Giovani frati in cammino

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Frati in preghiera

Rapisca, ti prego, o Signore,l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.

Santa Maria Madre di Dio prega per noi

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa.

Giovani frati itineranti

Una gita a Perugia

domenica 29 novembre 2015

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lunedì 7 settembre 2015

Natività della Beata Vergine Maria - Mt 1,1-16.18-23



La nascita di Gesù Cristo segna l’entrata definitiva di Dio nella storia umana; questo avviene nella pienezza del tempo, quando si compiono “i giorni del parto”! Una gestazione lunga generazioni, condotta dallo Spirito Santo operante attraverso la vita degli antenati Gesù.
Un ruolo del tutto singolare è quello ricoperto da Maria: Dio riserva per sé l’esistenza di questa creatura e si compiace della sua umile e libera adesione al Suo progetto. L’azione di Dio nella storia interagisce con la vita dell’uomo e richiede una conversione dei proprio pensieri e progetti: è quello che succede a Giuseppe, uomo giusto, che si lascia condurre dalla mano del Signore, facendo spazio a qualcosa di più grande di lui, per il bene più grande di tutti: la salvezza dell’umanità.

Il Signore Dio compie davvero grandi cose nella vita degli uomini… quanto siamo disposti a dare spazio, a giocare la nostra libertà per questo? Solo in questo spazio, anche oggi, Dio prende carne e si fa presente nella nostra storia.

domenica 30 agosto 2015

XXII Domenica del Tempo Ordinario - Mc 7,1-8.14-15.21-23



Ancora una volta abbiamo bisogno della Parola dura ma liberante di Gesù per prendere contatto con una realtà che ci abita: noi stiamo più attenti alla forma che alla sostanza, perché pensiamo che sia la buccia esterna da salvaguardare, così che nulla di male possa entrare…
«Ipocriti!», sappiamo bene che questa buccia ci serve più per nascondere il male che c’è in noi che ad arginare quello che viene da fuori.
«Non cercare più la pace, ma datti lì dove sei; smetti di guardarti ma guarda i tuoi fratelli e sorelle che sono nel bisogno. […] Chiediti piuttosto come puoi oggi amare di più […]. Tutto si risolverà nell’amore! […] Smetti di vedere i difetti che [l’altro] ha; guarda piuttosto i tuoi difetti e sappi che sei perdonato, che a tua volta puoi perdonare gli altri ed entrare oggi in questa conversione dell’amore» (J. Vanier, La comunità).

Si tratta ancora e sempre dello stesso movimento di conversione: non guardare la punta del nostro naso, non cercare difesa ad oltranza, non chiuderci a riccio, ma essere estroflessi, lasciarci andare nel movimento dell’amore, attenti più alla sostanza del darsi che alla forma del proteggerci!

venerdì 14 agosto 2015

Assunzione della Beata Vergine Maria - Lc 1,39-56


Nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine, è bello contemplare Maria, alla fine della sua esistenza terrena, elevata nella gloria in corpo e anima vicina al Figlio suo. La tomba vuota di Maria è un richiamo preciso al sepolcro vuoto del Signore. Significa dunque celebrare la vittoria definitiva di Dio, che anticipa con Maria la sorte finale di tutti i credenti. Il progetto di Dio si realizza grazie alla disponibilità di una umile creatura, che sceglie di seguire la via del Signore senza rivendicare diritti e privilegi. L’invito per tutti noi è quello di ripetere con Lei il canto del “magnificat”, certi che Dio è dalla nostra parte nella lotta contro la violenza, l’orgoglio, la prepotenza. Anche la nostra vita è un cammino; chiediamo il dono della vera fede, capace di illuminare la meta finale, il Cielo.

domenica 9 agosto 2015

XIX Domenica del Tempo Ordinario - Gv 6,41-51



Davanti al dubbio e all'incredulità degli ascoltatori Gesù risponde a partire da un bisogno elementare dell'uomo: la fame. Egli parla di un nutrimento che sazia per l'eternità ed entra in dialogo con noi a partire da quello che siamo, dalla realtà umana. Un pane che sazia sì! Che dà vita, l'esistenza tutta intera.

è il Padre che ci attira a sé e noi non possiamo incontrare il Padre se non per quel volto che lui stesso ci ha mostrato, quello del suo Figlio amatissimo. Questo è vero nutrimento, è entrare in questa circolarità che ci porta a credere, ad avere fiducia, a stringere un patto con Dio. Ecco che la vita inizia così a fiorire e a portare frutto. Gesù è il pane, colui che offrendo tutto sé stesso ci dona una vita nuova.

domenica 26 luglio 2015

XVII Domenica del Tempo Ordinario - Gv 6,1-15



Nel brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci l’evangelista mette in evidenza come Gesù si fermi, anche solo per un attimo, per rendere grazie.
Solo cinque pani e due pesci. Tanto poco. I discepoli avrebbero mandato tutti casa. Perché, agli occhi umani, il poco, la povertà, spaventa.

