sabato 25 aprile 2015

IV Domenica di Pasqua - Gv 10,11-18


Questa domenica ci viene presentata la figura del buon pastore, Gesù dipinge con le sue parole i tratti del custode gradito al cuore di Dio.
Oltre alla metafora agricola, dove si legge nel pastore la figura di Cristo che guida il suo gregge, la Chiesa, troviamo alcune indicazioni di Gesù su come sia possibile riconoscere la giuda proveniente da Dio e non dal desiderio di dominio o di potere.
Si possono sottolineare due caratteristiche presentate dal Vangelo, la prima la definirei con il termine fedeltà, “Io do la mia vita, per poi riprendermela di nuovo”, Gesù con questa frase sembra esistenzialmente fedele alle sue parole. La seconda caratteristica la colgo nel temine conoscenza, il pastore caro al cuore di Dio conosce le pecore, non solo quelle del suo recinto, ma anche quelle di altri recinti.
Si può cogliere come il pastore, che giuda il gregge attraverso la mano di Dio sappia coltivare i tratti universali dell’amare, e una volta scoperti ne rimane fedele.


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