Ascolta: Beethoven- Sonata n°8 Patetica
Una delle condizioni più necessarie per
conquistare la libertà interiore è la capacità di vivere il momento presente.
Adesso vorremo appunto sviluppare questo
tema, che è assolutamente importante per
la nostra crescita spirituale.
La prima osservazione è che non possiamo
veramente esercitare la nostra libertà se non nel momento presente.
Sul nostro passato infatti non abbiamo
alcuna presa, non possiamo cambiare nemmeno uno iota; tutti gli scenari che
possiamo immaginarci per tentare di rivivere un avvenimento passato che
rimpiangiamo o consideriamo un fallimento (avrei dovuto dire questo ,fare
quello…) non sono che vento: non è possibile andare indietro nel tempo. Il solo
atto di libertà che possiamo fare riguardo al passato è accettarlo com’è stato
e rimetterlo con fiducia a Dio.
Abbiamo scarsa presa anche sull’avvenire.
Sappiamo benissimo che, nonostante tutte le nostre previsioni, le nostre
pianificazioni e le nostre certezze, basta poco perché niente vada come
previsto. Non possiamo veramente programmare la nostra vita, non possiamo che
accettarla momento dopo momento.
La sola cosa che ci appartiene non è, a
ben guardare che il momento presente. È il solo luogo in cui possiamo veramente
compiere degli atti liberi. Soltanto nel momento presente possiamo avere un
vero contatto con la realtà.
Il momento presente è anzitutto quello
della presenza di Dio. «Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine dei
tempi». Dio è l’eterno presente. Dobbiamo essere convinti che ogni istante,
qualunque sia il suo contenuto, è pieno della presenza di Dio. Ricco di una
possibilità d’amore con Dio.
Invece di continuare a proiettarci nel
passato o nell’avvenire, dovremo imparare a vivere ogni momento come bastante a
sé, come pienezza di esistenza, perché lì c’è Dio e, se Dio è lì, nulla mi
manca.
In una prospettiva cristiana, c’è
qualcosa di molto liberatorio in questa comprensione della grazia del momento
presente. Anche se il mio passato è stato tutto un disastro, anche se il mio
avvenire non pare promette niente di buono, adesso
invece posso mettermi, con un atto di fede, di fiducia e di abbandono, in
comunione con Dio.
Come dice il Salmo 145 (144): «A te sono
rivolti gli occhi di tutti, in attesa, e a tempo opportuno tu dai cibo
abbondante a ogni vivente».
Philippe Jacques, La libertà interiore
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