Eppure Gesù non solo lo fa bastare, ma, per quel poco, rende grazie e riconosce l’amore che Dio padre ha avuto per lui.

domenica 12 luglio 2015

XV Domenica del Tempo Ordinario - MC 6,7-13


Che bello questo Vangelo sull'invio dei Dodici! Avere la possibilità di mettersi al servizio di Gesù, pronti a partire attenti al Suo richiamo e alle sue indicazioni... Se è Lui che invia si acquisisce un potere straordinario, seppur in contenitori fragili quali sono i nostri corpi.
«Ero mandriano e coltivavo piante di sicomòro», dice Amos; il Signore irresistibilmente “lo prese” e lo inviò a profetizzare agli Israeliti. Egli ascoltò che cosa gli disse Dio, e si fece suo annunciatore di pace: giustizia e pace si baceranno laddove amore e verità s'incontreranno.
Dio, nella ricchezza della sua grazia, fa conoscere il mistero della sua volontà, dona il Suo Santo Spirito e aiuta a vivere una vita rinnovata, conforme all'esempio del Figlio Suo, il nostro Signore Gesù Cristo. Allora, davanti ai chiamàti, i demòni se la daranno a gambe levate e gli spiriti, da impuri, torneranno ed esser purificati... e molti infermi guariranno.

A questo punto, chi non vorrebbe esser chiamato e inviato da Gesù?!?

sabato 20 giugno 2015

XII Domenica del Tempo Ordinario - Mc 4,35-41



Gesù così com’è

È sera, il tramonto della giornata, luogo carico della memoria del vissuto: le gioie, le speranze, le buone parole… ma anche i tumulti e le incomprensioni, le tempeste che sconvolgono questo tratto di vita… E il Signore? Talvolta non sembra coinvolto, non sembra che sia preoccupi di questo, come se fosse secondario… Eppure, sulla barca della vita, c’è il Signore, lui è presente. Allo stesso tempo è voluto salire e l’ho fatto salire, dandogli lo spazio della mia libertà, della mia fiducia… Ma il problema è questo: quale Signore è salito sulla mia barca? Quello che mi rassicura e rasserena, che mette a tacere le mie ansie e i miei dubbi, che mi fa vivere una vita tranquilla, che soddisfa i miei bisogni… o il Signore Gesù, così com’è? In fondo è questo che Gesù chiede: una relazione di fiducia con me, in cui io non so già in anticipo, ma apro lo spazio della mia libertà per lasciarmi sorprendere dalla sua novità! Gesù così com’è, non come piacerebbe a me.

domenica 14 giugno 2015

XI Domenica del Tempo Ordinario - Mc 4,26-34


C’è una forza che cresce. E nemmeno ce ne accorgiamo. Se solo potessimo avere un udito più fine potremmo ascoltare il rumore della vita che cresce: ecco perché è così importante l’ascolto. L’antico testamento ci chiede di ascoltare ‘Shema, Israel", la Buona Novella ci chiede ugualmente di ascoltare con attenzione  la parola di Gesù. Ma immancabilmente  ricadiamo nella tentazione dello sguardo, dove tutto ci sembra desiderabile e buono da mangiare (cfr. Gen 2). Fortunatamente però, di questo dono non ci possiamo appropriare. È il dono stesso della creazione, di cui noi stessi facciamo parte. Di questo regno seminato anche noi siamo germogli, nelle mani del creatore. E l’invito è dunque questo: semplicemente guardare con meraviglia, con quello stesso sguardo con cui il Signore ci guarda (nel testo ebraico della bibbia è usato spesso il verbo rhd, che ha proprio il significato di guardare ed essere guardati), perché nel crearci ci ha donato di essere a immagine Sua, capaci in modo concreto di parlare con Lui. Ascoltare la Sua parola e rispondergli con le Sue stesse parole divenute creato.

Buona festa di Sant'Antonio




"Preghiamo dunque, e con le lacrime imploriamo il Signore 
di non nasconderci il suo volto e di non uscire dal tempio del nostro cuore.
 Nel suo giudizio non ci accusi e non ci convinca di peccato, 
ma infonda in noi la grazia di ascol­tare
 con la massima devozione la sua parola. 
Ci dia la pazienza per sopportare le ingiurie, 
ci liberi dalla morte eterna; ci glorifichi nel suo regno, 
affinché meritiamo di vedere il giorno della sua eternità con 
Abramo, Isacco e Giacobbe.
Ci conceda tutto questo colui al quale è onore, potestà, 
splendore e dominio nei secoli eterni. 
E tutta la chiesa risponda: Amen!"

(dai Sermoni di Sant'Antonio)


sabato 13 giugno 2015

Sant'Antonio – Mc 16,15-20



La più bella notizia, il Vangelo, ci raggiunge anche oggi stanandoci dal nostro quotidiano vivacchiare. Come i discepoli siamo divisi fra lo stupore per questo Gesù che continua a bussare alla nostra porta e le resistenze che dentro di noi insistono sul dubbio (“in fondo il Signore è lui, che devo o posso fare io?”).

«E disse loro: “Andate!”».

