sabato 19 novembre 2011


20 novembre 2011
Domenica Cristo Re
Mt 25,31-46





«Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi».   (Mt 25,34-36)                                                                                              

Quest'ultima domenica del tempo ordinario ci propone questo vangelo, che potremmo definire come il testamento che la Chiesa, nella liturgia, ci affida.
Questo è un "testamento" che non ha bisogno d'interpretazioni; è privo di ogni equivoco, limpido nella sua evidente esigenza.

La chiarezza di Gesù giunge a proclamare la praticità dell'amore, cioè la carità.
Siamo distanti dall'idea di sentimentalismo 
che spesso caratterizza il termine amore.
Gesti concreti, che assumono le tinte forti del dolore 
a volte, nella coerenza di voler essere davvero 
fratello tra fratelli.


La croce di Gesù è scelta d'amore, non di dolore
è il trono di Cristo Re.

Affidiamoci alla sua parola, meditiamola, assimiliamola, pratichiamola.



«La carità è paziente, è benigna la carità;
non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse,
non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità».  
                                                      (1 Cor 13,4-6)


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