Giovani frati in cammino

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Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

venerdì 29 novembre 2013

I Domenica di Avvento, Mt 24,37-44



Varchiamo dunque, in punta di piedi, il portale d’Avvento. Tempo di attesa, in cui l’evangelista Matteo ci accompagnerà per mano e, da lì, per tutto l’anno liturgico. Un segno contraddistingue questa soglia: l’accensione della prima candela della corona d’Avvento che notiamo in ogni Chiesa, ai piedi del presbiterio. Segno efficace e semplice, fatto di uno stoppino, un po’ di cera e d’aria che alimenta una fiammella. Insieme alle altre tre che verranno accese nelle domeniche successive, essa ci annuncia la venuta del Figlio di Dio, ma già da sola, accanto al tabernacolo, può bastare a segnalarci la presenza di Gesù. È sufficiente a illuminare la notte e a sorprendere così il ladro citato nel Vangelo, che vuol venire a rubare la Parola seminata nel cuore? Certamente si! Può bastare a ricordarci di “non estinguere lo spirito della santa orazione”, tanto raccomandato dal nostro san Francesco? Ancora si! Basterà sostituire lo stoppino con il tempo dedicato alla preghiera e la cera con la nostra fragile umanità, e troveremo una vita consumata e compiuta nell'attesa del Cristo Bambino.

mercoledì 27 novembre 2013

Armonie dello Spirito



Ascolta qui: Mozart-Concerto per clarinetto e orchestra

«Fra tutti gli esercizi spirituali la purezza del cuore tiene il primo posto. Essa è il fine e la ricompensa di tutto il lavoro spirituale e non appartiene che a colui il quale vive veramente secondo lo spirito e da buon religioso.
Mettete dunque ogni vostra cura, ogni vostra capacità e ogni energia per liberare il vostro cuore, i vostri sensi e le vostre affezioni da tutto ciò che potrebbe ostacolarne la libertà, incatenarvi e rendervi schiavi.
Combattete costantemente per riunire tutte le affezioni disordinate del vostro cuore nell’amore della sola e pura verità e del bene supremo.
L’anima vostra allora potrà ancorarsi tenacemente in Dio e nelle cose divine, voi sdegnerete le frivolezze della terra e il vostro cuore si verrà trasformando, fino nella più intima fibra, in Nostro Signore Gesù.
Quando avrete incominciato a spogliarvi e a liberarvi di ciò che è terrestre, a semplificare e tranquillizzare con fiducia il cuore e lo spirito in Dio, per bere ed assaporare con tutte le vostre potenze i flutti dei favori divini, e a fissare la vostra volontà ed intelligenza in Dio, allora non vi sarà più necessario ricorrere agli insegnamenti della divina Scrittura per apprendervi l’amor di Dio e del prossimo: lo Spirito Santo vi istruirà e dirigerà».
da L’Unione con Dio di Alberto Magno

venerdì 22 novembre 2013

Solennità di Cristo Re, Lc 23,35-43



Questa domenica abbiamo un vangelo paradossale; Cristo rivela la sua regalità sul legno, nel portare la croce e nel morire per gli altri, perché lui stesso ci ha detto: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). Amore dato per tutti, non solo per i giusti ma anche persino per gli operai dell’ultima ora. Un regno che, di fronte al peccato del uomo, non cessa mai di rivelare la sua misericordia, fino alla croce.

sabato 16 novembre 2013

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, Lc 21,5-19



Le prospettive che Gesù ci mostra nel vangelo di questa domenica non sono certo rassicuranti: guerre, terremoti, carestie, pestilenze, divisioni e omicidi nella stessa famiglia, persecuzioni contro i discepoli. Se guardiamo alla società e al mondo in cui viviamo, quelle prospettive sono oggi realtà: cataclismi climatici, omicidi in famiglia, una moralità sempre più inesistente e la Chiesa perseguitata… Ma ancora oggi il Signore ci ricorda che “non è la fine”, perché la fine non può essere questa. Lui è ancora presente e operante in mezzo a noi, in modo invisibile e misterioso, ma non meno reale. L’invito che Egli ancora oggi ci fa è a perseverare nel bene, saldi sino alla fine nella fede e nella speranza in Lui, che è il Dio della vita, e che mai ci abbandona.

