«Riconduci
a Cristo le tue letture e i tuoi studi di cui Gli parlerai e di cui Gli
chiederai l'intelligenza.
Durante
lo studio, fermati frequentemente. Per un istante raccogliti e nasconditi nelle
Piaghe di Gesù. Poi riprendi lo studio. Di quando in quando inginocchiati e
lancia al Cielo una breve e ardente preghiera. Oppure esci dalla cella, vattene
in chiesa, nel Chiostro, nel capitolo, là dove lo Spirito Santo ti porterà: con
una preghiera vocale o semplicemente con gemiti e ardenti sospiri del cuore
implora il soccorso divino, presenta all'Altissimo i tuoi voti e i tuoi
desideri, invoca i Santi in tuo aiuto.
Questi
slanci si possono produrre senza il soccorso di salmi né d'alcuna preghiera
vocale. Qualche volta, all'opposto, sorgono da un versetto di salmo, da un
passo della Sacra Scrittura, o da qualche libro spirituale, ed altre volte, per
la grazia di Dio, sono il frutto dei nostri proprii pensieri e dei nostri
desideri.
Questo
fervore d'anima è ordinariamente rapido. Quando sarà passato, richiamati al
pensiero quello che stavi studiando: allora ne avrai un'intelligenza più
chiara. Poi ritorna allo studio o alla lettura, e di nuovo alla preghiera,
combinando i due esercizi. Con quest'alternativa avrai e il cuore più fervoroso
nella preghiera e la mente più illuminata nello studio.
Questo
fervore della divozione dopo lo studio si può provare in qualsiasi ora, secondo
che si degna di concederlo Quegli la cui libera volontà dispone soavemente ogni
cosa. Nondimeno, di solito, esso s'impadronisce più completamente dell'anima
dopo il Mattutino. Bisogna perciò vegliar poco alla sera e riservare, per lo
studio e per la preghiera delle ore mattutine, tutta la forza dell'anima».
Vincenzo Ferreri,
Trattato della vita spirituale
0 commenti:
Posta un commento