Giovani frati in cammino

...vieni a seguirci su Facebook!

Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

venerdì 28 giugno 2013

XIII domenica del Tempo Ordinario, Lc 9,51-62

Gesù prende la strada che lo condurrà alla croce e ci va come un povero, vincolato dai capricci degli uomini che potranno anche rifiutare di accoglierlo, abbandonato alla volontà del Padre dal quale non aspetta nessun intervento miracoloso o spettacolare. Chi vuole seguirlo deve accettare questa povertà: non avere una casa dove riposare tranquillamente, volersi disponibile anche al costo di tagliare alcuni "ponti", senza uno sguardo nostalgico verso il passato, ma proteso verso la meta, cioè la vita eterna.



lunedì 24 giugno 2013

Armonie dello Spirito


Ascolta qui: Fly di Ludovico Einaudi


Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita; ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che tu abbia un’ala soltanto, l’altra la tieni nascosta, forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me; per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami, allora, a librarmi con Te, Perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla, vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l’avventura della libertà. Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te. Ma non basta saper volare con Te, Signore. Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.  Non farmi più passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l’ala, l’unica ala inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te; soprattutto per questo fratello sfortunato, dammi, o Signore, un’ala di riserva.
don Tonino Bello

venerdì 21 giugno 2013

XII Domenica del Tempo Ordinario Lc 9,18-24



Chi sono io per te?”. Questa è la domanda che il Signore rivolge a ciascuno di noi. Una questione che ci tocca nel profondo e che ci mette continuamente in discussione, perché nasce da una Sua iniziativa e pertanto esige da parte nostra una risposta autentica che non sia semplicemente frutto di idee approssimative o di preconcetti. Non è possibile evitare il coinvolgimento, lasciando rispondere gli altri in nostra vece, perché le parole di Gesù esprimono chiaramente una richiesta di relazione personale, senz'altro impegnativa, ma la sola in grado di realizzarci pienamente. Non temiamo, dunque, di lasciarci provocare in questo cammino di graduale scoperta del Suo volto e restiamo uniti a Lui, anche se seguirlo significherà condividerne il medesimo destino… che è sì un destino di croce, ma anche e soprattutto di risurrezione!


lunedì 17 giugno 2013

Lode all'Altissimo - Salmo 131

Clicca sull'immagine per visualizzare il video
"L'ispirazione principale per questo video è il desiderio di rendere il più alto onore a Dio e invitare altri a lodare il Creatore. Questo è quello che ha fatto San Francesco d'Assisi, lodando il Creatore nelle Sue creature. Così i suoi figli spirituali vogliono seguire l'esempio del Serafico Padre."

Traduzione della canzone dal polacco:  

Salmo 131
Signore, non si inorgoglisce il mio cuore 
e non si leva con superbia il mio sguardo; 
non vado in cerca di cose grandi, 
superiori alle mie forze. 

Io sono tranquillo e sereno 
come bimbo svezzato in braccio a sua madre, 
come un bimbo svezzato è l'anima mia. 

Speri Israele nel Signore, 
ora e sempre.




sabato 15 giugno 2013

XI domenica Tempo Ordinario Lc 7,36.8,3


«E' una peccatrice!» (Lc 7,39). Questo è il grido  scagliato dal fariseo, ma è anche il grido di ogni uomo lontano da Dio. Quello che per il fariseo è odore di morte, per Gesù è profumo di vita. Quale distanza separa il fariseo da Gesù, pur essendogli accanto! La "peccatrice" è una donna che, sì, ha peccato, ma ha anche tanto amato. Ella rende onore alla vita buona offrendo il suo pentimento come incenso profumato e lacrime come balsamo. Tutto il resto è amore, servizio per il prossimo. Ella si china sui piedi di Gesù, li bagna, li asciuga, li bacia, compiendo i medesimi gesti di Gesù nella lavanda dei piedi. «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per...» (Gv 15,13). Questa esperienza è intrinsecamente spirituale perchè abitata dallo Spirito Santo da parte di coloro che hanno gli occhi puntati su Gesù, riconosciuto come l'unica speranza, come il vero e unico salvatore. C'è allora gioia nel regno di Dio per ogni figlio che torna sulla strada della vita.
Allora rendiamo grazie al Maestro, dono incommensurabile dentro la vita di ciascuno di noi.


mercoledì 12 giugno 2013

Solennità di sant'Antonio di Padova



Sant'Antonio è un uomo di Dio, senza "se" e senza "ma". Egli è tutto orientato al Signore perchè ha sempre combattuto la "buona battaglia" della fede. Egli ci ricorda l'importanza del combattimento spirituale, cioè, quella lotta che ha come fine l'adesione al Signore Gesù. Non si può essere suoi discepoli senza il rinnegamento del male che ci abita dentro. Questa battaglia si vince solo confidando nel Signore e nella sua grazia, ma non solo... La misericordia ricrea in ogni momento la nostra vita. Affidiamoci sempre all'amore di Dio che possiamo sperimentare anche nel sacramento della Riconciliazione, di cui sant'Antonio è stato un grandissimo interprete e promotore. Non dobbiamo avere paura di Dio che, ancora oggi, è in mezzo a noi con il suo infinito amore ri-creatore, ossia, misericordioso! Chiediamo a sant'Antonio il miracolo della guarigione interiore.


