Giovani frati in cammino

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Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

martedì 31 dicembre 2013

Solennità di Maria Santissima Madre di Dio Lc 2,16-21



Questa solennità mette in luce due atteggiamenti fondamentali di Maria, caratteristici del mondo femminile: custodire e meditare nel proprio cuore.  Il grembo custodisce ed il cuore “elabora” quanto vi è conservato. Maria ha posto il “benedetto” chiavistello all'interno della toppa del cuore e non all'esterno. Lei apre a ciò che è buono, giusto e vero, poiché riconosce familiare la Parola. La verginità di Maria è così feconda e gioiosa, anche nei terribili giorni della prova, perché la speranza generata in lei è più grande di ogni tristezza, di ogni male che soffoca la vita. La maternità di Maria è tutta premura e tenerezza, anche sotto la croce, sempre! E allora… Chi ha le chiavi del nostro cuore? Perché siamo infecondi? Sulla maternità san Francesco “osa” di più, arrivando a definire che noi «Siamo madri, quando portiamo Gesù nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio». (F.F. 178/2. Lettera ai fedeli, prima recensione). Lasciamoci accompagnare in profondità da Maria, la “Vergine veramente feconda”. Generando Gesù, il Salvatore, ha anche generato in noi la speranza della Vita nuova, lasciando che l’acqua della mestizia possa essere trasformata da Gesù nel vino della gioia: Maria ci ha donato Gesù, ci ha donato tutta la nostra fede! Camminiamo incontro alla Santa Famiglia come i pastori e magnifichiamo anche noi il Signore per quanto ci offre quest’oggi di vivere.

sabato 28 dicembre 2013

Santa Famiglia Mt 2,13-15.19-23



Il Vangelo che ci viene proposto in quest'ultima domenica del 2013 è davvero suggestivo; siamo infatti condotti alla conclusione dell'anno dal luminoso esempio della Santa Famiglia. Il protagonista di questo brano è Giuseppe. La sua presenza nella vita di Maria e di Gesù bambino è stata fondamentale. Obbedendo all'angelo apparsogli in sogno, Giuseppe ha fatto da tramite nella realizzazione del progetto di Dio. Ogni essere umano appartiene ad una famiglia, anche se ne è abbandonato. La responsabilità di ogni membro, padre, madre o figlio, è essenziale per la crescita dell'intero nucleo. A ciascuno infatti Il Signore affida un compito specifico per il bene di tutti. Dunque, per vivere responsabilmente il nostro ruolo in famiglia dobbiamo ascoltare e obbedire alla voce del Signore. Imploriamo allora l'intercessione della Santa Famiglia, perché ci doni coraggio nel nostro cammino e ci aiuti a compiere nelle nostre famiglie la volontà di Dio.

martedì 24 dicembre 2013

Natale del Signore Lc 2,15-20



Rallegriamoci! Oggi è nato per noi Colui che aspettavamo. Oggi è nato Colui che ci salverà dal male e dai nostri peccati. Come i pastori andiamo, corriamo fino a Betlemme per vedere, per contemplare con i nostri occhi il bambino che ci è stato annunciato dai profeti. É un contemplare che richiede uno sguardo di fede; in effetti in questo bambinello vulnerabile e in apparenza senza niente di speciale, si nasconde il Dio che da tutta l’eternità ci ha amati e che è venuto a compiere l’atto supremo dell’amore facendosi uomo per noi. Il mistero dell’Incarnazione è così meraviglioso che ci è difficile trattenerlo per noi e annunciarlo diventa un’esigenza, proprio come fecero i pastori: “quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori”. Se davvero incontriamo il Dio fatto bambino, pur non comprendendo del tutto, avvertiamo che è qualcosa di più grande di noi e questo ci spinge a condividere la buona notizia. Non dobbiamo aver paura dello stupore di chi ci ascolta, né della parte di mistero che non capiamo, si tratta qui di tuffarsi in esso! Questo è l’insegnamento di Maria che custodiva e meditava tutto dentro di sé. È un atteggiamento di abbandono e di fiducia. Preoccupiamoci di Gesù che nasce nella nostra vita, Lui si preoccuperà di noi. La grazia del Natale ci faccia vivere il nostro quotidiano glorificando e lodando Dio come i pastori, perché nella nostra vita qualcosa è cambiato, è nato un bambino…

venerdì 20 dicembre 2013

"Venite Fedeli" cantato dai giovani frati



Ascolta qui: Venite fedeli cantato dai Giovani frati


I giovani frati della comunità Sant'Antonio Dottore
e p. Alessandro Fortin OFMConv.,
maestro della cappella "San Massimo",
augurano a tutti voi un
Santo e sereno Natale!


