Una serie di parole ci guida nel leggere il brano evangelico:
'appartato', 'apparve', 'nube', 'ombra', 'non videro', 'guardandosi attorno'.
La vista sembra confondere noi e i discepoli; solo la luce delle vesti
splendenti di Gesù sembra catturarci ed orientare lo sguardo.
Chiara viene in aiuto la voce del Padre che ci richiama: ' ascoltatelo'.
Questo comando mi ricorda il comandamento che apre alla Legge per il popolo di
Israele, lo ‘Shema’,che li apre all'ascolto e all'obbedienza (da ob-audere,
ascoltare attentamente), dato perché è facile farsi confondere dal luccichio
del vitello d'oro.
Lo sguardo ci porta a smarrirci, a vagare tra le cose del mondo, belle perché
create, ma dobbiamo imparare a non fermarci solo lì; l’ascolto invece ci ferma e
ci fa voltare verso l’origine. Facile sarebbe dall’esterno dirci cosa fare ,
meno nella realtà. Non c'è una possibilità di regolazione nel vedere, non
abbiamo una possibilità di 'abbassare il volume' per comprendere meglio, ma,
vivendo, possiamo nella trama della vita udire una parola, la Parola, che ci fa
stare integri, ci conduce all'unità, all'unità di noi stessi, del nostro cuore
(sede delle decisioni per il popolo d'Israele), all’Uno.
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