mercoledì 13 novembre 2013

Armonie dello Spirito



Ascolta qui: Il principe del deserto di Ennio Morricone

«Bisogna passare attraverso il deserto e dimorarvi, per ricevere la grazia di Dio; è là che ci si svuota, che si scaccia da noi tutto ciò che non è Dio e che si svuota completamente questa piccola casa della nostra anima per lasciare tutto il posto a Dio solo… Gli ebrei passarono per il deserto; Mosè ci visse prima di ricevere la sua missione; san Paolo, uscito da Damasco, andò a passare tre anni in Arabia; anche il vostro patrono san Girolamo e san Giovanni Crisostomo si prepararono nel deserto… È indispensabile. È un tempo di grazia. È un periodo attraverso il quale ogni anima che vuol portare frutti deve necessariamente passare. Le sono necessari questo silenzio, questo raccoglimento, quest’oblìo di tutto il creato in mezzo ai quali Dio pone in essa il suo regno e forma in essa lo spirito interiore… La vita intima con Dio… La conversazione dell’anima con Dio nella fede, nella speranza e nella carità… Più tardi, l’anima produrrà frutti esattamente nella misura in cui si sarà formato in essa l’uomo interiore».
dai Pensieri di Charles de Foucauld

sabato 9 novembre 2013

XXXII Domenica del Tempo Ordinario, Lc 20,27-38



 Il Signore è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Dio non è un Dio dei morti, ma dei vi­vi. Dio “di”: in questo “di” ripetuto cinque volte è con­tenuto il motivo ultimo del­la risurrezione, il segreto del­l’eternità. Una sillaba breve come un respiro, ma che contiene la forza di un legame, indissolubile e recipro­co, e che significa: Dio ap­partiene a loro, loro appar­tengono a Dio. Così totale è il legame, che il Signore giunge a qualificar­si non con un nome proprio, ma con il nome di quanti ha amato. Il Dio più forte della morte è così umile da rite­nere i suoi amici parte inte­grante di sé. Dio di Abramo, di Isacco, di Gesù, Dio di mio padre, di mia madre... Se quei nomi, quelle persone non esisto­no più, è Dio stesso che non esiste. Se quel legame si dis­solve, è il nome stesso di Dio che si spezza. Per questo li farà risorgere: solo la nostra risurrezione farà di Dio il Pa­dre per sempre.

venerdì 8 novembre 2013

Appuntamenti

QUARESIMA CON I FRATI


Esperienza di ascolto e di preghiera, di condivisione e di sobrietà, di fraternità e di formazione… benvenuti !


Orario delle serate:
Ore 19.00: lettura e commento del testo evangelico (in cappella);
segue un tempo di meditazione e preghiera personale.
Ore 20:00: momento di libera condivisione suddivisi in gruppi.
Ore 20.30: cena povera (in refettorio).
N.B. - venerdì 14 marzo e venerdì 28 marzo, dopo la cena povera, vi proponiamo presso l'Aula  Magna dell'Istituto Teologico due incontri a tema.

Programma:
Venerdì 7 marzo - Lectio Vangelo di Matteo 4,1-11
Venerdì 14 marzo - Lectio Vangelo di Matteo 17,1-9 - Incontro: Una famiglia in terra di missione, Centro Missionario Ordine Francescano Secolare: Eugenio Di Giovane (Milano).
Venerdì 21 marzo - Lectio Vangelo di Giovanni 4,5-42
Venerdì 28 marzo - Lectio Vangelo di Giovanni 9,1-41 - Incontro: Tu sei amore. Una prospettiva francescana sulla coppia, Edizioni Messaggero Padova. Presentazione del libro da parte dell'autore, fra Oliviero Svanera e testimonianza di una coppia.
Venerdì 4 aprile - Lectio Vangelo di Giovanni 11,1-45
Venerdì 11 aprile - Via Crucis in Basilica del Santo animata dalle comunità conventuali della Provincia.
Lunedì 14 aprile - ore 18.45-20.00 Via Crucis nel cortile del Convento ITSAD.


Convento-Istituto Teologico “S. Antonio Dottore”,
Via S. Massimo, 25 (possibilità di parcheggio: via Sant'Eufemia, 13 bis) – Padova -
tel. 049 8200711 - www.itsad.it - 







QUARESIMA FRANCESCANA

Dice il Signore: "Questa specie di demoni non se ne può andare se non con il digiuno e con la preghiera" (Mc 9,28 Vg).
E ancora: "Quando digiunate, non assumete un'aria malinconica come gli ipocriti" (Mt 6,16).

