sabato 30 giugno 2012

Tredicesima domenica del Tempo Ordinario
Mc 5, 21-43

Pollock

«Figlia, la tua fede ti ha salvata» (v. 34)

«Non temere, soltanto abbi fede!» (v. 36) 

Davvero Signore, Dio onnipotente, hai bisogno della nostra fede per operare miracoli e per salvarci? Esiste un confine tra la tua potenza e la nostra fede? E in che cosa consiste questa fede che, per quanto piccola, permetterebbe di spostare le montagne (cfr. Mt 17,20)

Di fronte all'argomento della fede spesso la nostra ragione va in crisi. Certe forme di espressione di fede ci sembrano ingenue superstizioni o insensati autoinganni...
Nella nostra esperienza segnata dal limite umano ci è difficile credere possibile ciò che va oltre il nostro potere, oltre il nostro sapere scientifico, eppure proprio in questo modo poniamo in dubbio la possibilità dell'agire creativo di Dio, o la sua stessa esistenza. Arriviamo a pensare di poter vivere senza di lui, rassegnandoci a rimanere nei nostri spazi ristretti, escludendo a priori la possibilità di un suo dono sorprendente. 


Quante volte abbiamo chiesto e non ottenuto?
Quante volte abbiamo sperato in un miracolo
e siamo rimasti delusi?
Quante volte abbiamo toccato il fondo
senza trovare un aiuto divino come avremmo desiderato?

Queste delusioni non ci spingano alla rassegnazione o al rifiuto della fede, ma ci spronino alla ricerca di fede! Quella di cui parla Gesù in questa pagina di Vangelo: una fede che non pretende un'azione di Dio come scontata e dovuta, una fede che non si arroga il diritto di ottenere ciò che vuole, ma una fede aperta al suo dono di grazia, al suo dono sorprendente, che restituisce a Dio il suo posto di Creatore e a noi il nostro di creature nelle sue mani e totalmente dipendenti da Lui. Allora sapremo vedere i suoi miracoli nella nostra vita e stupirci di essi e potremo credere che davvero «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37).



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