Ma a Gesù risorto non interessa il nostro essere incostanti, il nostro essere inaffidabili, deboli e arrendevoli, anzitutto svogliati. Non ci rimprovera nemmeno (sa bene di che pasta siamo fatti…) ma ci manda! Noi che per primi non scommetteremmo tanto su noi stessi, riceviamo invece la piena, gratuita, incondizionata fiducia da Lui.

“Allora essi partirono […], mentre il Signore agiva insieme con loro”.

Non possiamo che seguirti Signore, non possiamo che lasciare che Tu ti fidi di noi. E tutto ciò che possiamo e dobbiamo chiedere, come ci dice s. Antonio, altro non è che avere Tu stesso con noi!

“Noi figli dobbiamo chiedere qualcosa al Padre nostro buono.
Ma tutto ciò che esiste è nulla, fuorché amare Dio!
Chiediamo quindi di amare Dio!
Se chiediamo amore, ebbene,
lo stesso Padre, che è Amore, ci darà ciò ch’egli è: l’amore!”

[dai Sermoni di s. Antonio]





sabato 6 giugno 2015

Solennità del Corpus Domini - Mc 14,12-16.22-36


“Vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti”, è una coincidenza, se così si può dire, o forse il frutto della sapienza del cuore, quella che ha portato nel corso dei secoli la processione del “Corpus Domini”, con le più diverse modalità che ha assunto nei diversi contesti culturali, ricordiamo uno fra tutti, le famose “infiorate”, a diventare uno dei momenti più significativi di questa solennità. Esattamente l’usanza della processione, risale al 1350, anche se la festa ha origine già nel 1246, una sapienza del cuore, quindi che da più di 600 anni reinterpreta quella stanza superiore con la freschezza e la passione del vivere concreto e quotidiano. Potremmo dire che in occasione del corpus domini assistiamo ad una “stanza superiore” diffusa, una stanza che si apre alle nostre vie alla nostre case ai nostri luoghi di incontro di lavoro e di studio. Vicoli e piazze tapezzate di drappi e fiori, per trasmettere un messaggio semplice, vogliamo che quella stanza superiore dove tu Signore ti sei fatto pane spezzato per noi, sia la nostra vita, tutta la nostra vita nella sua concretezza quotidiana.

sabato 30 maggio 2015

Solennità della Santissima Trinità - Mt 28,16-20


 Sta per terminare in questi giorni il mese di maggio, dedicato a Maria, e per un meraviglioso intreccio liturgico, la domenica della Santissima Trinità coincide con la Visitazione di Maria, prendendone solennemente il posto. La Trinità, come un manto di presente ed eterno amore, ieri come oggi, sta sulla figura di Maria, Vergine e Madre. Il padre gesuita Louis Lallemant (1578 – 1635) esordì con una bella e forte affermazione che ci piace citare, sia come conclusione del mese mariano, ma anche per meditare su questa solennità:
“Unica è la Madonna nella qualità di Figlia del Padre perché veramente singolare è la sua adozione, e perché Essa solo tra tutti i figli di Dio fu allo stesso tempo concepita e adottata. È l’unica anche nella qualità di Sposa dello Spirito Santo, perché Essa sola, a nome di tutta la natura umana, ha contratto con Lui una unione santa per diventare Madre dell’Uomo-Dio senza cessare di essere Vergine. Quanto siamo lontani da questa fedeltà noi, che continuamente resistiamo allo Spirito di Dio,” 
Possa la Vergine Maria educarci all'azione dello Spirito, possa aiutarci a conquistare sempre più numerose anime all'amore Trinitario.


sabato 23 maggio 2015

Solennità di Pentecoste - Gv 15,26-27; 16,12-15

Si sono compiuti i 50 giorni di festa e di gioia; la celebrazione della Pasqua del Signore raggiunge in questa domenica il suo culmine col ricordo della venuta dello Spirito Santo. In questa festa ricordiamo, ringraziamo e gioiamo per il dono dello Spirito. Il tema del brano di Giovanni, però, sembra contraddire la gioia della Pentecoste. Il contesto, infatti, è quello dell'odio e delle persecuzioni del mondo contro i cristiani: serve a Gesù per parlarci dello Spirito Paráclito. Nell’ora della prova dolorosa, in cui si scatenerà l'odio dei nemici, il discepolo non sarà abbandonato a se stesso: il Signore ci assicura che lo spirito del Padre lotterà con noi, in noi parlerà lo Spirito Santo, rendendoci testimoni forti e coraggiosi del Signore Gesù. Con la Pentecoste finisce il tempo di Pasqua. Si comincia una nuova tappa del nostro cammino. In questo cammino, però, non siamo soli: la grazia di Dio abita nei nostri cuori e aspetta il nostro consenso per fiorire nella nostra vita.

sabato 16 maggio 2015

Ascensione del Signore - Marco 16,15-20








Poco dopo il rimprovero ai discepoli per la loro mancanza di fede, Gesù, contro ogni logica umana, affida proprio a questi uomini che l’hanno abbandonato il compito di annunciare il Vangelo. Possiamo fare tesoro di questo grande atto di fiducia da parte del Signore, cogliendovi anche un invito a non scoraggiarci quando sentiamo nascere l’incredulità nell'animo. Come fu vero per i discepoli, infatti, così anche per noi, se ritorneremo a Lui, avverrà lo stesso prodigio: attraverso la  nostra precarietà e debolezza, la potenza del Vangelo potrà manifestarsi e agire nel cuore dei destinatari dell’annuncio. 

sabato 9 maggio 2015

VI Domenica di Pasqua - Gv 15,9-17


Il Signore ci invita a rimanere nel suo amore, ma cosa significa rimanere in Lui?

