Giovani frati in cammino

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Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

sabato 26 luglio 2014

XVII Domenica del T.O. Mt 13,44-52



Nel Vangelo che la liturgia ci propone in questa domenica, Gesù ci parla del Regno dei cieli. Questa novità è l’annuncio della fedeltà di Dio che mai cessa di agire in favore dell’uomo. Tale grande dono si trova in luoghi ordinari come "i campi" della nostra vita e rivela qualcosa di prezioso e ancora nascosto nelle pieghe della nostra esistenza, bisognoso di venire alla luce. Questa è la responsabilità del discepolo, cioè di colui che ha deciso di seguire il Signore nella sua vita: tirare fuori dal proprio tesoro cose nuove e cose antiche che aspettano solo un piccolo invito per aprirsi e crescere grandemente.

giovedì 24 luglio 2014

Contemplazione




«Felice certo colei a cui è dato di godere di questo sacro banchetto, per aderire con tutte le fibre del suo cuore a colui del quale tutte le beate armate dei cieli ammirano incessantemente la bellezza, il cui amore appassionata, la cui contemplazione ristora, la cui benignità sazia; la cui soavità riempie, la cui memoria brilla soavemente, al cui odore i morti rivivranno, la cui visione gloriosa renderà beati tutti i cittadini della celeste Gerusalemme; poiché egli è lo splendore dell'eterna gloria, il candore della luce eterna e lo specchio senza macchia.
Questo specchio, guardalo ogni giorno, o regina, sposa di Gesù Cristo, e di continuo scruta attentamente in lui il tuo volto, cosicché interiormente ed esternamente tutta ti adorni, avvolta e cinta di vari colori, adornata pure con i fiori e le vesti di tutte le virtù, come conviene, figlia e sposa carissima del sommo Re. In questo specchio poi rifulge la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità, come potrai contemplare in tutto lo specchio, con la grazia di Dio.
[…] In mezzo allo specchio poi considera l'umiltà, almeno la beata povertà, gli innumerevoli disagi e le pene che ha sostenuto per la redenzione del genere umano. Alla fine di questo stesso specchio contempla la carità ineffabile, per la quale ha voluto patire sull'albero della croce e morirvi con un genere di morte più turpe di ogni altro.
Così lo stesso specchio, posto sul legno della croce, ammoniva egli stesso i passanti di ciò che là bisognava considerare, dicendo: O voi tutti che passate per via, considerate e vedete se c'è un dolore pari al mio; rispondiamo, dice, d'un solo spirito, a colui che grida e si lamenta d'una sola voce: Nella mia memoria mi ricorderò e la mia anima in me si struggerà.
Possa tu dunque, o regina del celeste Re, accenderti sempre più fortemente di questo ardore di carità Contemplando inoltre le indicibili sue delizie, ricchezze e onori perpetui e sospirando per l'eccessivo desiderio e amore del cuore, proclami: Trascinami dietro a te, corriamo seguendo l'odore dei tuoi unguenti, sposo celeste! Correrò e non verrò meno, finché tu non m'introduca nella cella del vino, finché la tua sinistra non sia sotto il mio capo e la tua destra non mi abbracci felicemente, e tu mi baci con il più felice bacio della tua bocca. Posta in questa contemplazione, abbi memoria della tua madre poverella, sapendo che io ho inciso inseparabilmente la tua felice memoria nelle tavole del mio cuore, avendoti tra tutti come la più cara».
Santa Chiara, Quarta lettera alla beata Agnese di Praga

sabato 19 luglio 2014

XVI Domenica del T.O. Mt 13,24-43



Il Vangelo di questa domenica chiede una fiducia incondizionata nell'efficacia dell’annuncio della Parola, nonostante la presenza del male insieme al bene paia spesso compromettere tale messaggio. Non spetta all'uomo il giudizio in merito ma a Dio, e il pensiero che la Sua pazienza sia più grande di ogni piccolezza umana è di grande conforto. L’impegno che ora deve starci a cuore è soprattutto quello di esprimere il nostro essere dalla parte del Regno e ciò sarà possibile solo nella misura in cui sapremo darne testimonianza. Testimonianza eloquente e coraggiosa di una realtà nascosta e silenziosa ma carica di forza vitale!

