mercoledì 24 settembre 2014

Lo studio


«Riconduci a Cristo le tue letture e i tuoi studi di cui Gli parlerai e di cui Gli chiederai l'intelligenza.
Durante lo studio, fermati frequentemente. Per un istante raccogliti e nasconditi nelle Piaghe di Gesù. Poi riprendi lo studio. Di quando in quando inginocchiati e lancia al Cielo una breve e ardente preghiera. Oppure esci dalla cella, vattene in chiesa, nel Chiostro, nel capitolo, là dove lo Spirito Santo ti porterà: con una preghiera vocale o semplicemente con gemiti e ardenti sospiri del cuore implora il soccorso divino, presenta all'Altissimo i tuoi voti e i tuoi desideri, invoca i Santi in tuo aiuto.
Questi slanci si possono produrre senza il soccorso di salmi né d'alcuna preghiera vocale. Qualche volta, all'opposto, sorgono da un versetto di salmo, da un passo della Sacra Scrittura, o da qualche libro spirituale, ed altre volte, per la grazia di Dio, sono il frutto dei nostri proprii pensieri e dei nostri desideri.
Questo fervore d'anima è ordinariamente rapido. Quando sarà passato, richiamati al pensiero quello che stavi studiando: allora ne avrai un'intelligenza più chiara. Poi ritorna allo studio o alla lettura, e di nuovo alla preghiera, combinando i due esercizi. Con quest'alternativa avrai e il cuore più fervoroso nella preghiera e la mente più illuminata nello studio.
Questo fervore della divozione dopo lo studio si può provare in qualsiasi ora, secondo che si degna di concederlo Quegli la cui libera volontà dispone soavemente ogni cosa. Nondimeno, di solito, esso s'impadronisce più completamente dell'anima dopo il Mattutino. Bisogna perciò vegliar poco alla sera e riservare, per lo studio e per la preghiera delle ore mattutine, tutta la forza dell'anima».

Vincenzo Ferreri, Trattato della vita spirituale     

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