domenica 29 novembre 2015
lunedì 7 settembre 2015
Natività della Beata Vergine Maria - Mt 1,1-16.18-23
La nascita di Gesù Cristo segna l’entrata definitiva di Dio
nella storia umana; questo avviene nella pienezza del tempo, quando si compiono
“i giorni del parto”! Una gestazione lunga generazioni, condotta dallo Spirito
Santo operante attraverso la vita degli antenati Gesù.
Un ruolo del tutto singolare è quello ricoperto da Maria:
Dio riserva per sé l’esistenza di questa creatura e si compiace della sua umile
e libera adesione al Suo progetto. L’azione di Dio nella storia interagisce con
la vita dell’uomo e richiede una conversione dei proprio pensieri e progetti: è
quello che succede a Giuseppe, uomo giusto, che si lascia condurre dalla mano
del Signore, facendo spazio a qualcosa di più grande di lui, per il bene più
grande di tutti: la salvezza dell’umanità.
Il Signore Dio compie davvero grandi cose nella vita degli
uomini… quanto siamo disposti a dare spazio, a giocare la nostra libertà per
questo? Solo in questo spazio, anche oggi, Dio prende carne e si fa presente
nella nostra storia.
domenica 30 agosto 2015
XXII Domenica del Tempo Ordinario - Mc 7,1-8.14-15.21-23
Ancora una
volta abbiamo bisogno della Parola dura ma liberante di Gesù per prendere
contatto con una realtà che ci abita: noi stiamo più attenti alla forma che
alla sostanza, perché pensiamo che sia la buccia esterna da salvaguardare, così
che nulla di male possa entrare…
«Ipocriti!», sappiamo bene che
questa buccia ci serve più per nascondere il male che c’è in noi che ad
arginare quello che viene da fuori.
«Non
cercare più la pace, ma datti lì dove sei; smetti di guardarti ma guarda i tuoi
fratelli e sorelle che sono nel bisogno. […] Chiediti piuttosto come puoi oggi
amare di più […]. Tutto si risolverà nell’amore! […] Smetti di vedere i difetti
che [l’altro] ha; guarda piuttosto i tuoi difetti e sappi che sei perdonato,
che a tua volta puoi perdonare gli altri ed entrare oggi in questa conversione
dell’amore» (J. Vanier, La comunità).
Si tratta ancora e sempre dello
stesso movimento di conversione: non guardare la punta del nostro naso, non
cercare difesa ad oltranza, non chiuderci a riccio, ma essere estroflessi,
lasciarci andare nel movimento dell’amore, attenti più alla sostanza del darsi
che alla forma del proteggerci!
venerdì 14 agosto 2015
Assunzione della Beata Vergine Maria - Lc 1,39-56
Nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine, è bello
contemplare Maria, alla fine della sua esistenza terrena, elevata nella gloria
in corpo e anima vicina al Figlio suo. La tomba vuota di Maria è un richiamo
preciso al sepolcro vuoto del Signore. Significa dunque celebrare la vittoria
definitiva di Dio, che anticipa con Maria la sorte finale di tutti i credenti.
Il progetto di Dio si realizza grazie alla disponibilità di una umile creatura,
che sceglie di seguire la via del Signore senza rivendicare diritti e
privilegi. L’invito per tutti noi è quello di ripetere con Lei il canto del “magnificat”,
certi che Dio è dalla nostra parte nella lotta contro la violenza, l’orgoglio,
la prepotenza. Anche la nostra vita è un cammino; chiediamo il dono della vera
fede, capace di illuminare la meta finale, il Cielo.
domenica 9 agosto 2015
XIX Domenica del Tempo Ordinario - Gv 6,41-51
Davanti al dubbio e all'incredulità degli ascoltatori
Gesù risponde a partire da un bisogno elementare dell'uomo: la fame. Egli parla
di un nutrimento che sazia per l'eternità ed entra in dialogo con noi a partire
da quello che siamo, dalla realtà umana. Un pane che sazia sì! Che dà vita, l'esistenza
tutta intera.
è il Padre che ci
attira a sé e noi non possiamo incontrare il Padre se non per quel volto che
lui stesso ci ha mostrato, quello del suo Figlio amatissimo. Questo è vero
nutrimento, è entrare in questa circolarità che ci porta a credere, ad avere
fiducia, a stringere un patto con Dio. Ecco che la vita inizia così a fiorire e
a portare frutto. Gesù è il pane, colui che offrendo tutto sé stesso ci dona una
vita nuova.
domenica 26 luglio 2015
XVII Domenica del Tempo Ordinario - Gv 6,1-15
Nel brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci
l’evangelista mette in evidenza come Gesù si fermi, anche solo per un attimo,
per rendere grazie.
Solo cinque pani e due pesci. Tanto poco. I
discepoli avrebbero mandato tutti casa. Perché, agli occhi umani, il poco, la
povertà, spaventa.