!REGALO!
Clicca qui per vedere il nostro video di auguri

IV Domenica di Avvento Mt 1,18-24



Così estirperai il male di mezzo a te” (Dt 22,21): questa è la promessa della Legge che giustifica l’atto del ripudio. Giuseppe, uomo giusto, vive una situazione drammatica; la sua promessa sposa Maria è incinta… lui non può riconoscere il figlio… sarebbe come coprire i fatti con la menzogna… Tuttavia Giuseppe rimane aperto alla parola del Signore, ed ecco che riceve una promessa più grande: il bambino che è generato in Maria, Gesù, è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, venuto lui stesso in mezzo a noi non solo per “estirpare il male”, ma per salvare il popolo dai peccati! Così Giuseppe si fida di Dio e agisce sulla sua Parola. Oggi, tra le tante promesse del mondo, qual è la promessa più grande che Dio mi fa?

sabato 14 dicembre 2013

III Domenica di Avvento Mt 11,2-11



Con questo brano di Vangelo possiamo collocarci bene nella terza e penultima tappa di un possibile cammino di conversione per un cristiano. Nella prima ci si potrebbe trovare nella condizione di sentire dentro di sé un Dio che ci parla, senza però avere alcuna intenzione di ascoltarlo. Nella seconda la dimensione dell'ascolto potrebbe prendere piede e muoverci a seguire timidamente quanto si sente dentro, ma senza grandi risultati. Nella terza, appunto, e visti i risultati, ecco insorgere il dubbio: ma sei proprio tu, Signore, a parlarmi? La quarta è Gesù stesso a mostrarcela: «I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano... i morti risuscitano».
Certo, finché tutte queste cose non ci riguardano da vicino fino a toccarci, il dubbio potrebbe rimanere...
Ma quanto siamo attenti a ciò che accade intorno a noi?... e dentro di noi?!

venerdì 6 dicembre 2013

Solennità dell'Immacolata Concezione Lc 1,26-38



Con Maria scopriamo la nostra vocazione: servire. E non c’è nulla di negativo, di umiliante in questo: Gesù stesso si è fatto servo, come ben possiamo osservare nella lavanda dei piedi. E questo servizio che vediamo nella madre e nel figlio ha un solo fine: l’amore (vi ricordate la canzone “Servo per amore”?). Così questo servizio per Maria copre un’intera vita: dall'accogliere nel grembo il figlio Gesù dopo l’annuncio dell’angelo, all'accoglierlo nuovamente nel grembo quando, consegnato lo spirito, lo riceve morto sotto la croce. Non esiste amore più grande, dare la vita…

venerdì 29 novembre 2013

I Domenica di Avvento, Mt 24,37-44



Varchiamo dunque, in punta di piedi, il portale d’Avvento. Tempo di attesa, in cui l’evangelista Matteo ci accompagnerà per mano e, da lì, per tutto l’anno liturgico. Un segno contraddistingue questa soglia: l’accensione della prima candela della corona d’Avvento che notiamo in ogni Chiesa, ai piedi del presbiterio. Segno efficace e semplice, fatto di uno stoppino, un po’ di cera e d’aria che alimenta una fiammella. Insieme alle altre tre che verranno accese nelle domeniche successive, essa ci annuncia la venuta del Figlio di Dio, ma già da sola, accanto al tabernacolo, può bastare a segnalarci la presenza di Gesù. È sufficiente a illuminare la notte e a sorprendere così il ladro citato nel Vangelo, che vuol venire a rubare la Parola seminata nel cuore? Certamente si! Può bastare a ricordarci di “non estinguere lo spirito della santa orazione”, tanto raccomandato dal nostro san Francesco? Ancora si! Basterà sostituire lo stoppino con il tempo dedicato alla preghiera e la cera con la nostra fragile umanità, e troveremo una vita consumata e compiuta nell'attesa del Cristo Bambino.

mercoledì 27 novembre 2013

Armonie dello Spirito



Ascolta qui: Mozart-Concerto per clarinetto e orchestra

«Fra tutti gli esercizi spirituali la purezza del cuore tiene il primo posto. Essa è il fine e la ricompensa di tutto il lavoro spirituale e non appartiene che a colui il quale vive veramente secondo lo spirito e da buon religioso.
Mettete dunque ogni vostra cura, ogni vostra capacità e ogni energia per liberare il vostro cuore, i vostri sensi e le vostre affezioni da tutto ciò che potrebbe ostacolarne la libertà, incatenarvi e rendervi schiavi.
Combattete costantemente per riunire tutte le affezioni disordinate del vostro cuore nell’amore della sola e pura verità e del bene supremo.
L’anima vostra allora potrà ancorarsi tenacemente in Dio e nelle cose divine, voi sdegnerete le frivolezze della terra e il vostro cuore si verrà trasformando, fino nella più intima fibra, in Nostro Signore Gesù.
Quando avrete incominciato a spogliarvi e a liberarvi di ciò che è terrestre, a semplificare e tranquillizzare con fiducia il cuore e lo spirito in Dio, per bere ed assaporare con tutte le vostre potenze i flutti dei favori divini, e a fissare la vostra volontà ed intelligenza in Dio, allora non vi sarà più necessario ricorrere agli insegnamenti della divina Scrittura per apprendervi l’amor di Dio e del prossimo: lo Spirito Santo vi istruirà e dirigerà».
da L’Unione con Dio di Alberto Magno