Siamo nel contesto dell’ultima cena. A poche ore dalla sua passione. Eppure il Signore non chiude il suo cuore, anzi lo dilata, condividendo con noi il senso più profondo della sua esistenza. La profonda relazione col Padre che lo porta ad amarci e a offrire la sua vita per noi.

Gesù ci dona di partecipare a questo progetto affidandosi a ognuno di noi come ad un amico. Ci dice: “non vi chiamo più servi, ma amici” e ci confida i segreti più intimi e preziosi, il suo tesoro! Solo rimanendo in questa amicizia come discepoli possiamo portare un frutto pieno e duraturo. Dimorare in questo suo comando ci dà la possibilità di sperimentare la sua gioia; una gioia piena. È la gioia che Lui stesso ha sperimentato in tutta la sua vicenda terrena, nel nascondimento di Nazareth, nella missione di annunciare il Regno, nell’accogliere e guarire ogni persona che incontrava, nel condividere il pasto con i peccatori, nel dialogo profondo con il Padre, nella sua donazione totale sulla croce, nella sua Risurrezione. Non una gioia superficiale quindi, ma un tesoro di grazia e di umanità straordinario.

Perché non entrare anche noi in questo fiume di gioia?

sabato 2 maggio 2015

V Domenica di Pasqua - GV 15,1-8



Gesù continua la sua auto-presentazione usando un linguaggio metaforico. Domenica scorsa ci diceva, “Io sono il buon pastore” e nel Vangelo di questa domenica ci dice, “Io sono la vite vera”. C'è qualcosa da notare? Sì! Un messaggio di relazione. Il cammino di un cristiano è sempre in “relazione con”. La relazione tra il pastore e la pecora, la relazione tra la vite e il tralcio. Il nostro Dio è relazione, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, la relazione per eccellente.

Come per ogni albero, la misura dei frutti portati da un tralcio, è proporzionato a quanto viene nutrito. Gesù è la fonte della nostra vita (Gesù ci nutre nella eucaristia e con le sue parole quotidiane); e possiamo dare senso alla nostra vita solo che abbia fondato su Gesù. Questa relazione può fruttificare se collaboriamo con la vite (Gesù). Se la gioia del pastore è di vedere che le sue pecorelle conoscono Lui, così è la gioia del Padre che noi portiamo molto frutto, cioè diventiamo testimoni del Vangelo (Gesù) nel mondo.

sabato 25 aprile 2015

IV Domenica di Pasqua - Gv 10,11-18


Questa domenica ci viene presentata la figura del buon pastore, Gesù dipinge con le sue parole i tratti del custode gradito al cuore di Dio.
Oltre alla metafora agricola, dove si legge nel pastore la figura di Cristo che guida il suo gregge, la Chiesa, troviamo alcune indicazioni di Gesù su come sia possibile riconoscere la giuda proveniente da Dio e non dal desiderio di dominio o di potere.
Si possono sottolineare due caratteristiche presentate dal Vangelo, la prima la definirei con il termine fedeltà, “Io do la mia vita, per poi riprendermela di nuovo”, Gesù con questa frase sembra esistenzialmente fedele alle sue parole. La seconda caratteristica la colgo nel temine conoscenza, il pastore caro al cuore di Dio conosce le pecore, non solo quelle del suo recinto, ma anche quelle di altri recinti.
Si può cogliere come il pastore, che giuda il gregge attraverso la mano di Dio sappia coltivare i tratti universali dell’amare, e una volta scoperti ne rimane fedele.


sabato 18 aprile 2015

III Domenica di Pasqua - Lc 24,35-48


Giustamente, questa domenica è la  ‘terza’ domenica di Pasqua; è nel terzo giorno che Gesù risorge dalla morte come aveva promesso ai suoi discepoli prima della sua passione e morte; per di più, il nostro brano ci racconta la terza di tre apparizioni di Gesù risorto ai suoi discepoli: la prima alle donne; la seconda ai due discepoli di Emmaus; e l’ultima agli undici. Tutte e tre le apparizioni sono legate dal filo conduttore delle Scritture. In tutte, Gesù reinterpreta l'evento pasquale come adempimento, che richiede agli uomini una comprensione di quello che è stato annunciato. Due sono le parole chiave in questo brano che Gesù ci rivolge in questa settimana : la prima è la conversione, che significa cambiamento di mentalità che coincide con una trasformazione di comportamento nei confronti degli altri. Da spettatori di un evento straordinario, i discepoli diventano protagonisti di un'attività missionaria, così straordinaria che sarà l'inizio dello sviluppo del cristianesimo. Gesù ci chiama prima alla conversione di atteggiamenti e poi di essere testimone esperienziale della sua risurrezione.