Eppure Gesù non solo lo fa bastare, ma, per quel
poco, rende grazie e riconosce l’amore che Dio padre ha avuto per lui.
domenica 12 luglio 2015
XV Domenica del Tempo Ordinario - MC 6,7-13
Che
bello questo Vangelo sull'invio dei Dodici! Avere la possibilità di mettersi al
servizio di Gesù, pronti a partire attenti al Suo richiamo e alle sue
indicazioni... Se è Lui che invia si acquisisce un potere straordinario, seppur
in contenitori fragili quali sono i nostri corpi.
«Ero
mandriano e coltivavo piante di sicomòro», dice Amos; il Signore
irresistibilmente “lo prese” e lo inviò a profetizzare agli Israeliti. Egli
ascoltò che cosa gli disse Dio, e si fece suo annunciatore di pace: giustizia e
pace si baceranno laddove amore e verità s'incontreranno.
Dio,
nella ricchezza della sua grazia, fa conoscere il mistero della sua volontà,
dona il Suo Santo Spirito e aiuta a vivere una vita rinnovata, conforme
all'esempio del Figlio Suo, il nostro Signore Gesù Cristo. Allora, davanti ai
chiamàti, i demòni se la daranno a gambe levate e gli spiriti, da impuri,
torneranno ed esser purificati... e molti infermi guariranno.
A
questo punto, chi non vorrebbe esser chiamato e inviato da Gesù?!?
sabato 20 giugno 2015
XII Domenica del Tempo Ordinario - Mc 4,35-41
Gesù così com’è
È sera, il tramonto della giornata, luogo carico della
memoria del vissuto: le gioie, le speranze, le buone parole… ma anche i tumulti
e le incomprensioni, le tempeste che sconvolgono questo tratto di vita… E il
Signore? Talvolta non sembra coinvolto, non sembra che sia preoccupi di questo,
come se fosse secondario… Eppure, sulla barca della vita, c’è il Signore, lui è
presente. Allo stesso tempo è voluto salire e l’ho fatto salire, dandogli lo
spazio della mia libertà, della mia fiducia… Ma il problema è questo: quale
Signore è salito sulla mia barca? Quello che mi rassicura e rasserena, che
mette a tacere le mie ansie e i miei dubbi, che mi fa vivere una vita
tranquilla, che soddisfa i miei bisogni… o il Signore Gesù, così com’è? In
fondo è questo che Gesù chiede: una relazione di fiducia con me, in cui io non
so già in anticipo, ma apro lo spazio della mia libertà per lasciarmi
sorprendere dalla sua novità! Gesù così com’è, non come piacerebbe a me.
domenica 14 giugno 2015
XI Domenica del Tempo Ordinario - Mc 4,26-34
C’è una forza che cresce. E nemmeno ce ne accorgiamo. Se
solo potessimo avere un udito più fine potremmo ascoltare il rumore della vita
che cresce: ecco perché è così importante l’ascolto. L’antico testamento ci
chiede di ascoltare ‘Shema, Israel", la Buona Novella ci chiede ugualmente di
ascoltare con attenzione la parola di
Gesù. Ma immancabilmente ricadiamo nella
tentazione dello sguardo, dove tutto ci sembra desiderabile e buono da mangiare
(cfr. Gen 2). Fortunatamente però, di questo dono non ci possiamo appropriare.
È il dono stesso della creazione, di cui noi stessi facciamo parte. Di questo
regno seminato anche noi siamo germogli, nelle mani del creatore. E l’invito è
dunque questo: semplicemente guardare con meraviglia, con quello stesso sguardo
con cui il Signore ci guarda (nel testo ebraico della bibbia è usato spesso il
verbo rhd, che ha proprio il
significato di guardare ed essere guardati), perché nel crearci ci ha donato di
essere a immagine Sua, capaci in modo concreto di parlare con Lui. Ascoltare la
Sua parola e rispondergli con le Sue stesse parole divenute creato.
Buona festa di Sant'Antonio
"Preghiamo dunque, e con
le lacrime imploriamo il Signore
di non nasconderci il suo volto e di non
uscire dal tempio del nostro cuore.
Nel suo giudizio non ci accusi e non ci
convinca di peccato,
ma infonda in noi la grazia di ascoltare
con la massima
devozione la sua parola.
Ci dia la pazienza per sopportare le ingiurie,
ci
liberi dalla morte eterna; ci glorifichi nel suo regno,
affinché meritiamo di
vedere il giorno della sua eternità con
Abramo, Isacco e Giacobbe.
Ci
conceda tutto questo colui al quale è onore, potestà,
splendore e dominio nei
secoli eterni.
E tutta la chiesa risponda: Amen!"
(dai Sermoni di Sant'Antonio)
sabato 13 giugno 2015
Sant'Antonio – Mc 16,15-20
La più bella notizia, il Vangelo,
ci raggiunge anche oggi stanandoci dal nostro quotidiano vivacchiare. Come i
discepoli siamo divisi fra lo stupore per questo Gesù che continua a bussare
alla nostra porta e le resistenze che dentro di noi insistono sul dubbio (“in
fondo il Signore è lui, che devo o posso fare io?”).
«E disse loro:
“Andate!”».
Ma a Gesù risorto non interessa
il nostro essere incostanti, il nostro essere inaffidabili, deboli e arrendevoli,
anzitutto svogliati. Non ci rimprovera nemmeno (sa bene di che pasta siamo
fatti…) ma ci manda! Noi che per primi non scommetteremmo tanto su noi stessi,
riceviamo invece la piena, gratuita, incondizionata fiducia da Lui.
