Ventottesima domenica
del Tempo Ordinario
Mc 10,17-30
«Maestro buono…»…
«Perché mi chiami buono?
Nessuno è buono, se non Dio solo».
Gesù non dice all'uomo che gli corre incontro “non chiamarmi buono”, ma,
“perché mi chiami così?”: è bello pensare che, con questa domanda, Gesù abbia
sentito che l’uomo lo riconosceva nella sua Persona divina.
Gesù vede che in quest’uomo c’è un desiderio vero di
ottenere la salvezza e «fissato lo sguardo su di lui, lo
amò»
Allora l’uomo, credendo di non essere in grado di fare
questo, se ne va triste, perché troppo attaccato alle sue sicurezze.
Perché Gesù non lo ha fermato e non gli ha imposto di
seguirlo, Lui che ne avrebbe avuto tutto il diritto e il potere?
Perché il suo amore è
così grande da essersi imposto come un “limite” che ha scelto di non
oltrepassare: quello della nostra libertà. Non ci vuole schiavi, ma liberi di sceglierLo.
Ma, allora, come
possiamo salvarci?
È lui che ci salva, anzi, ci ha già salvati, non per meriti
nostri, ma per Suo puro amore. A noi è chiesto di scegliere Lui, senso di tutta la nostra
esistenza, e metterLo al primo posto nella nostra vita, anche quando questo
sembra difficile.
Al resto ci pensa Lui.
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