sabato 11 aprile 2015

II Domenica di Pasqua - Gv 29,19-31


Il Vangelo ci pone dinanzi una questione che sta molto a cuore a Gesù: il credere in Lui pur non avendo visto. Gesù proclama beate (felici) queste persone, coloro che per credere non hanno bisogno di segni eclatanti; anzi, lo stesso evangelista Giovanni ci dice che Gesù non si fidava di coloro che credevano solo per aver veduto dei segni (cf. Gv 2,23-25).
E allora è il momento buono per guardare alla nostra fede: è una fede che avanza pretese da Gesù, che ha continuamente bisogno di piccoli e grandi segni per sostenersi; o una fede che con semplicità e fermezza può contare sulla misericordia di Dio ed esclamare spesso, nel segreto del cuore: “Mio Signore e mio Dio!”.
Come lo stesso Giovanni ci ricorda nella sua Prima Lettera: “È lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità” (1Gv 5,7a). Lo Spirito è Dio stesso che si dona a noi, ed è in noi; Lui ci permette di confessare limpidamente la nostra fede in Gesù: cerchiamo di non rattristarLo e inibirLo con troppo superficialità.

domenica 5 aprile 2015

Pasqua di Risurrezione


sabato 4 aprile 2015

Sabato Santo - Mc 16,1-7


Alleluia!
Questo grido di gioia e di sollievo risuona in questa notte santa ed è un dono e una promessa che il Signore Risorto ci rivolge ogni giorno.
Gesù che vince la morte ci renderci partecipi del suo Amore e ci invita ad avere fede e speranza.
Aver fede e aver speranza non è fingere che i problemi non esistano ma sapere che questi si superano perche riceveremo, come dono dal Risorto, quella forza che ci farà passare dalle tenebre alla luce!

L’Alleluia pasquale ci dice che la croce non potrà più avere l’ultima parola sulle nostre vite!

venerdì 3 aprile 2015

Venerdì Santo - Gv 18,1-40.19,1-42



Nel buio di questo giorno si fa sentire in modo pregnante l’affermazione: 
«Sanctus Deus, Sanctus fortis, Sanctus immortalis, miserere nobis». 
Sì, Dio è sulla croce ma essa non smette di rivelarcelo come «Signore, Forte, Immortale». È a questo Dio che ci rivolgiamo affinché abbia pietà di noi. 
Nel buio di questo giorno, pertanto, s’intravede già l’alba del nuovo giorno.
 «Adoriamo la tua Croce, Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.

Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo».

sabato 28 marzo 2015

Domenica delle Palme - Mc 11, 1-10


“Il Signore ne a bisogno”. Il bisogno di Gesù è di passare in mezzo a noi, è di entrare a Gerusalemme per salvarci! In questo suo ingresso, breve momento di gloria, Egli non ci esclude ma ci coinvolge, ci rende partecipi, vuole che prepariamo! Prima di affrontare un momento difficile, di pendere una decisione importante, abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia forza, che ci stia accanto. Non sarà così anche per Gesù?

Il suo ingresso a Gerusalemme è, in fondo, un assaggio della gloria futura, di quel Regno che è Lui stesso e che si manifesterà pienamente nell'amore della sua venuta, alla fine dei tempi!

sabato 21 marzo 2015

V Domenica di Quaresima - Gv 12,20-33


Ci troviamo sempre strattonati interiormente, a volte persino lacerati…
“Vogliamo vederti Signore!” imploriamo: proprio come i greci del vangelo di oggi, sentiamo nel profondo il desiderio grande di vedere la bellezza del nostro Dio, di sperimentare ancora quell’Amore che si dà a noi. Eppure, allo stesso tempo, un brivido di repulsione ci percorre quando lo stesso Signore dice che il chicco di grano che siamo non può far altro che morire per portare frutto.
Ma dentro questa contraddizione non siamo soli: Gesù stesso oggi ci dona la sua incredibile Pace dicendoci che anche la sua anima è turbata di fronte alle vertigini della paura di morire, eppure, insieme, desidera con tutto se stesso glorificare il nome del Padre.