“Allora essi
partirono […], mentre il Signore agiva insieme con loro”.
Non possiamo che seguirti
Signore, non possiamo che lasciare che Tu ti fidi di noi. E tutto ciò che
possiamo e dobbiamo chiedere, come ci dice s. Antonio, altro non è che avere Tu
stesso con noi!
“Noi figli dobbiamo chiedere qualcosa
al Padre nostro buono.
Ma tutto ciò che esiste è nulla,
fuorché amare Dio!
Chiediamo quindi di amare Dio!
Se chiediamo amore, ebbene,
lo stesso Padre, che è Amore, ci
darà ciò ch’egli è: l’amore!”
[dai Sermoni
di s. Antonio]
sabato 6 giugno 2015
Solennità del Corpus Domini - Mc 14,12-16.22-36
12:54
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“Vi mostrerà al piano superiore una grande sala
con i tappeti”, è una coincidenza, se così si può dire, o forse il frutto della
sapienza del cuore, quella che ha portato nel corso dei secoli la processione
del “Corpus Domini”, con le più diverse modalità che ha assunto nei diversi
contesti culturali, ricordiamo uno fra tutti, le famose “infiorate”, a
diventare uno dei momenti più significativi di questa solennità. Esattamente
l’usanza della processione, risale al 1350, anche se la festa ha origine già
nel 1246, una sapienza del cuore, quindi che da più di 600 anni reinterpreta
quella stanza superiore con la freschezza e la passione del vivere concreto e
quotidiano. Potremmo dire che in occasione del corpus domini assistiamo ad una
“stanza superiore” diffusa, una stanza che si apre alle nostre vie alla nostre
case ai nostri luoghi di incontro di lavoro e di studio. Vicoli e piazze
tapezzate di drappi e fiori, per trasmettere un messaggio semplice, vogliamo
che quella stanza superiore dove tu Signore ti sei fatto pane spezzato per noi,
sia la nostra vita, tutta la nostra vita nella sua concretezza quotidiana.
sabato 30 maggio 2015
Solennità della Santissima Trinità - Mt 28,16-20
Sta per terminare in questi giorni il mese di maggio, dedicato
a Maria, e per un meraviglioso intreccio liturgico, la domenica della
Santissima Trinità coincide con la Visitazione di Maria, prendendone
solennemente il posto. La Trinità, come un manto di presente ed eterno amore,
ieri come oggi, sta sulla figura di Maria, Vergine e Madre. Il padre gesuita
Louis Lallemant (1578 – 1635) esordì con una bella e forte affermazione che ci
piace citare, sia come conclusione del mese mariano, ma anche per meditare su
questa solennità:
“Unica è la Madonna nella qualità di Figlia
del Padre perché veramente singolare è la sua adozione, e perché Essa solo tra
tutti i figli di Dio fu allo stesso tempo concepita e adottata. È l’unica anche nella qualità di Sposa
dello Spirito Santo, perché Essa sola, a nome di tutta la natura umana, ha
contratto con Lui una unione santa per diventare Madre dell’Uomo-Dio senza
cessare di essere Vergine. Quanto
siamo lontani da questa fedeltà noi, che continuamente resistiamo allo Spirito
di Dio,”
Possa la
Vergine Maria educarci all'azione dello Spirito, possa aiutarci a conquistare
sempre più numerose anime all'amore Trinitario.
sabato 23 maggio 2015
Solennità di Pentecoste - Gv 15,26-27; 16,12-15
Si sono compiuti i 50 giorni di
festa e di gioia; la celebrazione della Pasqua del Signore raggiunge in questa domenica
il suo culmine col ricordo della venuta dello Spirito Santo. In questa festa
ricordiamo, ringraziamo e gioiamo per il dono dello Spirito. Il tema del brano di Giovanni,
però, sembra contraddire la gioia della Pentecoste. Il contesto, infatti, è
quello dell'odio e delle persecuzioni del mondo contro i cristiani: serve a
Gesù per parlarci dello Spirito Paráclito. Nell’ora della prova dolorosa, in
cui si scatenerà l'odio dei nemici, il discepolo non sarà abbandonato a se
stesso: il Signore ci assicura che lo spirito del Padre lotterà con noi, in noi
parlerà lo Spirito Santo, rendendoci testimoni forti e coraggiosi del Signore
Gesù. Con la Pentecoste finisce il tempo di Pasqua. Si comincia una nuova tappa
del nostro cammino. In questo cammino, però, non siamo soli: la grazia di Dio
abita nei nostri cuori e aspetta il nostro consenso per fiorire nella nostra
vita.
sabato 16 maggio 2015
Ascensione del Signore - Marco 16,15-20
Poco dopo il rimprovero
ai discepoli per la loro mancanza di fede, Gesù, contro ogni logica umana, affida
proprio a questi uomini che l’hanno abbandonato il compito di annunciare il
Vangelo. Possiamo fare tesoro di questo grande atto di fiducia da parte del
Signore, cogliendovi anche un invito a non scoraggiarci quando sentiamo nascere
l’incredulità nell'animo. Come fu vero per i discepoli, infatti, così anche per
noi, se ritorneremo a Lui, avverrà lo stesso prodigio: attraverso la nostra precarietà e debolezza, la potenza del
Vangelo potrà manifestarsi e agire nel cuore dei destinatari dell’annuncio.
sabato 9 maggio 2015
VI Domenica di Pasqua - Gv 15,9-17
Il Signore ci invita a rimanere nel suo
amore, ma cosa significa rimanere in Lui?
