Tempo di
avvento, tempo di attesa. È strano pensare che questo brano di vangelo si
collochi proprio in questo tempo, preparazione della venuta del Signore Gesù
nella piccolezza di un bambino in fasce. E infatti quando la Parola ci richiama
alla veglia, è alla seconda venuta che
si sta riferendo, quella gloriosa degli ultimi tempi. Forse, perché non vi è
veramente una diversità nei sentimenti con cui ci dobbiamo disporre
all’accoglienza: è necessario che ciascuno continui a svolgere il proprio
compito, quello a cui si sente ‘chiamato’, ma tenga pure vivo il desiderio di
vedere il ritorno del padrone, del padrone amato. Tenendo lo sguardo fisso
sull’orizzonte con il sapore dell’attesa, con l’urgenza di non perdere nemmeno
un momento del tempo in cui lo vedrà apparire con chiarezza ma ancora distante,
in cui potrà sentire che gli si fa vicino, l’onda sottile del suo amore che lo
travolge e la gioia che gli riempie il cuore. Quale immagine più simile se non
quella della madre che si vede portare il neonato che ha appena dato alla luce?
Vegliate, amate.
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