È bellissima questa tua pace, Signore delle nostre vite: divisi fra desiderio e paura, siamo comunque nel tuo abbraccio, comunque attirati tutti a Te. E la cosa più incredibile è proprio questa: tutto ciò che ci dà vita è sentirti promettere “dove sono io, là sarà anche il mio servitore”!
Dacci di non essere soli Signore, ma di portare frutto come chicco di grano fra le tue mani.

giovedì 19 marzo 2015

Solennità di San Giuseppe - Mt 1,16.18-21.24a

Giuseppe l’uomo giusto. Giuseppe l’uomo umile. Paziente e silenzioso.
Vive le sue scelte fidandosi della Parola di Dio. 
Fidandosi della testimonianza della sua promessa Sposa.
Dio lo rassicura. Non teme Giuseppe, sa superare il suo orgoglio per un bene più grande, si fida e prende con sé Maria, l’amata, e il figlio Gesù. Tutta la sua vita sarà orientata nel custodirli e nel proteggerli. In silenzio. Nel totale sacrificio di sé anche se forse non riusciva a comprendere il perché di tutto questo. E’ la legge dell’amore, la legge che Giuseppe seguirà per tutta la vita abbandonando le sue umane certezze, attento solo alla volontà di Dio. Non deve essere facile accettare tutto ciò: Giuseppe ci insegna a porre i piani di Dio come programma della proprio vita, con un’obbedienza semplice ed operante.
Giuseppe che hai saputo accantonare il tuo orgoglio, i tuoi progetti per un amore più grande, per una volontà non tua, insegnaci a fare sempre più spazio alla volontà di Dio nella nostra vita e compiere le nostre azioni nel silenzio e nell''obbedienza.

San Giuseppe, prega per noi.

sabato 14 marzo 2015

IV Domenica di Quaresima - GV 3,16-21




È un messaggio di speranza quello del Vangelo! Lo sguardo di Dio è pieno di amore per l’umanità; questo amore diventa piena compassione per l’uomo quando Dio assume in Gesù la condizione umana, fino all’estrema conseguenza della morte. Ma la luce vera non può essere spenta, nemmeno dalla morte! Ci si può nascondere nella vita, si può fuggire, ma la luce non si spegne… Le nostre chiusure, le nostre tenebre hanno bisogno di conversione, di volgersi verso la luce di Cristo. Questa luce può ferire perché svela la nostra ambiguità e non ci lascia al riparo confortevole dell’ombra in cui spesso ci piace rimanere, dato che è comodo, gradevole, non ci chiede di rimetterci in gioco… Ma rimanere nell’ambiguità non permette di vivere le relazioni in modo pieno, da “salvati”. Solo nella luce possiamo far esperienza dell’abbraccio accogliente che conferma l’uomo nella sua dignità di figlio amato del Padre.


sabato 7 marzo 2015

III Domenica di Quaresima - Gv 2,13-25


Carissimi fratelli, ci troviamo nella terza domenica di quaresima e il nostro brano ci porta a un elemento molto importante in questo cammino verso la Pasqua del nostro Signore. Gesù entra nel tempio e scaccia tutti fuori. Toccando il tempio, Gesù agisce contro gli ambiti economici, religiosi e politici degli scribi e farisei. La concentrazione oggi è quella del significato dell’azione di Gesù. L’episodio ci suggerisce un gesto di pulizia interiore prima della Pasqua. Vale la pena ricordare che alla vigilia della Pasqua ebraica il capo di ogni famiglia accuratamente raccoglieva tutto il fermento in casa, fino a fare una pulizia generale. Spinto dalla pratica della cultura ebraica anche Gesù ha dovuto pulire la casa di suo Padre. Se il nostro corpo è il tempio di Dio, ci vuole una purificazione sia fisica che spirituale, il nostro corpo è la dimora di Dio. Gesù purificando il tempio ha dato un segno (distruggete questo tempio e in tre giorno lo farò risorgere) a chi lo richiedeva, per dimostrare la piena responsabilità delle sue azioni. Gesù agisce non per divertirsi quanto vuole, ma per il compimento della signoria di Dio. "O Dio facci preparare il nostro cuore in questa settimana perché possiamo condividere il tuo amore ardente verso tuo Padre".

sabato 28 febbraio 2015

II Domenica di Quaresima - Mc 9,2-10


Una serie di parole ci guida nel leggere il brano evangelico: 'appartato', 'apparve', 'nube', 'ombra', 'non videro', 'guardandosi attorno'. La vista sembra confondere noi e i discepoli; solo la luce delle vesti splendenti di Gesù sembra catturarci ed orientare lo sguardo.

Chiara viene in aiuto la voce del Padre che ci richiama: ' ascoltatelo'. Questo comando mi ricorda il comandamento che apre alla Legge per il popolo di Israele, lo ‘Shema’,che li apre all'ascolto e all'obbedienza (da ob-audere, ascoltare attentamente), dato perché è facile farsi confondere dal luccichio del vitello d'oro.

Lo sguardo ci porta a smarrirci, a vagare tra le cose del mondo, belle perché create, ma dobbiamo imparare a non fermarci solo lì; l’ascolto invece ci ferma e ci fa voltare verso l’origine. Facile sarebbe dall’esterno dirci cosa fare , meno nella realtà. Non c'è una possibilità di regolazione nel vedere, non abbiamo una possibilità di 'abbassare il volume' per comprendere meglio, ma, vivendo, possiamo nella trama della vita udire una parola, la Parola, che ci fa stare integri, ci conduce all'unità, all'unità di noi stessi, del nostro cuore (sede delle decisioni per il popolo d'Israele), all’Uno.

sabato 21 febbraio 2015

Quaresima 2015 - proposta dell'Istituto-convento




Carissimi amici del blog,
siamo lieti di invitarvi, ogni venerdì di quaresima a spezzare il pane della Parola 
e quello della mensa insieme a noi.
Troverete indicazioni ed orari in questo link sottostante.
Buona Quesresima.