Siamo nel contesto dell’ultima cena. A
poche ore dalla sua passione. Eppure il Signore non chiude il suo cuore, anzi
lo dilata, condividendo con noi il senso più profondo della sua esistenza. La
profonda relazione col Padre che lo porta ad amarci e a offrire la sua vita per
noi.
Gesù ci dona di partecipare a questo
progetto affidandosi a ognuno di noi come ad un amico. Ci dice: “non vi chiamo più servi, ma amici” e ci
confida i segreti più intimi e preziosi, il suo tesoro! Solo rimanendo in
questa amicizia come discepoli possiamo portare un frutto pieno e duraturo. Dimorare
in questo suo comando ci dà la possibilità di sperimentare la sua gioia; una
gioia piena. È la gioia che Lui stesso ha sperimentato in tutta la sua vicenda
terrena, nel nascondimento di Nazareth, nella missione di annunciare il Regno,
nell’accogliere e guarire ogni persona che incontrava, nel condividere il pasto
con i peccatori, nel dialogo profondo con il Padre, nella sua donazione totale
sulla croce, nella sua Risurrezione. Non una gioia superficiale quindi, ma un
tesoro di grazia e di umanità straordinario.
Perché non entrare anche noi in questo
fiume di gioia?
sabato 2 maggio 2015
V Domenica di Pasqua - GV 15,1-8
Gesù continua la sua auto-presentazione usando un linguaggio
metaforico. Domenica scorsa ci diceva, “Io sono il buon pastore” e nel Vangelo
di questa domenica ci dice, “Io sono la vite vera”. C'è qualcosa da notare? Sì!
Un messaggio di relazione. Il cammino di un cristiano è sempre in “relazione
con”. La relazione tra il pastore e la pecora, la relazione tra la vite e il
tralcio. Il nostro Dio è relazione, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito
Santo, la relazione per eccellente.
Come per ogni albero, la misura dei frutti portati da un
tralcio, è proporzionato a quanto viene nutrito. Gesù è la fonte della nostra
vita (Gesù ci nutre nella eucaristia e con le sue parole quotidiane); e
possiamo dare senso alla nostra vita solo che abbia fondato su Gesù. Questa
relazione può fruttificare se collaboriamo con la vite (Gesù). Se la gioia del
pastore è di vedere che le sue pecorelle conoscono Lui, così è la gioia del
Padre che noi portiamo molto frutto, cioè diventiamo testimoni del Vangelo (Gesù)
nel mondo.
sabato 25 aprile 2015
IV Domenica di Pasqua - Gv 10,11-18
Questa domenica ci viene presentata la figura del buon
pastore, Gesù dipinge con le sue parole i tratti del custode gradito al cuore
di Dio.
Oltre alla metafora agricola, dove si legge nel pastore la
figura di Cristo che guida il suo gregge, la Chiesa, troviamo alcune
indicazioni di Gesù su come sia possibile riconoscere la giuda proveniente da
Dio e non dal desiderio di dominio o di potere.
Si possono sottolineare due caratteristiche presentate dal
Vangelo, la prima la definirei con il termine fedeltà, “Io do la mia vita, per poi riprendermela di nuovo”, Gesù
con questa frase sembra esistenzialmente fedele alle sue parole. La seconda
caratteristica la colgo nel temine conoscenza,
il pastore caro al cuore di Dio conosce le pecore, non solo quelle del suo
recinto, ma anche quelle di altri recinti.
Si può cogliere come il pastore, che giuda il gregge
attraverso la mano di Dio sappia coltivare i tratti universali dell’amare, e
una volta scoperti ne rimane fedele.
sabato 18 aprile 2015
III Domenica di Pasqua - Lc 24,35-48
Giustamente, questa
domenica è la ‘terza’ domenica di
Pasqua; è nel terzo giorno che Gesù risorge dalla morte come aveva promesso ai
suoi discepoli prima della sua passione e morte; per di più, il nostro brano ci
racconta la terza di tre apparizioni di Gesù risorto ai suoi discepoli: la
prima alle donne; la seconda ai due discepoli di Emmaus; e l’ultima agli
undici. Tutte e tre le apparizioni sono legate dal filo conduttore delle
Scritture. In tutte, Gesù reinterpreta l'evento pasquale come adempimento, che
richiede agli uomini una comprensione di quello che è stato annunciato. Due
sono le parole chiave in questo brano che Gesù ci rivolge in questa
settimana : la prima è la conversione, che significa cambiamento
di mentalità che coincide con una trasformazione di comportamento nei
confronti degli altri. Da spettatori di un evento straordinario, i discepoli
diventano protagonisti di un'attività missionaria, così straordinaria che sarà
l'inizio dello sviluppo del cristianesimo. Gesù ci chiama prima alla conversione
di atteggiamenti e poi di essere testimone esperienziale della sua
risurrezione.
sabato 11 aprile 2015
II Domenica di Pasqua - Gv 29,19-31
Il
Vangelo ci pone dinanzi una questione che sta molto a cuore a Gesù: il credere
in Lui pur non avendo visto. Gesù proclama beate (felici) queste persone,
coloro che per credere non hanno bisogno di segni eclatanti; anzi, lo stesso
evangelista Giovanni ci dice che Gesù non si fidava di coloro che credevano
solo per aver veduto dei segni (cf. Gv 2,23-25).
