Una festa o è una festa o non lo è! E' un po' questo il significato del
vangelo di questa domenica. Con l'avvento di Gesù le porte del Regno dei Cieli
si sono aperte. Lui schiude agli invitati questo mistero che non si può
esaurire quaggiù, ma al quale si può accedere fin da ora. Ed è proprio qui che
sta il requisito essenziale: accedervi ora! Non tutti, infatti, desiderano
partecipare a questa festa di nozze, arrivando persino alla violenza verso i
servi del re che annunziano le nozze del figlio. Poiché, però, una festa è tale
solo se c'è comunione e condivisione, altri vengono invitati affinché la gioia
si propaghi. Non può in nessun modo avere fine la convivialità e la gioia in
vesti nuziali, cioè rivestiti dello stesso abito di Cristo, il sofferente,
morto e risorto che agisce con amore e per amore. "Abbiamo in noi - perciò
- gli stessi sentimenti di Cristo" (Fil 2,5) che provengono da una
perseverante e assidua frequentazione di Lui. Il regno è gioia perenne, è festa
senza fine con Cristo.
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