La fraternità dei "giovani frati".

https://www.facebook.com/events/767249983361195/?ref_newsfeed_story_type=regular

I Domenica di Quaresima - Mc 1,12-15


La Quaresima si apre con il racconto su Gesù guidato dallo Spirito nel deserto per 40 giorni per essere tentato. Come ognuno di noi, anche la natura umana di Gesù aveva bisogno di prendere tempo adeguato per consentire al significato del Battesimo di effettuarsi. Le varie tentazione nella vita mettono alla prova anche la nostra fedeltà al Signore. Affronteremo il deserto in tutta la nostra vita e la grande tentazione è di fuggire. Gesù è rimasto lì 40 giorni ed è uscito più rafforzato per cominciare la sua missione. E questo suscita un altro invito di rimanere focalizzati nel nostro cammino malgrado le varie sfide. Il Signore non ci abbandona nella tentazione ma è con noi con una presenza concreta anche se non la si sente.
Uno grande segreto che possiamo scoprire che sta dietro nella vittoria di Gesù nel superamento delle tentazioni è lo Spirito. Abbiamo l'opportunità di riflettere su quanto ci lasciamo permeare dallo Spirito Santo nella nostra vita quotidiana. Lo Spirito con gli angeli ci accompagnino nei nostri sforzi di convertire e credere nel Vangelo.


mercoledì 18 febbraio 2015

Mercoledì delle Cenerei - Mt 6,1-6.16-18



Elemosina, preghiera, digiuno: ecco le tre parole chiave che aprono il tempo di grazia della Quaresima. Tempo di riconciliazione, di purificazione, di ricerca di una gioia più profonda: dell'autentica grazia che sgorga dal perdono, da un dono grande, da un iper-dono... di puro amore.
E allora carità (disponibilità, tempo) per gli altri, intimità orante con Dio, e qualche mancanza in sé. Ma tutto nel nascondimento, poiché il Padre nostro “è nel segreto” – e nel segreto vede ogni cosa – e si compiace del bene nascosto.
Il seme caduto morirà, il germoglio spunterà, il fiore sboccerà e il frutto verrà alla luce.             Qualcuno ne godrà, e non saprà chi ringraziare... ma, nell'intimo, conserverà un senso di gratitudine che non andrà perduto!

«Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» [2Cor 6,2].

sabato 14 febbraio 2015

VI Domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,40-45


Un lebbroso si sta avvicinando, non dovrebbe, è vietato: i lebbrosi devono stare lontano dalle persone “normali”. Quest’uomo, mezzo morto, si getta ai piedi di Gesù e lo supplica: «se vuoi, puoi guarirmi!»; come reagirà il Signore? Qualcuno dice che si arrabbia, qualcun’altro invece, dice che è mosso a compassione. Fatto sta che Gesù non rimane indifferente al grido del lebbroso, reagisce, lo tocca e lo guarisce. Cosa suscita dentro di noi la sofferenza? Abbiamo il coraggio di guardare le nostre ferite? Gesù, dal canto suo, non ha esitato un attimo, è andato dritto nella piaga di questo poveraccio e l’ha risanata. Non esitiamo quindi a fare quello che possiamo, non troppo, per aiutare le persone che incontriamo sul nostro cammino, perlomeno evitiamo l’indifferenza che fa male.

sabato 7 febbraio 2015

V Domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,29-39




Gesù si trova presso la casa di Pietro. Guarisce la suocera. Con un gesto semplice, ma carico di forza simbolica: prende per mano la donna e la solleva dal male. Tutta la città è riunita davanti alla porta della casa. Forse anche noi siamo tra quella folla... grati per essere stati condotti davanti al Signore da un amico, dalla vita, da un fratello, stupiti dall’azione sanante di Gesù e gioiosi per i fratelli che insieme con noi vengono liberati dal male.

lunedì 2 febbraio 2015

Presentazione di Gesù al Tempio - Lc 2,22-40


"Parlava del bambino"...questo, cari amici, è un bel frammento di profezia. Innanzitutto perché è Parola di Dio, e poi perché può divenirlo sempre più attraverso il nostro contributo. Considerando poi che il 2015 non solo è l'anno della vita consacrata, ma oggi è anche la Giornata della Vita Consacrata. I consacrati, sono lampade di Cristo nel mondo, ma sono anche sale che da sapore a una certa assuefazione del cuore, assuefazione che una fetta "del mondo" ci vuole trasmettere (?).
Questo nostro semplice pensiero è rivolto innanzitutto ai giovani (coraggiosi), invitandoli  a spendere bene la luce della loro vita per Cristo; ma è rivolto in fondo anche ai giovani sposi (coraggiosi) a "parlare del bambino", Gesù,  nostro salvatore. Parlare di lui in modo speciale con la vita a tutti coloro che incontreranno. Questo affinché i cuori tornino a battere, le menti a credere, le loro comunità e famiglie a sperare.      

sabato 31 gennaio 2015

IV Domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,21-28




In questo periodo sto leggendo il libro di Hannah Arendt intitolato “La Banalità del male”, mi sembrano il titolo adatto a questo brano del Vangelo di Marco.