E
allora è il momento buono per guardare alla nostra fede: è una fede che avanza
pretese da Gesù, che ha continuamente bisogno di piccoli e grandi segni per
sostenersi; o una fede che con semplicità e fermezza può contare sulla
misericordia di Dio ed esclamare spesso, nel segreto del cuore: “Mio Signore e
mio Dio!”.
Come lo
stesso Giovanni ci ricorda nella sua Prima Lettera: “È lo Spirito che dà
testimonianza, perché lo Spirito è la verità” (1Gv 5,7a). Lo
Spirito è Dio stesso che si dona a noi, ed è in noi; Lui ci permette di
confessare limpidamente la nostra fede in Gesù: cerchiamo di non rattristarLo e
inibirLo con troppo superficialità.
domenica 5 aprile 2015
sabato 4 aprile 2015
Sabato Santo - Mc 16,1-7
Alleluia!
Questo grido di gioia e di
sollievo risuona in questa notte santa ed è un dono e una promessa che il
Signore Risorto ci rivolge ogni giorno.
Gesù che vince la morte ci renderci
partecipi del suo Amore e ci invita ad avere fede e speranza.
Aver fede e aver speranza non è
fingere che i problemi non esistano ma sapere che questi si superano perche
riceveremo, come dono dal Risorto, quella forza che ci farà passare dalle
tenebre alla luce!
L’Alleluia pasquale ci dice che
la croce non potrà più avere l’ultima parola sulle nostre vite!
venerdì 3 aprile 2015
Venerdì Santo - Gv 18,1-40.19,1-42
Nel buio di questo giorno si fa sentire in modo pregnante l’affermazione:
«Sanctus Deus, Sanctus fortis, Sanctus immortalis, miserere nobis».
Sì, Dio è sulla croce ma essa non smette di rivelarcelo come «Signore, Forte, Immortale». È a questo Dio che ci rivolgiamo affinché abbia pietà di noi.
Nel buio di questo giorno, pertanto, s’intravede già l’alba del nuovo giorno.
lodiamo e
glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce
è venuta la gioia in tutto il mondo».
sabato 28 marzo 2015
Domenica delle Palme - Mc 11, 1-10
“Il Signore ne a bisogno”. Il bisogno di Gesù è di passare
in mezzo a noi, è di entrare a Gerusalemme per salvarci! In questo suo
ingresso, breve momento di gloria, Egli non ci esclude ma ci coinvolge, ci
rende partecipi, vuole che prepariamo! Prima di affrontare un momento
difficile, di pendere una decisione importante, abbiamo bisogno di qualcuno che
ci dia forza, che ci stia accanto. Non sarà così anche per Gesù?
Il suo ingresso a Gerusalemme è, in fondo, un assaggio della
gloria futura, di quel Regno che è Lui stesso e che si manifesterà pienamente
nell'amore della sua venuta, alla fine dei tempi!
sabato 21 marzo 2015
V Domenica di Quaresima - Gv 12,20-33
Ci
troviamo sempre strattonati interiormente, a volte persino lacerati…
“Vogliamo
vederti Signore!” imploriamo: proprio come i greci del vangelo di oggi,
sentiamo nel profondo il desiderio grande di vedere la bellezza del nostro Dio,
di sperimentare ancora quell’Amore che si dà a noi. Eppure, allo stesso tempo,
un brivido di repulsione ci percorre quando lo stesso Signore dice che il
chicco di grano che siamo non può far altro che morire per portare frutto.
Ma
dentro questa contraddizione non siamo soli: Gesù stesso oggi ci dona la sua
incredibile Pace dicendoci che anche la sua anima è turbata di fronte alle
vertigini della paura di morire, eppure, insieme, desidera con tutto se stesso
glorificare il nome del Padre.
È
bellissima questa tua pace, Signore delle nostre vite: divisi fra desiderio e
paura, siamo comunque nel tuo abbraccio, comunque attirati tutti a Te. E la
cosa più incredibile è proprio questa: tutto ciò che ci dà vita è sentirti
promettere “dove sono io, là sarà anche il mio servitore”!
Dacci
di non essere soli Signore, ma di portare frutto come chicco di grano fra le
tue mani.giovedì 19 marzo 2015
Solennità di San Giuseppe - Mt 1,16.18-21.24a
Giuseppe l’uomo giusto. Giuseppe l’uomo umile.
Paziente e silenzioso.
