venerdì 24 febbraio 2012

Ascoltiamo un presbitero della diocesi di Bergamo,
esperto di lectio divina,
e molto stimato per la predicazione e la direzione spirituale


Don Carlo Tarantini è sacerdote della diocesi di Bergamo. Dal 1968 al 1986 ha svolto il suo ministero tra i giovani presso l'oratorio di S. Alessandro della Croce in Bergamo e il Liceo scientifico S. Alessandro, sempre a Bergamo. Dal 1992 pratica a tempo pieno il metodo della Lectio Divina. Attualmente segue 18 gruppi parrocchiali e 6 di religiose. Esperto d'arte, ha frequentato corsi di disegno e di pittura all'Accademia Carrara di Bergamo. Presso l'Oasi Maria Immacolata di Scanzorosciate (Bg) incontra molte persone per la direzione spirituale.


IL TUO MINISTERO CONSISTE NELLA PREDICAZIONE NELLE PARROCCHIE ATTRAVERSO IL METODO DELLA LECTIO DIVINA. CE NE PUOI PARLARE UN PO'?

La Lectio Divina che propongo si struttura in questi momenti:

PACIFICAZIONE
Prima di accogliere in sè il “sentire” di Cristo Gesù mediante l’Epìclesi, la Lectio, la  Meditatio e l’Oratio, è importante chiamare per nome ciò che in questo momento abita la propria mente e il proprio cuore .

EPÌCLESI
Si invoca lo Spirito Santo, dopo aver ricordato la sua presenza consolante e la sua azione salvifica nella storia degli uomini.

LECTIO
Risponde alla domanda: «Che cosa dice il testo in se stesso?».

MEDITATIO
Risponde alla domanda: «Cosa dice a me questo testo?».

ORATIO
Risponde alla domanda: «Cosa dico io al Signore che mi ha parlato attraverso questo testo?».

ACTIO
Risponde alla domanda: «Cosa mi propongo di fare per poter vivere nella mia quotidianità questa Parola del Signore ascoltata, meditata e pregata?»




SAPPIAMO CHE PROPONI SEMPRE D'INIZIARE LA LECTIO CON UN TEMPO  CHE CHIAMI "PACIFICAZIONE": IN CHE COSA CONSISTE E CHE FUNZIONE HA NEL PERCORSO DELLA LECTIO?

Come ho appena detto, prima di accogliere in sè il “sentire” di Cristo, è bene chiamare per nome tutto ciò che nel momento presente abita la propria mente e il proprio cuore per essere consapevoli di quei sentimenti e di quei risentimenti che risiedono in noi: attese e preoccupazioni, gioie e sofferenze, affetti e rancori, progetti e delusioni, desideri e timori, verità ed errori, amore ed egoismo, fiducia e pregiudizi, fedeltà e peccato…
Non dobbiamo fare nessun esame di coscienza, né alcuna introspezione di tipo analitico… Rivolgiamoci semplicemente a Dio Padre raccontandoci come farebbe un bambino con il suo papà… Parliamo serenamente con Lui di tutto questo, non tanto per informarLo, quanto per interrogarci davanti a Lui, interrogarLo e lasciarci da Lui interrogare.
Allora scopriremo che lo Spirito Santo e la Parola di Dio, attraversando proprio ciò che in noi è più vivo, formeranno nel nostro spirito gli stessi sentimenti che sono in Gesù… come ci ricorda l’apostolo Paolo.
Troveremo così la vera pace, aprendoci alla Sua speranza che mai delude.


GRAZIE AL TUO MINISTERO SEI TESTIMONE DI COME LA PAROLA SEMINATA LAVORA NEL CUORE DELL'UOMO E PORTA FRUTTO. CE NE PARLI?

Non è possibile rispondere a questa domanda poiché si entra nel mistero della libertà del Seme seminato e del terreno che, bene o male, lo accoglie. Io sono solo il seminatore del vero SEMINATORE che è la Santissima Trinità.
Io credo alla bontà del SEME e alla fatica del terreno (specialmente quello del cuore dell’uomo praticante... credente?!). Io so che continuerò a seminare anche se i risultati quantitativi sono scarsissimi e quelli qualitativi non è dato a me misusare… poiché è il PADRE che fa crescere il seme. So solo che nella Chiesa, oggi, non è prioritario l’ANNUNCIO, in qualsiasi forma si possa concretizzare (non solo la Lectio)... ma soprattutto la catechesi. È un grave peccato ecclesiale che noi sacerdoti non confessiamo mai. Tutti sanno che “la FEDE nasce e si alimenta mediante l’ascolto di quella Parola di Dio che poi opera mediante la carità…”
Ma come può esserci carità senza fede?
E come può esserci fede senza ascolto intenso e continuato della Parola del Signore?
Io non ho ricette… continuo da 20 anni a portare come PRIORITA’ la sua Parola dentro le mie povere parole con la grande convinzione che, essendo “ROBA SUA” al momento opportuno porterà frutto… sempre in attesa che si realizzi quella profezia:
«Ecco, verranno giorni, dice il Signore, in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d’ascoltare la Parola del Signore ...Darò loro un cuore e orecchi che ascoltano» (Am 8,11; Bar 2,31).




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