lunedì 28 novembre 2011

Incontriamo un nostro confratello
ben conosciuto soprattutto da chi, di noi,
ha vissuto l'anno di Noviziato ad Assisi,
ma noto oltre i confini umbri
per la sua passione e competenza come musico e compositore


Fr. Giuseppe Magrino è un frate minore conventuale della provincia patavina. Dopo gli studi e dopo l'ordinazione sacerdotale, ha prestato servizio presso la chiesa di san Lorenzo in Vicenza e presso il santuario antoniano dell'Arcella a Padova. Dal 1998 si trova presso la Pontificia Basilica di San Francesco in Assisi come direttore dell'omonimo coro.



DOVE E QUANDO HA INIZIO LA TUA PASSIONE PER LA MUSICA E COSA TI HA COLPITO IN PARTICOLARE?

Credo che la passione per la musica mi sia stata trasmessa da mio padre, ma soprattutto da mia madre.
Tutti i fratelli di mio padre suonavano nella banda della Polizia a Roma per cui... invece mia madre aveva un gusto naturale, anche se non aveva studiato musica, nonostante fosse un suo desiderio; però capiva velocemente quando uno suonava bene oppure no.
Quando usciva il cartellone del balletto io ero "costretto" ad accompagnare mia madre a teatro (a Brescia) e sorbirmi quelle serate interminabili, ma solo adesso capisco quanto bene mi ha fatto sentire e vedere la musica.
Nella mia passione per la musica devo anche ringraziare gli insegnanti di pianoforte e di organo che ho avuto nella mia giovinezza, sia in America (Uruguay) che a Brescia, Padova e Milano. Mi sono sempre sentito capito, aiutato ed incoraggiato, nonostante i diversi momenti di sconforto tipici di un giovane che cercava di conciliare la vocazione religiosa e la musica.

IN QUESTI ANNI DA DIRETTORE DEL CORO  DELLA BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI, HAI QUALCHE PARTICOLARE IMPRESSIONE O RICORDO CHE HA LASCIATO IL SEGNO (UN INCONTRO, UN ANEDDOTO SIGNIFICATIVO ECC...)?

In questi anni, lavorando in Basilica, ho potuto fare diverse esperienze che mi hanno dato "ossigeno" per il mio lavoro a capo della Cappella Musicale.
Ricordo con particolare piacere quando la sera di Natale di qualche anno fa', alla fine della celebrazione di mezzanotte, si è avvicinata una coppia con il loro figlio di dodici anni che mi dice: "caro padre, il nostro figlio è cresciuto con la sua musica, sono anni che ceniamo in anticipo e poi partiamo per venire ad ascoltarla"; a buon intenditore poche parole.
Una seconda esperienza per me molto importante è quella del due novembre: prima della Messa per i defunti incontro una persona ammalato di tumore, ormai prossima alla fine; è chiara la disperazione mista al dolore dipinto sul suo viso (potete immaginare con quale animo sono andato in chiesa a dirigere il coro). Quel giorno abbiamo eseguito la Missa pro Defunctis di padre Domenico M. Stella. Dopo qualche giorno ricevo una lettera di ringraziamento dei familiari di questa persona, i quali affermano che dopo aver ascoltato una liturgia così solenne l'ammalata si è rasserenata ed ha affrontato la morte più serenamente.
La terza esperienza è senz'altro l'incontro che ho avuto con papa Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo degli artisti il 18 febbraio 2000 nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Per me è rimasto uno di quei giorni che ti cambiano la vita. Poter eseguire alla presenza del Santo Padre il "Cantico delle Creature" di p. Stella e la "Tota Pulchra" di p. Borroni e poi il colloquio personale con lui sotto gli occhi di insigni artisti quali Franco Zeffirelli, Carla Fracci, Luciano Berio...

COME PUO' LA MUSICA SACRA OGGI ESPRIMERE AL POPOLO DI DIO LA BELLEZZA E LA GRANDEZZA DI DIO NELLA LITURGIA?

Io credo che la bellezza si esprime attraverso l'arte. Cantare a Dio con arte vuol dire che ogni celebrazione, ogni liturgia quando è preparata bene, cantata bene, suonata bene, recitata bene, è immagine della bellezza di Dio.
Dobbiamo solo avere il coraggio di andare oltre al "mi piace" o "per me è così"; dobbiamo andare a cercare il bello e allora ti accorgi che incontri Dio in tutto il suo splendore.


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