Vive le sue scelte fidandosi della Parola di Dio.
Fidandosi della testimonianza della sua promessa Sposa.
Dio lo rassicura. Non teme Giuseppe, sa superare il
suo orgoglio per un bene più grande, si fida e prende con sé Maria, l’amata, e
il figlio Gesù. Tutta la sua vita sarà orientata nel custodirli e nel
proteggerli. In silenzio. Nel totale sacrificio di sé anche se forse non
riusciva a comprendere il perché di tutto questo. E’ la legge dell’amore, la
legge che Giuseppe seguirà per tutta la vita abbandonando le sue umane
certezze, attento solo alla volontà di Dio. Non deve essere facile accettare
tutto ciò: Giuseppe ci insegna a porre i piani di Dio come programma della
proprio vita, con un’obbedienza semplice ed operante.
Giuseppe che hai saputo accantonare il tuo orgoglio,
i tuoi progetti per un amore più grande, per una volontà non tua, insegnaci a
fare sempre più spazio alla volontà di Dio nella nostra vita e compiere le
nostre azioni nel silenzio e nell''obbedienza.
San Giuseppe, prega per noi.
sabato 14 marzo 2015
IV Domenica di Quaresima - GV 3,16-21
È un messaggio di speranza
quello del Vangelo! Lo sguardo di Dio è pieno di amore per l’umanità; questo
amore diventa piena compassione per l’uomo quando Dio assume in Gesù la
condizione umana, fino all’estrema conseguenza della morte. Ma la luce vera non
può essere spenta, nemmeno dalla morte! Ci si può nascondere nella vita, si può
fuggire, ma la luce non si spegne… Le nostre chiusure, le nostre tenebre hanno
bisogno di conversione, di volgersi verso la luce di Cristo. Questa luce può
ferire perché svela la nostra ambiguità e non ci lascia al riparo confortevole
dell’ombra in cui spesso ci piace rimanere, dato che è comodo, gradevole, non
ci chiede di rimetterci in gioco… Ma rimanere nell’ambiguità non permette di
vivere le relazioni in modo pieno, da “salvati”. Solo nella luce possiamo far
esperienza dell’abbraccio accogliente che conferma l’uomo nella sua dignità di
figlio amato del Padre.
sabato 7 marzo 2015
III Domenica di Quaresima - Gv 2,13-25
Carissimi fratelli, ci troviamo
nella terza domenica di quaresima e il nostro brano ci porta a un elemento
molto importante in questo cammino verso la Pasqua del nostro Signore. Gesù
entra nel tempio e scaccia tutti fuori. Toccando il tempio, Gesù agisce
contro gli ambiti economici, religiosi e politici degli scribi e farisei. La
concentrazione oggi è quella del significato dell’azione di Gesù. L’episodio ci
suggerisce un gesto di pulizia interiore prima della Pasqua. Vale la pena ricordare che
alla vigilia della Pasqua ebraica il capo di ogni famiglia accuratamente
raccoglieva tutto il fermento in casa, fino a fare una pulizia generale. Spinto
dalla pratica della cultura ebraica anche Gesù ha dovuto pulire la casa di suo Padre. Se il nostro corpo è il tempio di Dio, ci vuole una purificazione sia
fisica che spirituale, il nostro corpo è la dimora di Dio. Gesù
purificando il tempio ha dato un segno (distruggete questo tempio e in tre
giorno lo farò risorgere) a chi lo richiedeva, per dimostrare la piena
responsabilità delle sue azioni. Gesù agisce non per divertirsi quanto vuole,
ma per il compimento della signoria di Dio. "O Dio facci preparare il nostro
cuore in questa settimana perché possiamo condividere il tuo amore ardente
verso tuo Padre".
sabato 28 febbraio 2015
II Domenica di Quaresima - Mc 9,2-10
Una serie di parole ci guida nel leggere il brano evangelico:
'appartato', 'apparve', 'nube', 'ombra', 'non videro', 'guardandosi attorno'.
La vista sembra confondere noi e i discepoli; solo la luce delle vesti
splendenti di Gesù sembra catturarci ed orientare lo sguardo.
Chiara viene in aiuto la voce del Padre che ci richiama: ' ascoltatelo'.
Questo comando mi ricorda il comandamento che apre alla Legge per il popolo di
Israele, lo ‘Shema’,che li apre all'ascolto e all'obbedienza (da ob-audere,
ascoltare attentamente), dato perché è facile farsi confondere dal luccichio
del vitello d'oro.
Lo sguardo ci porta a smarrirci, a vagare tra le cose del mondo, belle perché
create, ma dobbiamo imparare a non fermarci solo lì; l’ascolto invece ci ferma e
ci fa voltare verso l’origine. Facile sarebbe dall’esterno dirci cosa fare ,
meno nella realtà. Non c'è una possibilità di regolazione nel vedere, non
abbiamo una possibilità di 'abbassare il volume' per comprendere meglio, ma,
vivendo, possiamo nella trama della vita udire una parola, la Parola, che ci fa
stare integri, ci conduce all'unità, all'unità di noi stessi, del nostro cuore
(sede delle decisioni per il popolo d'Israele), all’Uno.
sabato 21 febbraio 2015
Quaresima 2015 - proposta dell'Istituto-convento
Carissimi amici del blog,
siamo lieti di invitarvi, ogni venerdì di quaresima a spezzare il pane della Parola
e quello della mensa insieme a noi.