venerdì 22 novembre 2013

Solennità di Cristo Re, Lc 23,35-43



Questa domenica abbiamo un vangelo paradossale; Cristo rivela la sua regalità sul legno, nel portare la croce e nel morire per gli altri, perché lui stesso ci ha detto: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). Amore dato per tutti, non solo per i giusti ma anche persino per gli operai dell’ultima ora. Un regno che, di fronte al peccato del uomo, non cessa mai di rivelare la sua misericordia, fino alla croce.

sabato 16 novembre 2013

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, Lc 21,5-19



Le prospettive che Gesù ci mostra nel vangelo di questa domenica non sono certo rassicuranti: guerre, terremoti, carestie, pestilenze, divisioni e omicidi nella stessa famiglia, persecuzioni contro i discepoli. Se guardiamo alla società e al mondo in cui viviamo, quelle prospettive sono oggi realtà: cataclismi climatici, omicidi in famiglia, una moralità sempre più inesistente e la Chiesa perseguitata… Ma ancora oggi il Signore ci ricorda che “non è la fine”, perché la fine non può essere questa. Lui è ancora presente e operante in mezzo a noi, in modo invisibile e misterioso, ma non meno reale. L’invito che Egli ancora oggi ci fa è a perseverare nel bene, saldi sino alla fine nella fede e nella speranza in Lui, che è il Dio della vita, e che mai ci abbandona.

mercoledì 13 novembre 2013

Armonie dello Spirito



Ascolta qui: Il principe del deserto di Ennio Morricone

«Bisogna passare attraverso il deserto e dimorarvi, per ricevere la grazia di Dio; è là che ci si svuota, che si scaccia da noi tutto ciò che non è Dio e che si svuota completamente questa piccola casa della nostra anima per lasciare tutto il posto a Dio solo… Gli ebrei passarono per il deserto; Mosè ci visse prima di ricevere la sua missione; san Paolo, uscito da Damasco, andò a passare tre anni in Arabia; anche il vostro patrono san Girolamo e san Giovanni Crisostomo si prepararono nel deserto… È indispensabile. È un tempo di grazia. È un periodo attraverso il quale ogni anima che vuol portare frutti deve necessariamente passare. Le sono necessari questo silenzio, questo raccoglimento, quest’oblìo di tutto il creato in mezzo ai quali Dio pone in essa il suo regno e forma in essa lo spirito interiore… La vita intima con Dio… La conversazione dell’anima con Dio nella fede, nella speranza e nella carità… Più tardi, l’anima produrrà frutti esattamente nella misura in cui si sarà formato in essa l’uomo interiore».
dai Pensieri di Charles de Foucauld

sabato 9 novembre 2013

XXXII Domenica del Tempo Ordinario, Lc 20,27-38



 Il Signore è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Dio non è un Dio dei morti, ma dei vi­vi. Dio “di”: in questo “di” ripetuto cinque volte è con­tenuto il motivo ultimo del­la risurrezione, il segreto del­l’eternità. Una sillaba breve come un respiro, ma che contiene la forza di un legame, indissolubile e recipro­co, e che significa: Dio ap­partiene a loro, loro appar­tengono a Dio. Così totale è il legame, che il Signore giunge a qualificar­si non con un nome proprio, ma con il nome di quanti ha amato. Il Dio più forte della morte è così umile da rite­nere i suoi amici parte inte­grante di sé. Dio di Abramo, di Isacco, di Gesù, Dio di mio padre, di mia madre... Se quei nomi, quelle persone non esisto­no più, è Dio stesso che non esiste. Se quel legame si dis­solve, è il nome stesso di Dio che si spezza. Per questo li farà risorgere: solo la nostra risurrezione farà di Dio il Pa­dre per sempre.

venerdì 8 novembre 2013

Appuntamenti

QUARESIMA CON I FRATI


Esperienza di ascolto e di preghiera, di condivisione e di sobrietà, di fraternità e di formazione… benvenuti !


