Ascolta qui: The lamentations of Jeremiah di Thomas Tallis
«Quanto e come ci hai amati, tu che non hai
risparmiato il tuo proprio Figlio, ma l’hai dato per noi tutti, lui che ci ha
amati ed ha dato se stesso per noi! Lui è la parola che tu ci rivolgi, Signore,
l’onnipotente tua voce, la quale, mentre tutto era avvolto dal profondo
silenzio dell’errore, venne dal suo trono regale, implacabile vincitore
dell’errore, dolce dispensatore d’amore. E tutto ciò che fece, tutto ciò che
disse sulla terra, fino agli insulti, agli sputi e agli schiaffi, fino alla
croce e al sepolcro, non fu altro che il tuo parlarci per bocca del tuo Figlio,
provocando e suscitando col tuo amore il nostro amore per te. Tu, infatti,
sapevi, o Dio creatore delle anime, che a questo slancio le anime dei figli degli
uomini non possono essere costrette, ma devono essere sollecitate, perché là
dove c’è costrizione, non c’è libertà; e dove non c’è libertà, non c’è
giustizia.
Tu, invece, Signore giusto, volevi salvarci con giustizia, tu che
nessuno salvi o condanni se non con giustizia, che istruisci per noi il
giudizio e la causa, che siedi sul trono e rendi giustizia, quella giustizia,
però, che hai stabilito tu, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo
sia sottomesso a Dio (Rm 3,19),
poiché tu usi misericordia a chi usi misericordia ed hai pietà di chi avrai
avuto misericordia. Hai, dunque, voluto che ti amassimo, noi che non potevamo
essere salvati con giustizia se non amandoti, e non potevamo amarti se questo
amore non fosse venuto da te. Tu, Signore, come dice l’Apostolo del tuo amore e
come abbiamo già detto anche noi, ci hai amati per primo e per primo ami tutti
coloro che ti amano».
Guglielmo di Saint-Thierry, La contemplazione di Dio
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