«La relazione con Dio è quella che chiamiamo
preghiera: in realtà si tratta di un’azione. Devi perciò riconoscere che solo
in virtù di un atto spirituale il tuo spirito viene nutrito e riceve direttamente
da Dio le energie per crescere. Ciò di cui devi essere convinto è che ogni
contatto con Dio è preghiera, ma non ogni preghiera è contatto con Dio! Molti
infatti pregano senza esservi preparati e senza alcun desiderio di comunicare
con Dio. Ma questa non è preghiera, perché la preghiera è un’opera realizzata
in collaborazione tra l’uomo e Dio.
Se la «camera» è quindi il «luogo» messo a parte da
Cristo per l’opera della preghiera interiore, ne consegue che per tutto il
tempo che vi trascorri devi necessariamente perseverare nell’opera della
preghiera; questo significa che devi sempre restare in contatto spirituale con
Dio.
Dio può concedere a qualcuno l’opportunità di
restare a lungo nella propria camera, come è il caso del monaco, che è
giustamente ritenuto un cristiano che è entrato nella camera e che ha chiuso
definitivamente la porta dietro di sé: questi non vuole avere più alcun
rapporto con la mondanità e con le sue vane preoccupazioni. A un altro può
darsi che Dio conceda la possibilità di restare nella propria camera solo
alcune ore al giorno; ma alla maggior parte della gente non è possibile
restarvi se non per un’ora al giorno, e a volte addirittura per un tempo ancora
più breve. In ogni caso questa differenza di tempo disponibile per dimorare e
pregare nella propria camera è compensata in altri modi dallo Spirito santo,
quando uno è fedele e sincero nel proprio cammino spirituale. Infatti, nella
misura in cui tu aneli veramente alla preghiera, lo Spirito ti concede, anche
in poco tempo, delle grosse opportunità di rallegrar ti e di sentirti ricolmo
della presenza di Dio.
Non devi quindi rattristarti per
la scarsità del tempo disponibile per appartarti nella camera; devi piuttosto
assicurarti di essere pronto e pieno di desiderio di comunicare con Dio:
allora ti accorgerai che i minuti possono essere come giorni. In genere,
comunque, il lamento per la scarsità del tempo disponibile per la preghiera è
solo una falsa scusa per giustificare l’«io» nella sua negligenza,
trascuratezza e indifferenza nello stare di fronte a Dio».
da Consigli per la preghiera di
Matta el Meskin
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