Orario delle serate:
Ore 19.00: lettura e commento del testo evangelico (in cappella);
segue un tempo di meditazione e preghiera personale.
Ore 20:00: momento di libera condivisione suddivisi in gruppi.
Ore 20.30: cena povera (in refettorio).
N.B. - venerdì 14 marzo e venerdì 28 marzo, dopo la cena povera, vi proponiamo presso l'Aula  Magna dell'Istituto Teologico due incontri a tema.

Programma:
Venerdì 7 marzo - Lectio Vangelo di Matteo 4,1-11
Venerdì 14 marzo - Lectio Vangelo di Matteo 17,1-9 - Incontro: Una famiglia in terra di missione, Centro Missionario Ordine Francescano Secolare: Eugenio Di Giovane (Milano).
Venerdì 21 marzo - Lectio Vangelo di Giovanni 4,5-42
Venerdì 28 marzo - Lectio Vangelo di Giovanni 9,1-41 - Incontro: Tu sei amore. Una prospettiva francescana sulla coppia, Edizioni Messaggero Padova. Presentazione del libro da parte dell'autore, fra Oliviero Svanera e testimonianza di una coppia.
Venerdì 4 aprile - Lectio Vangelo di Giovanni 11,1-45
Venerdì 11 aprile - Via Crucis in Basilica del Santo animata dalle comunità conventuali della Provincia.
Lunedì 14 aprile - ore 18.45-20.00 Via Crucis nel cortile del Convento ITSAD.


Convento-Istituto Teologico “S. Antonio Dottore”,
Via S. Massimo, 25 (possibilità di parcheggio: via Sant'Eufemia, 13 bis) – Padova -
tel. 049 8200711 - www.itsad.it - 







QUARESIMA FRANCESCANA

Dice il Signore: "Questa specie di demoni non se ne può andare se non con il digiuno e con la preghiera" (Mc 9,28 Vg).
E ancora: "Quando digiunate, non assumete un'aria malinconica come gli ipocriti" (Mt 6,16).

... E similmente tutti i frati digiunino
dalla festa di Tutti i Santi fino al Natale...
(Fonti Francescane 9. 12)



Parlare di Quaresima ricorda probabilmente le tracce di un passato ricoperto di polvere. È un termine desueto e, talvolta, fastidioso ai giorni nostri. Eppure quaresima indica un tempo che prepara ad una festa, ma non una qualsiasi, bensì la Festa per eccellenza: il banchetto regale, l’incontro con il Signore! Perdere di vista l’obiettivo è crescere smemorati e confusi. Il senso della quaresima francescana voluta da san Francesco è allora il prepararsi all'incontro regale con il bambinello di Betlemme, il dolcissimo e soavissimo Fiore eterno della vita! Colui il quale procura l’attenzione ed ogni forza d’attrazione presso il poverello d’Assisi. Potremmo definirla una scelta, o il tempo della scelta, che per Francesco ha l’odore dell’irrevocabilità, la pazienza della fedeltà, la virtù della sequela. Ci accorgiamo, attraverso Francesco, che riscoprire il valore della presenza di Cristo non è rispolverare pagine antiche, ma scriverne di nuove su un libro amato e considerato speciale dal Signore: la nostra stessa vita! Buon cammino in preparazione al Natale. Buon cammino nell'incontro con il Signore Gesù che rende nuove tutte le cose!






ADORAZIONE EUCARISTICA

Cari giovani, carissimi amici..
..GIOIA E PACE NEL SIGNORE!

Come frati desideriamo invitarti a sostare nella preghiera con noi, per vivere un momento di comunione e intimità con il Signore.
Per la nostra scelta di vita la preghiera è il centro e il perno attorno cui ruota tutto il nostro vivere: studio, lavoro, fraternità, servizio pastorale, svago, incontro con parenti, amici, laici ecc...
La ricerca del volto di Dio che ha fede in noi, ma che ama farsi ricercare continuamente, ci porta a incardinare la fatica, il fascino e la bellezza del "tenere fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede" (Eb 12,2).
Per noi francescani passa attraverso l'appassionante ricerca quotidiana, esperienza coinvolgente e stimolante anche nelle "pieghe" di una vita ordinaria che a volte sa di ripetitivo, di monotono, ma mai scontato!
Allora le porte del nostro convento sono aperte anche a te, per condividere la liturgia del lunedì sera che prevede un'ora di preghiera, tra VESPRO e ADORAZIONE.



Il vespro è dunque una preghiera espressa essenzialmente in modo corale e vocale.
Il VESPRO è la preghiera della Chiesa universale, dove tutti lodano il Signore usando le stesse parole; è bello poter lodare e ringraziare Dio rendendoci una voce sola, simbolo di concordia e unità. Il nostro serafico padre san Francesco ha insegnato, non solo ai suoi frati, ma anche a tutti i fedeli, a pregare facendosi coro, facendosi davvero fratelli uniti in Cristo.


