In questa domenica incontriamo i due discepoli di
Emmaus. Chissà quante volte avranno ascoltato Gesù, chissà quante volte avranno
sognato di essere come Lui, di muoversi come Lui, di parlare come Lui, di
benedire come Lui, di salvare come Lui… Ma come salva Lui? Si lascia
crocifiggere!? Non è possibile, troppo doloroso, troppo fallimentare. Sulla
strada sono delusi, traditi nel loro ideale; vivono spiritualmente una
dimensione irreale, non riconoscono Gesù e discutono dei fatti avvenuti come se
non riguardassero più la loro vita. Hanno bisogno di recuperare il reale, di
ritornare con i piedi per terra e con il cuore a fare memoria dei fatti che
hanno vissuto. I discepoli hanno bisogno di riscoprire la gioia dello stare con
Gesù, non per la promessa di una gloria futura, ma per il piacere di stare con
Lui. Lo spezzare il pane e la spiegazione delle Scritture ridonano ai due
discepoli un sentimento positivo nei confronti delle promesse fatte da Cristo.
Insegnano loro come la salvezza donata dal Signore è servizio quotidiano non
idealizzabile in un gesto eroico. La gioia di questo sentimento ritrovato li
porterebbe a trattenere Gesù per loro stessi; sapendolo, Gesù li chiama a
condividere, a confortare i loro fratelli, e poi sparisce. Ora i due ritornano
a Gerusalemme per raccontare un’esperienza e non più per discutere di un
ideale.
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