Diciottesima domenica del Tempo Ordinario
Gv 6,24-35
La carità chiede affetto,
l’affetto segni molto concreti
per essere compreso e accolto
Alla folla affamata, Gesù aveva dato del pane perché si saziasse e questa Lo cerca per ciò che aveva mangiato. A lei è rivolto il primo invito ad assaporare più a fondo il senso di quel dono, per trovarne un altro che rimane per la vita eterna.
Ancora, la folla ricorda a Gesù il segno compiuto da Dio per Mosè, quando aveva sfamato il popolo nel deserto con la manna discesa dal cielo; e nuovamente Gesù li invita a guardare più in alto e a scorgere, oltre il visibile, l’essenziale, offrendo ciò che davvero dà vita, Se stesso:
«Io sono il pane della vita
chi viene a me non avrà fame
e chi crede in me
non avrà sete mai» (v.35)
Perché i giudei non capiscono? Cosa impedisce di credere a quella parola che avrebbe tolto loro la vera fame e la vera sete per sempre? E’ questo un rischio dal quale ci si possa sentire esenti?
Gesù abbi pazienza e donaci di gustare,
come anticipazione di una promessa grandiosa,
piccoli segni di resurrezione
che ci permettano di credere in Te.
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