A seguire c'è, appunto, l'ADORAZIONE EUCARISTICA con l'esposizione sull'altare del Santissimo Sacramento. Questa è l'occasione privilegiata per incontrare Gesù che parla direttamente al nostro cuore, dove è Lui  a farla da "padrone". Generalmente accompagnamo la presenza Eucaristica con il canto di canoni, che ci aiutano ad entrare nell'essenzialità dell'incontro con il Signore, e con una breve lettura spirituale. Il resto del tempo è vissuto nel silenzio e nell'incontro con Lui. Amiamo, inoltre, incontrare il Signore della vita che si è incarnato, in modo che il nostro corpo accompagni l'anelito a Dio. Esprimiamo, attraverso la nostra postura, la nostra presenza nella preghiera: spesso lo facciamo in ginocchio, per esprimere la nostra riconoscenza e la nostra gratitudine a colui che davvero è grande!

Alcuni di voi forse vorrebbero domandarci
"Ma a cosa serve pregare?"

Per noi frati e per tutto ciò che viviamo
la preghiera è respiro, è ossigeno!


Ti aspettiamo allora a pregare con noi...
...il lunedì sera dalle 19 alle 20





venerdì 1 novembre 2013

XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Lc 19,1-10



Cosa fa oggi Gesù, È distratto? Si guarda in giro?
Gesù incontra Zaccheo entrando nella città e guardando verso l’alto. Senza lasciarsi chiudere la vista dalla folla che lo circonda, supera il muro di richieste e di sguardi che gli si fanno incontro.
Zaccheo, dal lato suo, non si dispera del suo essere piccolo, vuole salire. La prima volta sale sull'albero per vedere passare Gesù, ma è semplice curiosità la sua? La seconda volta si alza in casa sua, assume una posizione definitiva, senza più l’aiuto di alberi o di supporti sui quali arrampicarsi; è una posizione dettata da un incontro con due occhi che non lo hanno conosciuto a partire solo dal suo essere pubblicano, ma gli hanno ricordato, oltre il suo peccato, chi è l’uomo Zaccheo.

mercoledì 30 ottobre 2013

Solennità di Tutti i Santi




Siamo felici, siamo beati. È Gesù che ci rivolge queste parole, ma quanto è difficile credergli! Questa nostra beatitudine ha bisogno di camminare. Si! Siamo pellegrini verso una patria celeste, sempre in cammino e mai arrivati. Povertà, mitezza, misericordia, pace, giustizia sono tutti valori che accendono il nostro desiderio e animano la nostra vita. Gesù però non ci sta parlando di un'idea, di un pensiero. Lui stesso è la pace, la misericordia, la mitezza, la giustizia. Lui stesso il nostro regno, Lui stesso la patria celeste che ogni giorno siamo chiamati a seguire. 

sabato 26 ottobre 2013

XXX Domenica del Tempo Ordinario, Lc 18,9-14




Anche questa domenica siamo messi dalla parola di Dio di fronte alla tematica della preghiera; se domenica scorsa eravamo incoraggiati nella preghiera instancabile, oggi piuttosto siamo richiamati non al quanto, ma al come pregare cioè con umiltà, guardando nel nostro cuore a tutte le sue mancanze e mettendoci di fronte al Padre in totale disponibilità, per accogliere la sua grazia e il suo amore assoluto.
Per questo pregare, anche in ginocchio, ci aiuta a ritrovare la nostra condizione di povere creature in un pieno abbandono al Signore.

giovedì 24 ottobre 2013

Armonie dello Spirito




Ascolta qui: Tra tenebre e frammenti di luce di Tiziana Liperoti

Gesù, tu hai detto: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete riposo alle anime vostre». Sì, Signore mio e Dio mio,l'anima mia riposa nel vederti rivestito della forma e della natura di schiavo, abbassarti fino a lavare i piedi dei tuoi apostoli. Ricordo ancora le tue parole: «Vi ho dato l'esempio, perché anche voi facciate come ho fatto io. Il discepolo non è più del Maestro... Se voi comprendete ciò, sarete beati mettendolo in pratica». Le comprendo, Signore, queste parole uscite dal tuo cuore mansueto e umile. Le voglio mettere in pratica con l'aiuto della tua grazia... Tu però, o Signore, conosci la mia debolezza: ogni mattino prendo l'impegno di praticare l'umiltà e alla sera riconosco che ho commesso ancora ripetuti atti di orgoglio. A tale vista sono tentata di scoraggiamento, ma capisco che anche lo scoraggiamento è effetto di orgoglio. Voglio, mio Dio, fondare la mia speranza soltanto su di te. Poiché tutto puoi, fa' nascere nel mio cuore la virtù che desidero.Per ottenere questa grazia dalla infinita tua misericordia ti ripeterò spesso: «Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo».
Santa Teresa di Gesù Bambino