Troverete indicazioni ed orari in questo link sottostante.
Buona Quesresima.
La fraternità dei "giovani frati".
https://www.facebook.com/events/767249983361195/?ref_newsfeed_story_type=regular
I Domenica di Quaresima - Mc 1,12-15
La Quaresima si apre con il
racconto su Gesù guidato dallo Spirito nel deserto per 40 giorni per essere
tentato. Come ognuno di noi, anche la natura umana di Gesù aveva bisogno di
prendere tempo adeguato per consentire al significato del Battesimo di
effettuarsi. Le varie tentazione nella vita mettono alla prova anche la nostra
fedeltà al Signore. Affronteremo il deserto in tutta la nostra vita e la grande
tentazione è di fuggire. Gesù è rimasto lì 40 giorni ed è uscito più rafforzato
per cominciare la sua missione. E questo suscita un altro invito di rimanere
focalizzati nel nostro cammino malgrado le varie sfide. Il Signore non ci
abbandona nella tentazione ma è con noi con una presenza concreta anche se non
la si sente.
Uno
grande segreto che possiamo scoprire che sta dietro nella vittoria di Gesù nel
superamento delle tentazioni è lo Spirito. Abbiamo l'opportunità di riflettere
su quanto ci lasciamo permeare dallo Spirito Santo nella nostra vita
quotidiana. Lo Spirito con gli angeli ci accompagnino nei nostri sforzi di
convertire e credere nel Vangelo.
mercoledì 18 febbraio 2015
Mercoledì delle Cenerei - Mt 6,1-6.16-18
Elemosina,
preghiera, digiuno: ecco le tre parole chiave che aprono il tempo di grazia
della Quaresima. Tempo di riconciliazione, di purificazione, di ricerca di una gioia
più profonda: dell'autentica grazia che sgorga dal perdono, da un dono grande,
da un iper-dono... di puro amore.
E allora carità (disponibilità, tempo) per gli altri,
intimità orante con Dio, e qualche mancanza in sé. Ma tutto nel
nascondimento, poiché il Padre nostro “è
nel segreto” – e nel segreto vede ogni cosa – e si compiace del bene
nascosto.
Il seme caduto morirà, il germoglio spunterà, il fiore
sboccerà e il frutto verrà alla luce. Qualcuno ne godrà, e non saprà chi
ringraziare... ma, nell'intimo, conserverà un senso di gratitudine che non
andrà perduto!
«Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!»
[2Cor 6,2].
sabato 14 febbraio 2015
VI Domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,40-45
Un lebbroso si sta avvicinando,
non dovrebbe, è vietato: i lebbrosi devono stare lontano dalle persone
“normali”. Quest’uomo, mezzo morto, si getta ai piedi di Gesù e lo supplica: «se vuoi, puoi guarirmi!»; come reagirà il
Signore? Qualcuno dice che si arrabbia, qualcun’altro invece, dice che è mosso
a compassione. Fatto sta che Gesù non rimane indifferente al grido del
lebbroso, reagisce, lo tocca e lo guarisce. Cosa suscita dentro di noi la
sofferenza? Abbiamo il coraggio di guardare le nostre ferite? Gesù, dal canto
suo, non ha esitato un attimo, è andato dritto nella piaga di questo poveraccio
e l’ha risanata. Non esitiamo quindi a fare quello che possiamo, non troppo,
per aiutare le persone che incontriamo sul nostro cammino, perlomeno evitiamo
l’indifferenza che fa male.
sabato 7 febbraio 2015
V Domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,29-39
Gesù si trova presso la casa di Pietro. Guarisce la suocera.
Con un gesto semplice, ma carico di forza simbolica: prende per mano la donna e
la solleva dal male. Tutta la città è riunita davanti alla porta della casa.
Forse anche noi siamo tra quella folla... grati per essere stati condotti
davanti al Signore da un amico, dalla vita, da un fratello, stupiti dall’azione
sanante di Gesù e gioiosi per i fratelli che insieme con noi vengono liberati
dal male.
lunedì 2 febbraio 2015
Presentazione di Gesù al Tempio - Lc 2,22-40
"Parlava del bambino"...questo, cari amici, è un bel frammento di profezia. Innanzitutto perché è Parola di Dio, e poi perché può divenirlo sempre più attraverso il nostro contributo. Considerando poi che il 2015 non solo è l'anno della vita consacrata, ma oggi è anche la Giornata della Vita Consacrata. I consacrati, sono lampade di Cristo nel mondo, ma sono anche sale che da sapore a una certa assuefazione del cuore, assuefazione che una fetta "del mondo" ci vuole trasmettere (?).
