venerdì 6 aprile 2012

VENERDÌ SANTO


Neanche il venerdì santo può sussistere senza essere illuminato da una promessa tale da giustificare la morte. A questo momento di tensione aperta, Gesù prepara i suoi:  
“se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24)

Anche la morte sperimentata ogni giorno
deve contenere un germe di una vita autentica
con gli altri!

Scegliere di morire può voler dire avere il coraggio di non credersi soli, di rinunciare alla paura che fa presumere di stringere nelle mani la nostra vita e quella altrui... in una parola è esporsi al rischio terribile ma inevitabile di lasciarsi amare e condurre...

Gesù, il Cristo, l’ha fatto senza alcuna rete di sicurezza, lasciato completamente solo, anche da Dio.

ECCO L’UOMO!

Grazie a lui nessuno deve più farlo, perché non c’è più la tenebra che fa vacillare il passo in avanti o il gelo che spegne ogni coraggio, ma qualcuno che ci attende dall’altra parte del salto con la mano tesa.
La resurrezione di Gesù Cristo è la garanzia che la promessa di vita è stata mantenuta e mantenuta per tutti!

Eppure, tutte le rassicurazioni non attenuano la fatica della lotta, forse espressione della fiducia e della stima che Dio accorda alle persone con il dono della libertà.


Quando si affaccia al cuore
l’idea che dobbiamo morire per vivere,
in quell’ora, ti preghiamo,
non lasciarci soli fino in fondo...




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