lunedì 10 giugno 2013

Armonie dello Spirito


Ascolta qui: Track and Field di Giovanni Bomoll


«Nei suoi Sermoni, Antonio di Padova parla della preghiera come di un rapporto di amore, che spinge l’uomo a colloquiare dolcemente con il Signore, creando una gioia ineffabile, che soavemente avvolge l’anima in orazione. Antonio ci ricorda che la preghiera ha bisogno di un’atmosfera di silenzio che non coincide con il distacco dal rumore esterno, ma è esperienza interiore, che mira a rimuovere le distrazioni provocate dalle preoccupazioni dell’anima, creando il silenzio nell’anima stessa. Secondo l’insegnamento di questo insigne Dottore francescano, la preghiera è articolata in quattro atteggiamenti, indispensabili, che, nel latino di Antonio, sono definiti così: obsecratio, oratio, postulatio, gratiarum actio. Potremmo tradurli nel modo seguente: aprire fiduciosamente il proprio cuore a Dio; questo è il primo passo del pregare, non semplicemente cogliere una parola, ma aprire il cuore alla presenza di Dio; poi colloquiare affettuosamente con Lui, vedendolo presente con me; e poi – cosa molto naturale - presentargli i nostri bisogni; infine lodarlo e ringraziarlo. In questo insegnamento di sant’Antonio sulla preghiera cogliamo uno dei tratti specifici della teologia francescana, di cui egli è stato l’iniziatore, cioè il ruolo assegnato all’amore divino, che entra nella sfera degli affetti, della volontà, del cuore, e che è anche la sorgente da cui sgorga una conoscenza spirituale, che sorpassa ogni conoscenza. Infatti, amando, conosciamo.
Scrive ancora Antonio: “La carità è l’anima della fede, la rende viva; senza l’amore, la fede muore” (Sermones Dominicales et Festivi II).
Soltanto un’anima che prega può compiere progressi nella vita spirituale: è questo l’oggetto privilegiato della predicazione di sant’Antonio. Egli conosce bene i difetti della natura umana, la nostra tendenza a cadere nel peccato, per cui esorta continuamente a combattere l’inclinazione all’avidità, all’orgoglio, all’impurità, e a praticare invece le virtù della povertà e della generosità, dell’umiltà e dell’obbedienza, della castità e della purezza. Agli inizi del XIII secolo, nel contesto della rinascita delle città e del fiorire del commercio, cresceva il numero di persone insensibili alle necessità dei poveri. Per tale motivo, Antonio più volte invita i fedeli a pensare alla vera ricchezza, quella del cuore, che rendendo buoni e misericordiosi, fa accumulare tesori per il Cielo. “O ricchi - così egli esorta - fatevi amici… i poveri, accoglieteli nelle vostre case: saranno poi essi, i poveri, ad accogliervi negli eterni tabernacoli, dove c’è la bellezza della pace, la fiducia della sicurezza, e l’opulenta quiete dell’eterna sazietà”».
dall’Udienza Generale, 10 febbraio 2010, di Benedetto XVI



venerdì 7 giugno 2013

X domenica del Tempo Ordinario Lc 7,11-17



La nostra anima è come la madre di quel ragazzo, che nel silenzio anela alla vita del figlio.
Così l’anima anela a Dio perché tutta la nostra vita torni alla relazione con Colui che è la Vita.
Il Signore non rimane indifferente al nostro profondo anelito di risurrezione dalla morte del peccato e ci dona ogni giorno una nuova speranza, una “nuova vita”, in attesa della vita senza fine.

GRAZIE, SIGNORE, PER IL DONO DELLA TUA VITA, CHE CI HA DATO LA VITA!

mercoledì 5 giugno 2013

Armonie dello Spirito


Ascolta qui: Ubi caritas

«Trafiggi, o dolcissimo Signore Gesù, la parte più intima dell’anima mia con la soavissima e salutare ferita dell’amor tuo, con vera, pura, santissima, apostolica carità, affinché continuamente languisca e si strugga l’anima mia per l’amore e il desiderio di Te solo. Te brami, e venga meno presso i tuoi tabernacoli, e sospiri di essere sciolta (dai lacci del corpo) e di essere con Te. Fa’ che l’anima mia abbia fame di Te, pane degli Angeli, ristoro delle anime sante, pane nostro quotidiano, pane soprannaturale che hai ogni dolcezza ed ogni sapore e procuri la gioia più soave. Di Te, che gli Angeli desiderano di contemplare incessantemente, abbia fame e si sazi il cuor mio, e della dolcezza dei tuo sapore sia riempita la parte più intima dell’anima mia: abbia ella sempre sete di Te, fonte di vita, fonte di saggezza e di scienza, sorgente dell’eterna luce, torrente di delizie, dovizia della casa di Dio.
Te sempre ambisca, Te cerchi, Te trovi, Te si prefigga come meta, a Te giunga, a Te pensi, di Te parli e tutte le cose faccia ad onore e gloria dei tuo nome con umiltà e con discernimento, con amore e con piacere, con facilità e con affetto, con perseveranza che duri fino alla fine. E Tu solo sii sempre la mia speranza e la mia fede, la mia ricchezza e il mio diletto, la mia gioia, il mio gaudio, il mio riposo, la mia tranquillità, la mia pace, la mia soavità, il mio profumo, la mia dolcezza, il mio cibo, il mio ristoro, il mio rifugio, il mio aiuto, la mia scienza, la mia parte, il mio bene, il mio tesoro, nel quale fissi e fermi, con salde radici, rimangano la mente ed il cuor mio». 
San Bonaventura da Bagnoregio

lunedì 3 giugno 2013

Eucaristia, la mia autostrada per il cielo

Vi lasciamo ad una testimonianza perfettamente in accordo con la domenica del Corpo e Sangue di Gesù. Carlo Acutis è un ragazzo di 15 anni partito per il Cielo nel 2006 a soli 15 anni. L'amore per l'Eucaristia lo ha portato a progettare persino una mostra dei miracoli eucaristici! Per saperne di più visitate il sito http://www.carloacutis.com.

Ecco un video per conoscere meglio questo straordinario ragazzo: 

Clicca sull'immagine per vedere il video

Buona visione!