sabato 21 gennaio 2012

Terza domenica del Tempo Ordinario - Mc 1,14-20



«Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,17).

Fede; termine alquanto difficile, usato in tante salse, posto in rilievo in alcuni casi, tacciato in altri.
La prospettiva è però francamente volta ad una nostra risposta, certamente necessaria.
Eppure la nostra è stata, è e sarà sempre un rispondere tra "alti e bassi", con dei limiti.
I nostri autorevoli compagni di cammino, gli Apostoli, ci mostrano sinceramente come, tra desideri, passione e coinvolgimento, sperimenteranno (e lo vedremo nel corso dell'anno liturgico) anche il fallimento, la fragilità, la paura che porta al ripudio sotto la croce.
Ebbene, questa breve analisi non è disincentivo al cammino cristiano, ma invito a volgere lo sguardo su colui che chiama.
Uno sguardo, quello di Dio, che è pieno di fiducia verso l'uomo, il quale è senza credito.
Dunque è proprio a partire dallo sguardo di un Signore che ha fede nell'uomo che si può basare con certezza un cammino di sequela pieno di gratitudine. 
Questa è la roccia, questa è la forza: 
fidarsi di un Dio che ha fiducia dell'uomo!
Riacquistare uno sguardo ottimista in un mondo lacerato da odio è guardare con gli occhi di Gesù Cristo, attivamente benevolo nell'assumere il peso della Croce, spinto dall'amore.
Per usare un'espressione di san Massimiliano Kolbe: 
"solo l'amore crea". 
L'amore di Dio crea l'uomo capace di amare.
Lasciamoci accompagnare dalla fiducia incondizionata e incondizionabile che Dio ha su ciascuno di noi... 


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