sabato 12 novembre 2011

13 novembre 2011
Trentatreesima domenica 
del Tempo Ordinario
Mt 25,14-30




«Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento; ecco qui il tuo!». 
(Mt 25,24-25)

L'idea sbagliata di Dio provoca una grave distorsione. Dio risulta essere un padrone e non per ciò che è veramente, un Padre!


Tutte le volte che diamo spazio all'auto-referenzialità, ecco che ci troviamo a sbattere contro il muro dell'incomprensione del volto di Dio. La paura ci paralizza, come succede al terzo servo della parabola di questa domenica, incapace di vedere oltre sé stesso.
Mentre un cuore aperto, disponibile e paziente, è appunto un cuore che allarga l'orizzonte sul nostro Padre. 

Vedere Dio 
è gettare le redini della nostra volontà 
sul Suo cuore 
per catturare 
l'immagine vera riflessa in noi. 
Capire che la fatica 
della disponibilità e della carità 
è il centro del vivere da discepoli, 
è cominciare a scorrere 
pagine di vita eterna.


Si scrive “pienezza di vita” solo in collaborazione con il Signore, mai in detrazione. Si scrive “uomo” solo quando si scrive: “provo a considerare Dio nella mia vita”.


«Credo; aiutami nella mia incredulità!» (Mc 9,24)


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