venerdì 18 ottobre 2013

XXIX Domenica del Tempo Ordinario, Lc 18,1-8



Il Vangelo della cosiddetta “vedova importuna” ci ricorda la realtà fondamentale del cammino cristiano: la preghiera. Colui che prega si colloca nella posizione più autentica che l’uomo possa assumere: la posizione della “dipendenza”. Attraverso la preghiera l’uomo compie il più importante atto di riconoscimento che mai possa fare e cioè il riconoscimento del suo essere bisognoso,  del suo essere creatura e perciò del suo essere “figlio”. Questa esperienza di figliolanza si dà proprio dentro lo spazio della preghiera in cui la persona si mette a nudo e guardando con realismo a tutto il suo limite si consegna a una speranza più grande, quella di un Padre che ascolta “i suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui” facendo loro sperimentare tutta la sua provvidenza e tutta la sua cura.   

sabato 12 ottobre 2013

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario, Lc 17,11-19




Dire grazie a Dio. Prendere consapevolezza di tutto il bene che Egli compie, permette e coglie nella vita di ciascuno di noi. Rimetterci sui nostri passi ed intraprendere nuovamente il pellegrinaggio verso il Santuario, la prima volta per chiedere, la seconda per restituire. Così si chiude quel cerchio che, come in un riconoscente abbraccio, congiunge l’uomo a Dio e che chiamiamo fede.


sabato 5 ottobre 2013

XXVII Domenica del Tempo Ordinario, Lc 17,5-10




I discepoli, nel Vangelo di questa domenica, chiedono al Signore: “Aumenta la nostra fede”.
Ma in che cosa consiste concretamente questa virtù?
Per rispondere a questa domanda ci faremo aiutare da quello che un giorno disse il grande papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani.
«Ecco che cosa è la fede: arrendersi a Dio, ma trasformando la propria vita. Cosa non sempre facile. Agostino ha raccontato il viaggio della sua fede; specialmente nelle ultime settimane è stato terribile; leggendo si sente la sua anima quasi rabbrividire e torcersi in conflitti interiori. Di qua, Dio che lo chiama e insiste, e di là, le antiche abitudini,  "vecchie amiche - scrive lui -; e mi tiravano dolcemente per il mio vestito di carne e mi dicevano: Agostino, come?!, tu ci abbandoni? Guarda, che tu non potrai più far questo, non potrai più far quell'altro e per sempre!". Difficile! “Mi trovavo - dice - nello stato di uno che è a letto, al mattino. Gli dicono: Fuori, Agostino, alzati!. Io invece, dicevo: Sì, ma più tardi, ancora un pochino!. Finalmente il Signore mi ha dato uno strattone, sono andato fuori.” Ecco, non bisogna dire: Sì, ma; sì, ma più tardi. Bisogna dire: Signore, sì! Subito! Questa è la fede. Rispondere con generosità al Signore. Ma chi è che dice questo sì? Chi è umile e si fida di Dio completamente!». 
Facciamo dunque il possibile per crescere nell'amicizia di questa bella virtù, chiediamola al Signore Gesù e avremo come una fonte di forza dentro di noi che ci porterà dall'oscurità alla luce.





giovedì 3 ottobre 2013

Solennità di San Francesco d'Assisi




In questa solennità vogliamo esprimere il nostro “grazie” al Signore per il dono di san Francesco. La vita del poverello di Assisi è trasparenza di quell'amore autentico che ha il volto di Cristo. E’ il percorso stesso che, ancora oggi, ci suggerisce frate Francesco per incontrare la vita vera. Il volto dell’amore risplende ancora oggi tra noi e fa parlare la moltitudine che si mette in cerca del significato più profondo della vita. Colui, dunque, che cammina nella via del Signore, non può non trovare luminoso esempio e guida nell'assisiate  notando la bellezza della misericordia divina, del perdono, della pace. Il proficuo cammino di fraternità nel mondo scova in Francesco la gioia del cammino con Dio. 



Adorazione Eucaristica

Cari giovani, carissimi amici..
..GIOIA E PACE NEL SIGNORE!

