sua festa liturgica è il 18 settembre.


PREGHIERA DELLO STUDENTE
DI AFFIDAMENTO A SAN GIUSEPPE

O Signore Gesù, tu sei la sapienza:
apri la mia menta al sapere gioioso.
O Signore Gesù, tu sei la verità:
fammi conoscere la via della giustizia
che fa certo il cammino della vita.
O Signore Gesù, tu sei la luce
che libera dalle tenebre:
fa risplendere in me
la bellezza e lo splendore del bene.
Per i meriti e l’intercessione
di San Giuseppe da Copertino
fa che accetti la fatica dello studio,
superi l’ansia degli esami,
gusti la gioia di una meritata promozione,
cammini sulla strada che tu, o Gesù,
hai tracciato per la mia vita,
mi prepari con impegno a servire i fratelli.
Fa che tutta la mia vita sia un canto d’amore
come lo fu per san Giuseppe da Copertino
alla cui protezione mi affido.
Gloria al Padre (3 volte)
  
(Preghiera scritta dall’Arcivescovo di Ancona-Osimo mons. Edoardo Menichelli)




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