lunedì 28 gennaio 2013

Armonie dello Spirito


Ascolta: Beethoven- Sonata n°8 Patetica



Una delle condizioni più necessarie per conquistare la libertà interiore è la capacità di vivere il momento presente.
Adesso vorremo appunto sviluppare questo tema,  che è assolutamente importante per la nostra crescita spirituale.
La prima osservazione è che non possiamo veramente esercitare la nostra libertà se non nel momento presente.
Sul nostro passato infatti non abbiamo alcuna presa, non possiamo cambiare nemmeno uno iota; tutti gli scenari che possiamo immaginarci per tentare di rivivere un avvenimento passato che rimpiangiamo o consideriamo un fallimento (avrei dovuto dire questo ,fare quello…) non sono che vento: non è possibile andare indietro nel tempo. Il solo atto di libertà che possiamo fare riguardo al passato è accettarlo com’è stato e rimetterlo con fiducia a Dio.
Abbiamo scarsa presa anche sull’avvenire. Sappiamo benissimo che, nonostante tutte le nostre previsioni, le nostre pianificazioni e le nostre certezze, basta poco perché niente vada come previsto. Non possiamo veramente programmare la nostra vita, non possiamo che accettarla momento dopo momento.
La sola cosa che ci appartiene non è, a ben guardare che il momento presente. È il solo luogo in cui possiamo veramente compiere degli atti liberi. Soltanto nel momento presente possiamo avere un vero contatto con la realtà.
Il momento presente è anzitutto quello della presenza di Dio. «Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine dei tempi». Dio è l’eterno presente. Dobbiamo essere convinti che ogni istante, qualunque sia il suo contenuto, è pieno della presenza di Dio. Ricco di una possibilità d’amore con Dio.
Invece di continuare a proiettarci nel passato o nell’avvenire, dovremo imparare a vivere ogni momento come bastante a sé, come pienezza di esistenza, perché lì c’è Dio e, se Dio è lì, nulla mi manca.
In una prospettiva cristiana, c’è qualcosa di molto liberatorio in questa comprensione della grazia del momento presente. Anche se il mio passato è stato tutto un disastro, anche se il mio avvenire non pare promette niente di buono, adesso invece posso mettermi, con un atto di fede, di fiducia e di abbandono, in comunione con Dio.
 Come dice il Salmo 145 (144): «A te sono rivolti gli occhi di tutti, in attesa, e a tempo opportuno tu dai cibo abbondante a ogni vivente».

 Philippe Jacques, La libertà interiore

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