"Questo Santo
assicurava che la letizia spirituale è il rimedio più sicuro contro le mille
insidie e astuzie del nemico. Diceva infatti: "Il diavolo esulta
soprattutto, quando può rapire al servo di Dio il gaudio dello spirito.
Egli porta della polvere, che cerca di gettare negli spiragli, per quanto
piccoli della coscienza e così insudiciare il candore della mente e la mondezza
della vita. Ma - continuava - se la letizia di spirito riempie il cuore,
inutilmente il serpente tenta di iniettare il suo veleno mortale.
I demoni non possono recare danno al servo di Cristo, quando lo vedono santamente
giocondo. Se invece l'animo è malinconico, desolato e piangente, con tutta
facilità o viene sopraffatto dalla tristezza o è trasportato alle gioie
frivole ".
Per questo il Santo cercava di
rimanere sempre nel giubilo del cuore, di conservare l'unzione dello spirito e l'olio
della letizia. Evitava con la massima cura la malinconia, il peggiore di
tutti i mali, tanto che correva il più presto possibile all'orazione, appena ne
sentiva qualche cenno nel cuore.
"Il servo di
Dio - spiegava - quando è turbato, come capita, da qualcosa, deve alzarsi subito
per pregare, e perseverare davanti al Padre Sommo sino a che gli restituisca
la gioia della sua salvezza. Perché, se permane nella tristezza, crescerà
quel male babilonese e, alla fine, genererà nel cuore una ruggine indelebile,
se non verrà tolta con le lacrime" (Fonti Francescane n.709).
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