Come frati desideriamo invitarti a sostare nella preghiera con noi, per vivere un momento di comunione e intimità con il Signore.
Per la nostra scelta di vita la preghiera è il centro e il perno attorno cui ruota tutto il nostro vivere: studio, lavoro, fraternità, servizio pastorale, svago, incontro con parenti, amici, laici ecc...
La ricerca del volto di Dio che ha fede in noi, ma che ama farsi ricercare continuamente, ci porta a incardinare la fatica, il fascino e la bellezza del "tenere fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede" (Eb 12,2).
Per noi francescani passa attraverso l'appassionante ricerca quotidiana, esperienza coinvolgente e stimolante anche nelle "pieghe" di una vita ordinaria che a volte sa di ripetitivo, di monotono, ma mai scontato!
Allora le porte del nostro convento sono aperte anche a te, per condividere la liturgia del lunedì sera che prevede un'ora di preghiera, tra VESPRO e ADORAZIONE.

Frati in preghiera
Il VESPRO è la preghiera della Chiesa universale, dove tutti lodano il Signore usando le stesse parole; è bello poter lodare e ringraziare Dio rendendoci una voce sola, simbolo di concordia e unità. Il nostro serafico padre san Francesco ha insegnato, non solo ai suoi frati, ma anche a tutti i fedeli, a pregare facendosi coro, facendosi davvero fratelli uniti in Cristo.
Il vespro è dunque una preghiera espressa essenzialmente in modo corale e vocale.

A seguire c'è, appunto, l'ADORAZIONE EUCARISTICA con l'esposizione sull'altare del Santissimo Sacramento. Questa è l'occasione privilegiata per incontrare Gesù che parla direttamente al nostro cuore, dove è Lui  a farla da "padrone". Generalmente accompagnamo la presenza Eucaristica con il canto di canoni che ci aiutano ad entrare nell'essenzialità dell'incontro con il Signore. Accompagnamo l'adorazione con una breve lettura spirituale. Il resto del tempo è vissuto nel silenzio e nell'incontro con Lui. Amiamo, inoltre, incontrare il Signore della vita che si è incarnato, in modo che il nostro corpo accompagni l'anelito a Dio. Esprimiamo, attraverso la nostra postura, la nostra presenza nella preghiera: spesso lo facciamo in ginocchio, per esprimere la nostra riconoscenza e la nostra gratitudine a colui che davvero è grande!

Alcuni di voi forse vorrebbero domandarci
"Ma a cosa serve pregare?"

Per noi frati e per tutto ciò che viviamo
la preghiera è respiro, è ossigeno!

"Youcat", il catechismo per giovani, esprime così la risposta a questa domanda: "Di certo Dio non ha bisogno delle nostre preghiere per venirci in aiuto; che noi preghiamo dipende dalla nostra volontà; chi non prega e non vuole pregare si rinchiude in se stesso. Solo chi prega si apre e si rivolge a colui che è causa di ogni bene; chi prega torna a casa da Dio. A questo modo la preghiera pone l'uomo in un corretto rapporto nei confronti di Dio, che rispetta la nostra libertà" (Youcat n.486).


Ti aspettiamo allora a pregare con noi...
...il lunedì sera dalle 19 alle 20



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venerdì 27 settembre 2013

XXVI Domenica del Tempo Ordinario, Lc 16,19-31


Un abisso separa il ricco nella sua fornace da Lazzaro il povero che si trova ormai presso Abramo; ma questo abisso non è forse il ricco stesso che se lo è scavato? Accecato dalle sue ricchezze non si è accorto del povero che giaceva davanti alla sua porta, e soffriva. Andava alla sinagoga ogni sabato, ascoltava le ammonizioni dei profeti che richiamavano la cura per il più debole, eppure ciò non bastava. Che il Signore non ci trovi impreparati, senza niente da presentargli... Senza un'offerta gradita ai suoi occhi!



venerdì 20 settembre 2013

XXV Domenica del Tempo Ordinario Lc 16,1-13


E' dal poco che si vede chi è l'uomo. Ragioniamo spesso a grandi misure, grandi progetti, senza renderci conto che l'essenziale è rispondere a Dio nel piccolo, nell'umiltà, nella mitezza, nel nascondimento. Questo non è l'atteggiamento dei "vinti", di chi subisce la vita, di chi è apatico. No, questo è l'atteggiamento proprio di chi affronta con coraggio la vita, audace nell'andare controcorrente. Sì, il vangelo è una Parola scomoda. Ciò che conta, ciò che pizzica veramente le corde del cuore, è proprio la sequela di Cristo che, ancora oggi, chiama persone a seguirlo per dar loro la vita eterna, rinascendo proprio oggi grazie alla Sua misericordia, che è eterna!