Il male viene sconfitto da un semplice: “Taci! Esci da lui” di Gesù.

Ma anche lo stupore degli ascoltatori di Gesù, al versetto 22, pare essere mosso da una semplicità di parola che non si difende ma ha il suono di una relazione.

Il male, apparentemente complesso e saccente, alle parole di Gesù risulta banale e fuggente.

Esso ha dimenticato, ha rifiutato, la relazione fondatrice dell’amore: la relazione con Dio.

sabato 24 gennaio 2015

III Domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,14-20


“Passando lungo il mare di Galilea, vide…”. È un vedere, quello di Gesù, che esprime tutta la meraviglia di un incontro, da persona a persona. È anche l’inizio e il fondamento di una relazione che segnerà l’intera vita dei discepoli. Ad esso segue l’invito, la chiamata da parte di Colui al quale si apparterrà per sempre. Questa relazione è orientata infatti alla reciprocità: come Gesù sarà completamente loro, così essi si affideranno completamente a Lui. Il Signore ci aiuti ad accogliere  il dono che incessantemente fa a ciascuno di noi: la sua familiarità

sabato 17 gennaio 2015

II Domenica del Tempo Ordinario - GV 1,35-42


Dove abita il Messia? Il Logos che viene dal seno del Padre e che
ha piantato la sua tenda in mezzo a noi, abita dove lo si fa entrare.
Non dice: «venite e vedete», bensì «venite e vedrete».
E cioè venite adesso e vedrete (capirete) in seguito, dopo aver fatto esperienza.
Accogliamo dunque l’invito di Gesù di seguirlo per vedere dove dimora.
Inizia così l’avventura della sequela...

sabato 10 gennaio 2015

Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo - Mc 1,7-11


Giovanni conosce bene la sua identità: egli  proclama che dopo di lui verrà uno che è più forte. Il profeta ha battezzato con acqua, il Figlio di Dio battezzerà con un elemento più forte: battezzerà in Spirito Santo! E' questo Spirito che discende verso Gesù insieme alla voce del Padre che proclama: "Tu sei il figlio mio, l'amato, in te ho posto il mio compiacimento". Il Messia atteso battezzerà nella promessa e nella fedeltà di un Padre del quale siamo figli.    




lunedì 5 gennaio 2015

Epifania del Signore - Mt 2,1-12


I magi vengono da molto lontano per vedere un bambino, non lo conoscono ancora eppure per loro è già “il re dei giudei”. Erode invece, abitava vicino a Betlemme, non sapeva niente del Messia che doveva venire ma “restò molto turbato” all’annuncio dei magi, come se questo bambino nella sua fragilità gli avesse già tolto qualcosa del suo potere, per cui questo bambino diventa un avversario. Gesù è appena apparso in forma umana che subito compare un primo avversario, un primo conflitto. In realtà tutta la sua vita sarà un conflitto con questa gente: quella che ricerca il potere e il proprio interesse a tutti i costi. Dall’altra parte abbiamo tre personaggi che non esitano a “prostrarsi”, ad “adorarlo”, a deporre dinanzi al bambino i loro regali più preziosi. Dall’inizio del suo vangelo, Matteo ci mette subito sotto gli occhi due atteggiamenti opposti nei confronti di Gesù, quasi a dire che la venuta di Gesù chiede una presa di posizione: il tuo interesse qual è?

sabato 3 gennaio 2015

II Domenica dopo Natale - Gv 1,1-8


I tempi passano e, pian piano, ci allontaniamo dal tenero giorno di Natale. Ma che cosa abbiamo visto nella grotta di Betlemme? Che cosa ci trasmette quel Bambino? Forse, tra i tanti elementi che caratterizzano  il Natale, la nascita di Gesù ci è passata accanto senza che ne capissimo il senso più profondo.
Non ci spaventiamo però! Ci viene offerta la possibilità di ritornare indietro, in modo che la nostra intelligenza e lo sguardo del nostro cuore si possano concentrare su di Lui, per iniziare a comprendere la sua vera identità.
Verbo, luce, vita, sono realtà importanti, presenti nel nostro quotidiano, che Dio ha voluto ci raggiungessero nella piccolezza e semplicità di un bambino, proprio perché, tramite tali realtà, Egli parla di se stesso. È Lui che, con delicatezza e libertà, vuole venirci incontro, facendosi conoscere, accarezzandoci e lasciandosi accarezzare da noi. In questa nuova relazione, piena di grazia e verità, è colmata la distanza tra noi e Dio  e, in un cammino di dialogo e crescita fatto con Lui, acquistiamo una nuova identità: la bellezza di essere, come Gesù, i suoi figli amati!