Questo nostro semplice pensiero è rivolto innanzitutto ai giovani (coraggiosi), invitandoli a spendere bene la luce della loro vita per Cristo; ma è rivolto in fondo anche ai giovani sposi (coraggiosi) a "parlare del bambino", Gesù, nostro salvatore. Parlare di lui in modo speciale con la vita a tutti coloro che incontreranno. Questo affinché i cuori tornino a battere, le menti a credere, le loro comunità e famiglie a sperare.
sabato 31 gennaio 2015
IV Domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,21-28
In questo periodo sto leggendo il
libro di Hannah Arendt intitolato “La Banalità del
male”, mi sembrano il titolo adatto a questo brano del Vangelo di Marco.
Il male viene sconfitto da un
semplice: “Taci! Esci da lui” di Gesù.
Ma anche lo stupore degli
ascoltatori di Gesù, al versetto 22, pare essere mosso da una semplicità di
parola che non si difende ma ha il suono di una relazione.
Il male, apparentemente complesso
e saccente, alle parole di Gesù risulta banale e fuggente.
Esso ha dimenticato, ha
rifiutato, la relazione fondatrice dell’amore: la relazione con Dio.
sabato 24 gennaio 2015
III Domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,14-20
“Passando lungo il mare di Galilea, vide…”. È un vedere, quello di Gesù, che esprime tutta la meraviglia di un incontro, da persona a persona. È anche l’inizio e il fondamento di una relazione che segnerà l’intera vita dei discepoli. Ad esso segue l’invito, la chiamata da parte di Colui al quale si apparterrà per sempre. Questa relazione è orientata infatti alla reciprocità: come Gesù sarà completamente loro, così essi si affideranno completamente a Lui. Il Signore ci aiuti ad accogliere il dono che incessantemente fa a ciascuno di noi: la sua familiarità
sabato 17 gennaio 2015
II Domenica del Tempo Ordinario - GV 1,35-42
Dove abita il Messia? Il Logos che viene dal seno del Padre e che
ha piantato la sua tenda in mezzo a noi, abita dove lo si fa entrare.
Non dice: «venite e vedete», bensì «venite e vedrete».
E cioè venite adesso e vedrete (capirete) in seguito, dopo aver fatto
esperienza.
Accogliamo dunque l’invito di Gesù di seguirlo per
vedere dove dimora.
Inizia così l’avventura della sequela...
sabato 10 gennaio 2015
Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo - Mc 1,7-11
Giovanni conosce bene la sua identità: egli proclama che dopo di lui verrà uno che è più forte. Il profeta ha battezzato con acqua, il Figlio di Dio battezzerà con un elemento più forte: battezzerà in Spirito Santo! E' questo Spirito che discende verso Gesù insieme alla voce del Padre che proclama: "Tu sei il figlio mio, l'amato, in te ho posto il mio compiacimento". Il Messia atteso battezzerà nella promessa e nella fedeltà di un Padre del quale siamo figli.
lunedì 5 gennaio 2015
Epifania del Signore - Mt 2,1-12
I magi vengono da molto lontano per vedere un
bambino, non lo conoscono ancora eppure per loro è già “il re dei giudei”. Erode
invece, abitava vicino a Betlemme, non sapeva niente del Messia che doveva
venire ma “restò molto
turbato” all’annuncio dei magi, come se questo bambino nella sua fragilità gli
avesse già tolto qualcosa del suo potere, per cui questo bambino diventa un
avversario. Gesù è appena apparso in forma umana che subito compare un primo
avversario, un primo conflitto. In realtà tutta la sua vita sarà un conflitto
con questa gente: quella che ricerca il potere e il proprio interesse a tutti i
costi. Dall’altra parte abbiamo tre personaggi che non esitano a “prostrarsi”,
ad “adorarlo”, a deporre dinanzi al bambino i loro regali più preziosi. Dall’inizio
del suo vangelo, Matteo ci mette subito sotto gli occhi due atteggiamenti
opposti nei confronti di Gesù, quasi a dire che la venuta di Gesù chiede una
presa di posizione: il tuo interesse qual è?
sabato 3 gennaio 2015
II Domenica dopo Natale - Gv 1,1-8
I tempi passano e, pian piano, ci allontaniamo dal tenero
giorno di Natale. Ma che cosa abbiamo visto nella grotta di Betlemme? Che cosa
ci trasmette quel Bambino? Forse, tra i tanti elementi che caratterizzano il Natale, la nascita di Gesù ci è passata
accanto senza che ne capissimo il senso più profondo.
Non ci spaventiamo però! Ci viene offerta la possibilità di
ritornare indietro, in modo che la nostra intelligenza e lo sguardo del nostro
cuore si possano concentrare su di Lui, per iniziare a comprendere la sua vera
identità.
Verbo, luce, vita, sono realtà importanti, presenti nel
nostro quotidiano, che Dio ha voluto ci raggiungessero nella piccolezza e
semplicità di un bambino, proprio perché, tramite tali realtà, Egli parla di se
stesso. È Lui che, con delicatezza e libertà, vuole venirci incontro, facendosi
conoscere, accarezzandoci e lasciandosi accarezzare da noi. In questa nuova
relazione, piena di grazia e verità, è colmata la distanza tra noi e Dio e, in un cammino di dialogo e crescita fatto
con Lui, acquistiamo una nuova identità: la bellezza di essere, come Gesù, i
suoi figli amati!
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