sabato 12 luglio 2014

XV Domenica del T.O. Mt 13,1-23



Gesù ci dona i suoi insegnamenti in diversi modi, uno di questi è la parabola, attraverso la quale ci conduce ad una riflessione profonda. In questa domenica Il Signore ci invita a interrogarci sul nostro atteggiamento nei confronti della sua parola. La condizione per essere discepoli che portino frutto è quella di essere pronti ad accogliere nel nostro cuore la parola di Dio, a custodirla e a metterla in pratica. Aiutaci Signore a coltivare quest'atteggiamento lungo tutta la nostra vita.

giovedì 10 luglio 2014

La compassione


«La compassione è cosa diversa dalla pietà. La pietà suggerisce distanza, persino una certa condiscendenza. Io spesso agisco con pietà: do del denaro a un mendicante nelle strade di Toronto o di New York, ma non lo guardo negli occhi, non mi siedo con lui, non gli parlo. Sono troppo occupato per fare veramente attenzione all'uomo che mi si rivolge. Il mio denaro sostituisce la mia personale attenzione e mi dà una scusa per proseguire il mio cammino.
Compassione significa stare vicino a chi soffre. Ma possiamo stare vicino a un'altra persona soltanto se siamo disposti a diventare vulnerabili noi stessi. Una persona compassionevole dice: "Sono tuo fratello; sono tua sorella; sono umano, fragile e mortale, proprio come te. Non mi scandalizzo per le tue lacrime e non ho paura del tuo dolore. Anch'io ho pianto. Anch'io ho sofferto". Possiamo essere con l'altro soltanto quando l'altro cessa di essere "altro" e diventa come noi.
È forse questa la ragione principale per cui talvolta troviamo più facile mostrare pietà che non compassione. La persona che soffre ci invita a diventare consapevoli della nostra propria sofferenza. Come posso dare risposta alla solitudine di qualcuno se non ho contatto con la mia stessa esperienza della solitudine? Come posso essere vicino a un handicappato, se rifiuto di riconoscere i miei handicap? Come posso essere col povero quando non sono disposto a confessare la mia propria povertà?
Quando rifletto sulla mia vita, mi rendo conto che i momenti di maggiore conforto e consolazione sono stati momenti in cui qualcuno mi ha detto: "Non posso toglierti il tuo dolore, non posso offrire una soluzione al tuo problema, ma posso prometterti che non ti lascerò solo e starò con te finché potrò e nel modo migliore di cui sarò capace". Vi è molta sofferenza e molto dolore nella nostra vita, ma quale benedizione quando non dobbiamo vivere da soli il nostro dolore e la nostra sofferenza. Questo è il dono della compassione».

da Vivere nello Spirito di Henri J. M. Nouwen


domenica 6 luglio 2014

Vita da frati: nuova testimonianza!

"Cosa stai cercando? Chi stai cercando?". Spesso questi interrogativi si affacciano alla mia mente mentre pongo lo sguardo sulle persone che vengono alla Basilica di Sant'Antonio e si dirigono alla Tomba del Santo per passarvi la mano in segno di devozione e affetto, per affidare le loro ansie, sofferenze, ma anche per esprimere la loro gioia, il loro grazie! Continua...

sabato 5 luglio 2014

XIV Domenica del T.O. Mt 11,25-30



Come può un giogo essere dolce e un peso leggero? Sicuramente la differenza sta nell'aggettivo possessivo "mio". Ciò che è di Cristo è buono e tutto ciò che viene toccato dalla sua presenza si trasforma in vita, giusta e vera. Modellati in Lui dal giogo che ci guida e dal carico che ci stabilizza, seguiamo la via del Signore per essere miti e umili di cuore come Lui e capaci di lodare il Padre, Signore del cielo e della terra.