venerdì 13 settembre 2013

XXIV Domenica del Tempo Ordinario Lc 15,1-32


Le tre parabole che Luca ci consegna illuminano il volto del Padre contemplato nel volto di Gesù, rivelando alcuni dei numerosi modi attraverso i quali è declinato l’amore di Dio per le sue creature. Il Signore ama tutti nello stesso modo e non fa preferenza di persona. Il suo desiderio di relazione e di comunione con l’uomo non riguarda tutti in modo generico ma raggiunge e tocca ciascuno personalmente. Proprio per questa ragione a coloro che erano smarriti, a quanti si erano allontanati ed ora volgono nuovamente lo sguardo verso casa, è riservata un’attenzione speciale perché “non si addormenterà, non prenderà sonno” (Sal 121) il Buon Pastore fino a quando anche una sola delle sue pecore dimorerà lontano dal suo cuore.


domenica 8 settembre 2013

Armonie dello Spirito



O Signore Dio mio, insegna al mio cuore
dove e come possa cercarti e dove e come possa trovarti.
O Signore, se non sei qui, dove te assente, cercherò?
E se invece sei ovunque, perché non ti vedo presente?
Ma certo tu abiti «una luce inaccessibile» E dov’è la luce inaccessibile?
E come mi avvicinerò a questa luce inaccessibile?
E chi mi condurrà e mi introdurrà in essa,
affinché in essa io ti veda?
Per mezzo di quali segni, di quale immagine ti cercherò?
Non ti ho mai visto, o Signore Dio mio, non conosco il tuo volto.
Che cosa farà, o altissimo Signore,
che cosa farà codesto tuo esule lontano?
Che cosa farà il tuo servo ansioso del tuo amore
e gettato lontano «dal tuo volto» 
Anela di vederti ed è troppo lontano dai tuo volto.
Desidera di avvicinarsi a te e il luogo dove tu abiti è inaccessibile.
Brama di trovarti e non conosce dove tu stai.
Fa di tutto per cercarti e ignora il tuo volto.
O Signore, tu sei il mio Dio e sei il mio Signore e non ti ho mai visto.
Tu mi hai fatto e rifatto
e mi hai dato tutti i miei beni
e io ancora non ti conosco.
In breve: sono stato fatto per vederti
e non ho ancora fatto ciò per cui sono stato fatto. 
                                                                                         Sant’Anselmo d’Aosta





venerdì 6 settembre 2013

XXIII Domenica del Tempo Ordinario Lc 14,25-33


Il Signore Gesù, anche in questa domenica, ci invita ad essere suoi discepoli, a seguire Lui; per fare questo è necessario prendere la propria croce, scegliere di rinunciare alle nostre sicure “ricchezze”. Questo cammino di sequela è per la nostra felicità, per una pienezza di vita. Questa sequela, concretizzata nella vocazione, può diventare anche dolorosa, anche infelicità, se vissuta in modo sconsiderato, senza fare i conti con le nostre possibilità, con i nostri limiti. Il Signore ci chiede di seguirlo, di affidarci a Lui, ma conoscendo e accogliendo i nostri limiti: solo così potremo seguirlo in vera libertà.


venerdì 30 agosto 2013

XXII Domenica del Tempo Ordinario

«Sarai beato perchè non hanno da ricambiarti!» (Lc 14,14).
Questa pericope ci presenta una logica avulsa e lontana. Seguire Gesù è ascoltare soprattutto queste sue parole scomode, queste affermazioni di vita che possono sembrare addirittura paradossali. Scegliere l'ultimo posto non appartiene alla mentalità odierna che sponsorizza solo il primo posto. La beatitudine, sempre nella logica del mondo, è la vittoria, il primeggiare a tutti i costi. Gesù, non ci chiede questo, mai! Scegliere la Vita è seguire le orme di Gesù, che ha preferito l'ultimo posto e, di conseguenza, gli ultimi! In sostanza, come suggerisce Papa Francesco, è necessario andare controcorrente. La nostra forza è tutta qui: aver fiducia in Lui e nella Sua Parola. La nostra azione sia carità espressa tra gli ultimi in umiltà. Restiamo uniti e saldi nella fede grazie alla preghiera, alla celebrazione Eucaristica, alla confessione periodica.


lunedì 26 agosto 2013

Armonie dello Spirito



O Spirito Santo,
anima dell'anima mia,
in te solo posso esclamare: Abbà, Padre.

Sei tu, o Spirito di Dio,
che mi rendi capace di chiedere
e mi suggerisci che cosa chiedere.

O Spirito d'amore,
suscita in me il desiderio
di camminare con Dio:
solo tu lo puoi suscitare.

O Spirito di santità,
tu scruti le profondità dell'anima
nella quale abiti,
e non sopporti in lei
neppure le minime imperfezioni:
bruciale in me, tutte,
con il fuoco del tuo amore.

O Spirito dolce e soave,
orienta sempre più
la mia volontà verso la tua,
perchè la possa conoscere chiaramente,
amare ardentemente
e compiere efficacemente. Amen.
San Bernardo