... E similmente tutti i frati digiunino
dalla festa di Tutti i Santi fino al Natale...
(Fonti Francescane 9. 12)



Parlare di Quaresima ricorda probabilmente le tracce di un passato ricoperto di polvere. È un termine desueto e, talvolta, fastidioso ai giorni nostri. Eppure quaresima indica un tempo che prepara ad una festa, ma non una qualsiasi, bensì la Festa per eccellenza: il banchetto regale, l’incontro con il Signore! Perdere di vista l’obiettivo è crescere smemorati e confusi. Il senso della quaresima francescana voluta da san Francesco è allora il prepararsi all'incontro regale con il bambinello di Betlemme, il dolcissimo e soavissimo Fiore eterno della vita! Colui il quale procura l’attenzione ed ogni forza d’attrazione presso il poverello d’Assisi. Potremmo definirla una scelta, o il tempo della scelta, che per Francesco ha l’odore dell’irrevocabilità, la pazienza della fedeltà, la virtù della sequela. Ci accorgiamo, attraverso Francesco, che riscoprire il valore della presenza di Cristo non è rispolverare pagine antiche, ma scriverne di nuove su un libro amato e considerato speciale dal Signore: la nostra stessa vita! Buon cammino in preparazione al Natale. Buon cammino nell'incontro con il Signore Gesù che rende nuove tutte le cose!






ADORAZIONE EUCARISTICA

Cari giovani, carissimi amici..
..GIOIA E PACE NEL SIGNORE!

Come frati desideriamo invitarti a sostare nella preghiera con noi, per vivere un momento di comunione e intimità con il Signore.
Per la nostra scelta di vita la preghiera è il centro e il perno attorno cui ruota tutto il nostro vivere: studio, lavoro, fraternità, servizio pastorale, svago, incontro con parenti, amici, laici ecc...
La ricerca del volto di Dio che ha fede in noi, ma che ama farsi ricercare continuamente, ci porta a incardinare la fatica, il fascino e la bellezza del "tenere fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede" (Eb 12,2).
Per noi francescani passa attraverso l'appassionante ricerca quotidiana, esperienza coinvolgente e stimolante anche nelle "pieghe" di una vita ordinaria che a volte sa di ripetitivo, di monotono, ma mai scontato!
Allora le porte del nostro convento sono aperte anche a te, per condividere la liturgia del lunedì sera che prevede un'ora di preghiera, tra VESPRO e ADORAZIONE.



Il vespro è dunque una preghiera espressa essenzialmente in modo corale e vocale.
Il VESPRO è la preghiera della Chiesa universale, dove tutti lodano il Signore usando le stesse parole; è bello poter lodare e ringraziare Dio rendendoci una voce sola, simbolo di concordia e unità. Il nostro serafico padre san Francesco ha insegnato, non solo ai suoi frati, ma anche a tutti i fedeli, a pregare facendosi coro, facendosi davvero fratelli uniti in Cristo.


A seguire c'è, appunto, l'ADORAZIONE EUCARISTICA con l'esposizione sull'altare del Santissimo Sacramento. Questa è l'occasione privilegiata per incontrare Gesù che parla direttamente al nostro cuore, dove è Lui  a farla da "padrone". Generalmente accompagnamo la presenza Eucaristica con il canto di canoni, che ci aiutano ad entrare nell'essenzialità dell'incontro con il Signore, e con una breve lettura spirituale. Il resto del tempo è vissuto nel silenzio e nell'incontro con Lui. Amiamo, inoltre, incontrare il Signore della vita che si è incarnato, in modo che il nostro corpo accompagni l'anelito a Dio. Esprimiamo, attraverso la nostra postura, la nostra presenza nella preghiera: spesso lo facciamo in ginocchio, per esprimere la nostra riconoscenza e la nostra gratitudine a colui che davvero è grande!

Alcuni di voi forse vorrebbero domandarci
"Ma a cosa serve pregare?"

Per noi frati e per tutto ciò che viviamo
la preghiera è respiro, è ossigeno!


Ti aspettiamo allora a pregare con noi...
...il lunedì sera dalle 19 alle 20





venerdì 1 novembre 2013

XXXI Domenica del Tempo Ordinario, Lc 19,1-10



Cosa fa oggi Gesù, È distratto? Si guarda in giro?
Gesù incontra Zaccheo entrando nella città e guardando verso l’alto. Senza lasciarsi chiudere la vista dalla folla che lo circonda, supera il muro di richieste e di sguardi che gli si fanno incontro.
Zaccheo, dal lato suo, non si dispera del suo essere piccolo, vuole salire. La prima volta sale sull'albero per vedere passare Gesù, ma è semplice curiosità la sua? La seconda volta si alza in casa sua, assume una posizione definitiva, senza più l’aiuto di alberi o di supporti sui quali arrampicarsi; è una posizione dettata da un incontro con due occhi che non lo hanno conosciuto a partire solo dal suo essere pubblicano, ma gli hanno ricordato, oltre il suo peccato, chi è l’uomo Zaccheo.